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Facce da mangiare - Intervista a Laura Rizzo
Scritto da Lorenza DadduzioHo conosciuto Laura Rizzo molti anni fa e da allora non ci siamo mai perse. Se hai la fortuna di incontrarla, non vuoi lasciarla più andare. Prof di sera e grande divoratrice e divulgatrice di creatività e cultura in tutte le sue forme, Laura è l'accoglienza fatta persona. Ti accoglie con gli abbracci, con le focacce, parole colorate, lenzuola profumate. Non si tira indietro mai davanti alle sfide, sempre coi piedi per terra e gli occhioni grandi tra le nuvole.
Dopo i racconti inventati e ispirati dalle foto di Rivisitazioni* a Taranto (*mostra a cielo aperto di fotografia e scrittura per la promozione del turismo indigeno), Laura è entrata nella grande tribù mancina sin dal principio, inventando e cucinando cibi "a forma di", trasformando la sua cucina in un atelier di arte culinaria.
Poi è arrivata la sfida di Olio su Teglia che ha ospitato le sue facce e focacce d'arte tra le pagine di cucinaMancina.
Eccola nella nostra intervista che racconta la sua ultima creazione
Prof di sera e cantastorie di giorno. Chi è Laura Rizzo?

Cosa ci fa una Prof archeologa in cucina?
Raccontaci i dietro le quinte delle tue operette alimentari
Le mie creazioni di food art sono nate davvero per gioco. Mi è sempre piaciuto decorare e soprattutto creare col cibo pietanze "a forma di". Non so bene che cosa accada, ma davvero le illuminazioni creative che mi portano poi a realizzare case, pupazzi, personaggi, volti, sono estranee alla mia volontà. Accade. Certo, mi piace molto osservare e trasfigurare, guardando un ortaggio, un pacco di riso, un nido di tagliatelle. Infatti mi aggiro nei supermercati ormai come un serial killer che cerca tra gli scaffali ispirazioni e ingredienti per dare vita a "forme".

Olio su teglia e Pollo d'artista: cosa c'è dietro questi nomi-contenitori? E come nascono le tue creazioni?


In cosa sei mancina?
Nel desiderio di creare una modalità artistica perché il cibo oltre che buono sia invitante. La food art nasce soprattutto per i bimbi che hanno resistenza nel mangiare verdure, o legumi, o qualunque cosa sia un pochino più difficile da assaporare.
Maratona su accessibilità universale, dialogo interreligioso, pace e diritti umani.
Scritto da Eleonora Corvasce
Giovedì 10 dicembre alle ore 11, in occasione della giornata dei diritti umani, andrà online in diretta streaming la Maratona su accessibilità universale, dialogo interreligioso, pace e diritti umani organizzata da ITRIA – Itinerari Turistico-Religiosi Interculturali Accessibili - con la Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise, il Comune di Castel del Giudice e la Regione Molise.
Si parlerà anche del valore del cibo come mediatore culturale e facilitatore del dialogo e della pace e cucinaMancina non poteva mancare. Il nostro direttore creativo Lorenza Dadduzio, co-founder di cucinaMancina, interverrà per raccontare di inclusione e cibo condiviso.
Il progetto ITRIA rappresenta un unicum a livello internazionale, sperimentando per la prima volta l'accessibilità universale insieme al multiculturalismo ed al dialogo interreligioso nella realizzazione di un prodotto turistico-culturale capace di raccontare le contaminazioni fra la cultura e la religione cristiana, islamica ed ebraica attraverso le tracce e la memoria dello sterminato patrimonio culturale materiale ed immateriale presente praticamente in tutte le realtà territoriali del Paese.
Il confronto si aprirà sul tema del “Dialogo interreligioso e cibo”. Molti gli interventi previsti, tutti volti a evidenziare quanto e come il ‘convivio’ aperto a tutti favorisca l’accoglienza, lo scambio di idee, il rispetto e la conoscenza. Quel dividere il ‘pane’ insieme, che apre alla possibilità di condividere anche le idee, è di fatto un processo che, ove ben avviato, è in grado di trasformare le comunità. C’è una sapienza del mangiare e del mangiare assieme, evidenziata dal nesso etimologico tra sapere e sapore: il gusto del mangiare assieme porta in sé un sapore di vita buona che va valorizzato anche quando riguarda tutte quelle persone che, per scelta o per necessità, devono eliminare qualche ingrediente dalla loro alimentazione (glutine, carne e pesce, latte, uova, grassi, sale, zucchero, ecc.) e pertanto si trovano a vivere una situazione di “esclusione”.
La sezione dedicata ai “Diritti umani, accoglienza e pace” entrerà nella sfera dei bisogni codificati e non, che quotidianamente condizionano la vita dei singoli cittadini. La diversità umana -quel valore di cui spesso si parla, ma che è ancora in alcuni ambiti fortemente disatteso, tralasciato, calpestato o affrontato in modo non sistemico- è stata fonte d’ispirazione in molte Carte di diritto nazionale e sovranazionale. La nostra stessa Carta costituzionale, nei suoi diritti fondamentali, affronta la questione legata alla diversità umana, imponendo il rispetto di essa e promuovendo il superamento degli ostacoli che potrebbero comprometterla o limitarla.
Si chiuderà parlando di: “Accessibilità universale: centralità delle persone e delle comunità, bellezza e rigenerazione” come elementi chiave per orientare l'approccio progettuale e materiale nella costruzione di qualsiasi prodotto turistico-culturale e dei suoi servizi, facendo leva anche sulle componenti immateriali dell’attrattività, derivanti sia da significati religiosi e storico-culturali sia da elementi legati alla sfera dell’emozionalità.
La centralità delle persone è un valore aggiunto, per questo l'esigenza di progettare accessibile dovrebbe essere naturale, non percepita come un vincolo ma come una grande opportunità. La bellezza non come mera futilità, ma come aiuto importante per ritrovare una forma di equilibrio, il diritto alla bellezza come valore fondante dell'identità nazionale.
Si parlerà anche di sport paralimpico come punto d'osservazione privilegiato per evidenziare i veri principi dello sport come aggregatore di comunità, generatore di benessere non solo fisico, ma “palestra” di rispetto, socialità, accettazione di sé stessi.
Come il tedoforo porta la fiaccola, l'obiettivo della maratona è di illuminare il futuro portando una scintilla di conoscenza, con l'auspicio che possa arrivare lontano a rischiarare l'orizzonte.
Potete collegarvi e guardare qui la diretta streaming, a partire dalle 11 di domani, giovedì 10 dicembre, fino alle 19:30 circa.
Di seguito il programma della Maratona.
Programma della maratona:
Ore 11.00: Saluti e introduzione
Lino Gentile - Sindaco del Comune di Castel del Giudice
S. E. Mons. Giancarlo Bregantini, Vescovo di Campobasso - Boiano
Vincenzo Cotugno - Assessore turismo e cultura Regione Molise
Ore 11.30 – 13.00: Dialogo interreligioso e cibo
Coordina:
Rabbino Emerito Umberto Piperno - Comitato scientifico ITRIA
Intervengono:
Anna Maria Aisha Tiozzo - Presidente WHAD ( World Halal Development )
Don Francis Tiso - Diocesi di Isernia - Docente di dialogo interreligioso
Claudio Papa – Imprenditore DolceAmaro
Mauro Di Zio - Vice Presidente nazionale CIA (Confederazione italiana agricoltori )
Mario Ialenti - Direttore CEAM ( Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise )
Luigi Caricato - Direttore Olio Officina
Pasquale Di Lena - Esperto di gastronomia
Lorenza Dadduzio - Direttore creativo CucinaMancina
Ore 14.30: Dialoghi
Claudio Arrigoni ( Giornalista Corriere e Gazzetta dello Sport ) racconta lo sport paralimpico
Anna Gioria ( Giornalista e Blogger ) intervista Roberto Bazzano – Presidente di Bandiera Lilla e Roberto Semeraro – Oleificio Semeraro di Cisternino ( BR )
Ore 15.15: Diritti umani, accoglienza e pace
Coordina:
Nunzia Lattanzio - Esperta Diritti umani ITRIA
Intervengono:
Don Antonio Di Lalla - Diocesi di Termoli-Larino, Prete di strada
Mimmo Rizzuti - RE.CO.SOL (Rete dei comuni solidali) Agorà abitanti della Terra
Riccardo Petrella - Università del Bene Comune – Agorà abitanti della Terra
Roberto Musacchio - Ex parlamentare europeo
Maria Grazia Rando - Villaggio della pace/Eutropian
Clara Habte - Villaggio della pace/Eutropian
Yahya Sergio Yahe Pallavicini - Imam Presidente COREIS ( Comunità religiosa islamica )
Alberto D'Alessandro - già Direttore del Consiglio d'Europa e direttore Meet Tourism Lucca
Ore 16.30: Accessibilità universale: centralità delle persone e delle comunità, bellezza e rigenerazione
Coordina:
Dino Angelaccio – Presidente ITRIA
Intervengono:
Maurizio Di Stefano - Presidente ICOMOS
Anna Grazia Laura - Presidente ENAT
Pete Kercher - Ambasciatore EIDD ( Design for All Europe )
Olimpia Niglio - VicePresidente ISC Prerico ICOMOS Internacional
Antonio Nicoletti - Direttore APT Basilicata
Maria Grazia Bellisario - Docente UNINT ( Università degli Studi Internazionali di Roma )
Antonio Malafarina - Giornalista e blogger Periodici San Paolo e RCS
Claudio Bocci - Consigliere Ravello Lab
Pietro Scidurlo - Free Wheels Onlus
Patrizia Nardi -Esperta di valorizzazione del patrimonio culturale e candidature UNESCO
Dario Scarpati - Archeologo esperto di accessibilità museale
Dario Di Girolamo - Direttore Demanio Regione Calabria
Angelo Fabio Attolico - Dipartimento Turismo, Economia della cultura e valorizzazione del territorio Regione Puglia
Alessandro Leon - Presidente CLES (Centro di ricerca su lavoro, economia e sviluppo)
Gian Maria Greco – Università di Varsavia e Poiesis
Carmen Bizzarri – Università Europea di Roma
Andrea Romualdi e Rachele Paolucci - AISM
Pepetto Di Bucchianico – Vice Presidente EIDD ( Design for All Europe )
Fabio Iemmi – Ricerca artistica e design applicati all’accessibilità
Sabrina Busato – Presidente FEISCT ( Federazione europea itinerari storici, culturali e turistici )
Ore 19: Ricordando Fabrizio Vescovo, Simona Petaccia e Luigi Bandini Buti
Ore 19.30: Conclusioni
S.E. Mons. Melchor Sánchez De Toca Y Alameda – Sotto Segretario Pontificio Consiglio della Cultura Vaticano
Promotori:
ITRIA, CEAM (Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise), Regione Molise e Comune di Castel del Giudice.
Patrocini:
ENAT (European Network for Accessible Tourism), FEISCT ( Federazione Europea Itinerari Storici e Culturali), DFA (Design for All Italia), EIDD (Design for All Europe), WHAD (World Halal Development), Fondazione Giovanni Paolo II, Eutropian, Villaggio della Pace, Agorà Abitanti della Terra, CucinaMancina.
Aglio e scalogno nero, un contest in casa Longino
Scritto da Eleonora CorvasceFervono i preparativi per cucinaMancina scelta a far parte della giuria di food influencer per il quarto appuntamento de La Cucina di Longino, format online della Phygital FoodAcademy di Longino & Cardenal.
Protagonisti di questa diretta saranno l’aglio e lo scalogno nero dell’azienda italiana Umami, insieme ad un parterre di ospiti d’eccellenza del mondo del food, tra cui la nostra Lorenza Dadduzio, co-founder e direttore creativo di cucinaMancina, che in qualità di giurata ha selezionato tra le ricette in gara la più creativa ed il migliore impiattamento.
L’appuntamento è per oggi, 16 novembre alle 18:00.
Una puntata “made in Piemonte” davvero da non perdere, densa di piatti, ricette e ospiti stellati tutta dedicata alla scoperta di due fermentati inconsueti e preziosi, validi alleati nella cucina di casa.
Presenti in studio Guglielmo e Alice, i due giovani biologi fondatori dell’azienda Umami, per raccontare i segreti del loro laboratorio e dei prodotti a cui danno vita tra Langhe e Roero. Una materia prima di altissima qualità, da valorizzare con una cucina pulita e delicata.
In collegamento streamig lo chef Flavio Costa, del ristorante stellato 21.9 all’interno di Tenuta Carretta, a Piobesi d’Alba (CN), presenterà un piatto per stupire il pubblico. Lo chef Flavio Costa è un amante della cucina di territorio, da cui parte per giocare con gli abbinamenti, innovativi ed arditi, e il piatto creato per gli spettatori di Longino unisce tutti questi elementi.
A condurci nei segreti della fermentazione, insieme a Carlo Vischi e Riccardo Uleri, la giornalista Anna Prandoni, direttrice de Linkiesta Gastronomica, mentreGiorgio Guglielmetti, company chef di Longino & Cardenal, presenterà il suo menù dedicato all’aglio nero e allo scalogno nero:
- Linguine con aglio nero, burrata e gambero rosso di Mazara
- Tartare di fassonapiemontese, panna acida, aglio nero e crescioni
- Millefoglie di granchio reale, scalogno nero e finger lime e foglie di ostrica
Ma le ricette non sono finite.
In collegamento con La Cucina di Longino, la food blogger Lucia Arlandini diTi cucino così preparerà una sua interpretazione dei fermentati di Umami, ed inoltre, grazie ad un contest tra dieci foodblogger e foodlover che hanno ricevuto a casa una box firmata Umami, si potranno scoprire altrettante ricette.
Queste saranno oggetto di voto in diretta da parte del pubblico e di due giurie di esperti, tra chef e food blogger, tra cui la nostra Lorenza Dadduzio.
Esperti e professionisti voteranno lo stesso piatto del pubblico?” Lo scopriremo durante la diretta.
The Cooking Flowers: Elisa e Martina si raccontano a Cucina Mancina - Intervista
Scritto da Lorenza DadduzioUn architetto e una avvocato che si conoscono grazie all'amicizia scoppiata tra le rispettive figlie.
Il trasferimento all'estero di una delle due e la nascita di un progetto ambizioso e denso che ci ha subito affascinati e conquistati.
Parliamo della nostra blogger mancina Elisa Di Rienzo de Il fior di Cappero e Martina Sartori e del loro "The Cooking Flower", un blog in lingua inglese che ha l’intento di portare la “vera” cucina italiana nelle case delle famiglie americane, e perché no, del mondo.
Eccole a voi in questa intervista a 4 mani.
Chi sono Elisa e Martina?
Elisa, mamma e moglie vicentina, è sorridente, ottimista, determinata, ama il sole e il mare, trascorrere il suo tempo con la famiglia, chiacchierare attorno ad una tavola con gli amici e cerca l’armonia in tutto quello che fa. E’ un architetto: dieci anni di carriera come consulente per aziende di arredamento nell’area comunicazione & marketing, e dal 2012 si occupa di home relooking.
Ma il suo tavolo da disegno preferito sono, da sempre, i fornelli, vista la grande passione per la cucina, ereditata dai genitori e, sicuramente, dalla nonna paterna, pugliese, bravissima nella sua semplicità e genuinità. Adora anche viaggiare, sperimentare gusti e cucine diverse, piatti della tradizione di tutto il mondo, argomenti che tratta dal 2012 nel suo blog ilfiordicappero.com. Da qualche anno ha dato una svolta alla sua vita, riuscendo a trasformare questa passione nella sua attività principale. Oggi si occupa principalmente di creare contenuti fotografici e copy inerenti al mondo del “food” e dell' “arte del ricevere”.
Martina è mamma di due bambine che stanno crescendo sorridenti e determinate e moglie di un marito che non sta mai fermo. Martina è un’avvocata che si è dedicata al diritto di famiglia per 15 anni e ad aiutare le donne vittime di violenza domestica e che ora ha voglia di cambiare. Martina è cresciuta in una casa dove si cucinava - e si cucina ancora - cibo del territorio (davvero a km zero!) in modo semplice ed autentico e dove il cuoco non è mai soddisfatto fino in fondo del risultato, quindi si prova e si riprova fino allo sfinimento, lasciando ricordi culinari indelebili.
Come nasce The Cooking Flower?
Elisa: Ci siamo conosciute 5 anni fa, a Vicenza, la nostra città, grazie alle nostre bambine, compagne di scuola e “Best Friend Forever”, come si dice oggi. Lo scorso luglio Martina e la famigli, si sono ritrasferiti a San Diego, in California, e prima di partire Martina mi ha proposto di ideare qualcosa insieme, magari una rubrica di cucina italiana, in lingua inglese, sul mio blog. A quel punto ci venuta l’idea di creare un progetto tutto nuovo, che fosse “nostro”.
E’ nato così The cooking flower! Un blog in lingua inglese che ha l’intento di portare la “vera” cucina italiana nelle case delle famiglie americane, e perché no, del mondo. Un fiore che cucina è in incontro-scontro di sensi.
Come avete scelto questo nome?
Martina: Il nome The cooking flower è nato da un brainstorming che ha coinvolto le nostre famiglie ed è stato proposto proprio da una delle bambine. Flower richiama “il fior di cappero”, il primo blog di Elisa, da cui questo nuovo progetto “nasce”, però il suo suono è come flour, farina... ci è sembrato perfetto!
In cosa credete?
Elisa: Credo che la storia sia un ingrediente che non deve mai mancare in cucina. Un Paese, una cultura, un popolo si conoscono anche attraverso il loro il cibo, i loro sapori, i loro profumi, i loro rituali. E’ per me fondamentale, in ogni mio viaggio, assaggiare sempre quelli che sono i piatti locali ma anche scoprire le materie prime e cercare di mangiare seguendo le loro abitudini. E con questo progetto vorrei far conoscere al mondo non solo le ricette della cucina italiana ma tutto quello che c’è dentro, che sia una tradizione, una leggenda o la storia di un ingrediente.
Martina: Credo nelle tradizioni culinarie come un aspetto importante della cultura di un popolo. Da immigrata all’estero sono molto orgogliosa di rappresentare un’eccellenza nel mondo. Purtroppo il cibo italiano all’estero difficilmente è autentico, quindi spero di dare il nostro contributo per far conoscere quanto di buono c’è nel nostro Paese. Credo, inoltre, oggi più che mai, che sia importante per la nostra salute, e per quella del pianeta dove viviamo, diffondere una cultura di cibo sano, genuino e legato al territorio.
Quali sono gli ingredienti principali di The Cooking Flower?
Il pay off del nostro blog è simple, season, italian. Vorremmo essere ambasciatrici delle ricette e della cultura della tradizione culinaria italiana. Vogliamo proporre piatti realizzati con le eccellenze che ci contraddistinguono nel mondo, rendendole ovviamente attuabili anche in paesi lontani (magari con alcune alternative) o suggerendo prodotti italiani da acquistare.
La prima ricetta pubblicata il 20.10.20, data di inaugurazione del blog The cooking flower, è stata una ciambella alla zucca e amaretti. Semplicissima nell’esecuzione e genuina; assolutamente di stagione e “italiana” con l’utilizzo di ingredienti come la zucca, diffusa in tutta Italia, e gli amaretti, dolcetto tradizionale piemontese.
CIAMBELLA ALLA ZUCCA E AMARETTI
Le tue ricette del cuore e quelle di Martina
Martina: sono nata il 7 ottobre e per tradizione a Vicenza si preparano i “bigoli con l’arna”: i bigoli sono degli spaghettoni all’uovo e in questa ricetta sono conditi con un ragù di anatra. È un piatto ricco ed opulento, per me legato ai ricordi di quanto ero piccola. La parmigiana di melanzane (fritte e non impanate) è il mio piatto preferito in assoluto: sa di estate e offre sempre grandi soddisfazioni. Anche se ancora non sono mai stata in India, ho la fortuna di avere un’amica indiana che mi vizia con il suo curry (sia di carne che di verdure) e penso che sia per ora uno dei miei piatti preferiti.
Elisa: Sicuramente il baccala “alla vicentina”: una ricetta che si tramanda di generazione in generazione, qui nella nostra città. Ricordo fin da bambina il tegame di coccio lasciato a pippare per ore a fuoco lento, fino ad arrivare ad un risultato favoloso.
Poi nel cuore c’è la tiella barese “riso, patate e cozze”, un piatto che mi fa subito pensare alla terra dei miei nonni.
Quando andavamo a trovarli a Bari, la nonna preparava sempre teglie enormi e il nonno le portava al forno a legna in paesino vicino a cuocere, cosa per me assolutamente inusuale. Quell’armonioso equilibrio di sapori che si diffondeva era qualcosa di irripetibile! Dal mondo è la cucina medio orientale quella che mi sta appassionando moltissimo: un mix tra le cucine mediterranee e quelle del levante, una sintesi di una gastronomia decisamente articolata dettata anche dai principi della cultura, della religione e della storia. E la mente viaggia tra profumi speziati!
RISO SPEZIATO E LENTICCHIE CON CIPOLLE CROCCANTI
Quali valori e sapori potrebbe trasmettere questo blog alle vostre figlie?
Penso che, avendo insegnato alle bambine che si conosce il mondo anche attraverso il cibo, quello che il nostro blog lascerà loro sarà la passione e l’amore per il cibo buono e autentico, il piacere di scoprire le tradizioni degli altri e imparare ad apprezzare quello che è diverso dalle nostre abitudini. Inoltre, le nostre figlie sanno che stare insieme attorno alla tavola, con la famiglia e con gli amici, è un momento di condivisione di relazioni importanti e solide, di cui oggi abbiamo tutti bisogno nelle nostre vite sempre in corsa.
Le regioni italiane e le nazioni che avete più amato
Elisa: Come fare a scegliere una regione italiana? Sono tutte meravigliose e tutte mi hanno regalato qualcosa di importante in termini di storia, arte, architettura, natura, tradizione artigiana e gastronomica. Ho viaggiato abbastanza nel mondo e sono senza dubbio affascinata dal sud-est asiatico, per le loro civiltà millenarie, per la popolazione così cordiale e serena e saldamente ancorata alle proprie tradizioni. Ma l’ultimo viaggio che ho fatto, mi ha toccato nuove corde nel cuore: la Namibia. Gli spazi infiniti di una bellezza unica, i colori, i profumi e un senso di appartenenza alla terra mi hanno lasciato un segno profondo.
Martina: ho vissuto per 6 anni a Torino e ci ho lasciato un pezzetto di cuore. Ho avuto modo di apprezzare il Piemonte con tutta la sua bellezza, soprattutto le Langhe. Le Marche e la Sicilia pure hanno segnato le mie estati e il mio palato! Gli Stati Uniti d’America sono la mia nazione di adozione, con tutte le contraddizioni che si possono immaginare, anche nel cibo. Anche il Portogallo ha lasciato un segno importante.
Quali luoghi vorreste invece esplorare e raccontare presto?
Martina: mi piacciono gli scrittori sudamericani e sogno di esplorare Cile, Argentina e Brasile. Il Giappone è un’altra meta nella mia lista viaggi, così lontano eppure simile a noi per il senso estetico e la semplicità nella cucina, che usa ingredienti di altissima qualità senza troppi fronzoli.
Elisa: Mi unisco alle mete di Martina: il Giappone è il primo della lista, come anche il sud-America continente che ancora non conosco! Potrebbero essere prossimi viaggi da programmare insieme!
Il sogno nel cassetto di Elisa e quello di Martina
Elisa: l’aver dato una svolta alla mia vita negli ultimo anni, riuscendo a trasformare un hobby in un lavoro, che mi permette oltretutto di poter seguire e crescere mia figlia, oggi decenne, è già un sogno che si sta avverando. Ora questa nuovo progetto “internazionale” spero possa dare a me, e Martina, l’occasione di nuove soddisfazioni! Siamo due cape toste… ce la metteremo tutta!
Martina: voltare pagina nella mia carriera e viaggiare alla scoperta del mondo per il nostro food blog insieme ad Elisa (a volte anche con mariti e bambine!)
Cosa ha di mancino il vostro progetto?
C’è molto di mancino nel nostro progetto! Vogliamo incuriosire il nostro pubblico proponendo ricette che parlino di una cucina italiana sana e consapevole, di una cucina che segue il trascorrere delle stagioni, senza spreco.
Desideriamo raccontare di luoghi della nostra Italia: abbiamo creato una rubrica chiamata “Love Italy”, in cui parleremo proprio delle bellezze della nostra terra, degli eventi più significativi, con un occhio di riguardo per il “Veneto”, con la possibilità di organizzare dei veri e propri tour e delle cooking class per chi verrà in visita.
E poi vogliamo presentare prodotti, eccellenze della nostra terra. Uno di nostri obiettivi è quello di poter creare delle partnership con le piccole realtà produttive italiane che condividono la nostra filosofia, per farli conoscere anche l’estero, soddisfare il piacere di chi cerca qualcosa di genuino e riuscire così a creare dei percorsi di sapori, di tradizioni locali tra le nostre belle regioni d’Italia. Il nostro obiettivo è riuscire anche noi, come Cucina Mancina, a creare un dialogo tra chi produce, chi cucina e chi assaggia.
Dalla Tv alla imprenditoria, al femminile, con "Gino cerca chef”. A 50 anni Valentina De Palma può sognare: oggi 1 ottobre sulla rete Discovery
Scritto da Antonella MillarteTanta adrenalina in attesa della grande sfida Tv per la chef tarantina, un po’ “mancina” sia in cucina che nella vita, e Valentina De Palma ha vinto! Con lei vince la Puglia, con la sua millenaria cultura del cibo semplice e salutare. E, a Manchester, nelle cucine del celebre Gino D’Acampo, hanno vinto tutte le donne come Valentina oggi chef e ieri architetto dal posto fisso, a 50 anni e con tre figli ... vogliono rimettersi in gioco! L’ultima puntata su Nove (Discovery Italia) l’ha vista vincitrice del nuovo programma « Gino cerca chef » , conquistando il contratto per un anno in Inghilterra.
Controcorrente, sempre, può essere sinonimo di “mancina”?
Secondo me un pochino sì, perchè fare sempre e solo ciò di cui si è convinti, ascoltando se stessi e senza badare alle correnti di pensiero comuni e facili … è un po’ essere mancini. Ed è per questo che mi piace condividere questa storia, dal sapore di fornelli, fatica e sogni, qui con voi. Ce la racconta la chef ex architetta Valentina De Palma, da Taranto antica capitale della Magna Grecia e che, nei suoi piatti, ha conservato l’impronta di quei fasti antichi ma semplici.
Valentina è un bell’esempio di rinascita al femminile, post covid, anche perchè chi l’ha detto che il posto fisso e l’unico sogno possibile e che, con tre figli e superati i 50 anni, una donna non possa più costruire nulla? L’impegno instancabile, da sogno americano, della chef tarantina Valentina De Palma questa sera andrà in onda su NOVE (Discovery Italia) alle ore 21.15 nello show della cucina “GINO CERCA CHEF”.
Noi l’abbiamo intervistata per saperne di più, e magari sognare con lei!
Come inizia la tua avventura da chef?
C’è un sottile filo rosso, anzi rosato, di vino che nel 2008 mi aiuta a prendere coscienza di me stessa, di ciò che profondamente amavo. In quell’anno ho preso il diploma da sommelier e la parte dedicata all’abbinamento vino – cibo ha letteralmente scatenato i miei sensi. Ed ha contribuito ad avvicinarmi alla scelta: non più architetta ma cuoca.
Calamari in salsa viola
Quindi hai lasciato il posto fisso, sogno di tutti gli italiani?
Sì, dopo la laurea a Firenze, lavoravo nello studio di mio padre. Insomma, al sogno italiano credo di aver preferito quello americano: puoi essere ciò che vuoi essere!
Possibile? E in cucina come ti descrivi?
Sì, con duro durissimo lavoro è possibile! Da personal chef mi sono rimessa in gioco, ho stravolto la mia vita da anni. Ed ora l’ho fatto nuovamente, accettando la nuova sfida e superando le durissime selezioni con 500 partecipanti per il programma di NOVE (Discovery Italia) “Gino cerca chef”. Quasi non ci sono posso credere ma sono arrivata fra i 9 in finalissima! In ogni puntata nove aspiranti chef si sono dati battaglia e oggi 1 ottobre alle ore 21.15 sarò in onda.
Gino cerca Chef
Cosa hai cucinato per conquistare il celebre chef D’Acampo a Manchester?
Alla primissima selezione ho portato me stessa, il mio stile, la cultura millenaria di mare e di terra della mia Taranto. Parto dalla tradizione che interpreto a modo mio, in equilibrio fra gusto e bellezza, perché i colori per me – architetta e chef – sono un linguaggio indispensabile. La cucina da economia circolare, in cui non si butta nulla, è il mio mantra”.
Quindi una cucina da economia circolare, anche vegetariana e vegana?
Decisamente sì, sono contraria agli sprechi e i piatti da economia circolare come le polpette di pane ben si adattano anche ai gusti della cucina vegetariana. Nei miei piatti esploro sempre con sapore anche i piatti vegani. Credo nella cucina salutare, sono attenta ad evitare piatti che portano a sovrappeso, sono sportiva.
Lasagnetta vegetariana
Sorprendente, la linea affusolata malgrado una intera giornata ai fornelli!
Trovo sempre il tempo per dedicarmi a yoga e running, oltre che alla famiglia.
Famiglia e amici che, da sempre, ti hanno incoronata immagino “regina” della tua cucina un po’ mancina. O no?
Sperimento, esploro, ogni viaggio e amo tanto viaggiare, significa la scoperta di un nuovo ingrediente o di una nuova spezia. Dimenticavo, spesso la mia cucina diventa anche un po’ diciamo fusion!
Quale è il tuo sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe aprire un ristorante tutto mio, a Taranto, dove condividere questa filosofia di cucina e di vita. E’ un sogno che inseguo da tanto tempo, da quando ho fatto un anno sabbatico a Londra, ai fornelli e con due dei tre figli insieme a lei. Li ho trovato altre conferme: mi dicevano che ho “a special touch”. Ora vorrei tradurre tutto ciò in realtà.
La chef Valentina De Palma, mamma instancabile, con tre figli che sta crescendo quasi da sola, è la dimostrazione vivente di come essere donna ed imprenditrice non è impossibile, ma solamente difficilissimo.
Stay tuned su FB Valentina De Palma, IG Valentina De Palma chef, www.valentinadepalma.it.
GINO CERCA CHEF (6X60’) - E’ un programma prodotto da Wavy, Unit di Fremantle, per Discovery Italia. NOVE è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, Sky Canale 145 e Tivùsat Canale 9. SITO UFFICIALE: www.nove.tv
Eat Different: il primo libro dedicato ai mancini alimentari è in libreria
Scritto da Eleonora CorvasceIl 21 marzo 2014 esce in tutte le librerie d'Italia Eat Different - ricette creative per chi mangia diversamente, edito da Gribaudo-Feltrinelli, un libro dedicato a chi per scelta o neccessità "mangia differente": a chi evita la carne, a chi vuole limitare il consumo di zucchero o sale, a chi preferisce le verdure, a chi è allergico o intollerante, o semplicemente a chi è irresistibilmente attratto da nuove combinazioni di sapori. Insomma ai diversamente onnivori!
Le autrici, Lorenza Dadduzio e Flavia Giordano, sono la mente e il cuore dietro questo libro. Lo hanno pensato ed intensamente voluto per trasferire su carta il loro network, cucinaMancina, di cui sono rispettivamente il direttore creativo e il direttore editoriale.
Ma cos'è Eat Different e a chi è dedicato?
Da sempre sinonimo di mancante, diverso, da correggere, il mancino è colui che si distingue dalla norma (right) e che reinterpreta il mondo secondo la propria peculiarità (left).
I mancini alimentari sono gli intolleranti e gli allergici, i diabetici e i colesterolemici, ma anche gli ipertesi, i vegetariani e i vegani: diversamente onnivori, mangiano differente per necessità o per scelta.
Noi di cucinaMancina vorremmo i nostri mancini la pensassero così: " If it doesn’t go right, go left!".
Negli ultimi anni l'alimentazione degli italiani é cambiata. Vegetariani e vegani, allergici e intolleranti, diabetici e ipertesi: cresce ogni giorno il numero di persone che mangia differente, cresce ogni giorno il numero dei mancini alimentari.
Se questi hanno presto imparato a convivere con il loro nuovo stile alimentare, gli onnivori che li circondano, con i quali coabitano, interagiscono e nei quali s'imbattono, non sempre sanno destreggiarsi nella preparazione di un vero piatto mancino.
Questo libro é dedicato a loro.
A tutti i padroni di casa alle prese con amici diversamente onnivori. Alle mamme e ai papà che devono far mangiare alla stessa tavola, figli celiaci e nonni che dimenticano la pillola della pressione. Ai fidanzati che vogliono stupire la loro amata vegana con ricette cruelty free e 100% fatte in casa.
Ma non solo. Questo libro é anche un invito ad esplorare, mescolare, scoprire sapori nuovi, con gusto e un pizzico di creatività, l'unica soluzione per mangiare differente, con gusto.
Per questo abbiamo chiamato a raccolta 25 tra blogger, chef mancini e appassionati di cucina nella produzione di 60 ricette d’autore. Persone per cui la "limitazione" in cucina si è trasformata in curiosità, il motore per sperimentare, reinventare, riadattare le ricette in chiave mancina e per solleticare le nostre papille.
Le ricette sono organizzate attorno ad otto diverse mancinità (vegetariano, vegano, senza glutine, senza lattosio, pochi grassi, pochi zuccheri, poco sodio, curioso alimentare) e sono tutte validate dalla nostra nutrizionista, Elvira Greco.
Ricetta di Alessandra Ferramosca - Foto di Lorenza Dadduzio
Ricetta di Pamela Petrontino - Foto di Lorenza Dadduzio
Ricetta di Flavia Giordano
Ricette di Loredana Dellisanti e Papilla Degustativa
Ricetta di Gualtiero Villa.
Alla fine di ogni capitolo, un gioco-sfida per essere proiettati sempre di più nell'universo mancino fatto di creatività e colore, dove i problemi diventano nuove prospettive.
Un grazie di cuore va a tutti gli autori mancini, blogger, foodographer e chef parte della tribù mancina, che hanno creduto in questo progetto e hanno voluto prenderne parte rendendo tutto vero e reale: Alessandra Bosi, Amula, Antonella Michelotti, Biogger, Chef Michela, Fabrizio il Gastronomade, Giuseppe Tricarico, Gualtiero Villa, Il-Clan-Destino, Laura Rizzo, Loredana Dellisanti, Mamma Lella, Ombretta Colasanti, Pamela Petrontino, Papilla Degustativa, Patrizia Pirro, Peo e Laura, Pignasmile, Sonia Piscicelli, Stefania De Girolamo, Vincenzo Pietrogiovanni.
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Veg per incominciare, l'ABC della cucina vegetale con tanti utili consigli e sfiziose ricette.
Scritto da Eleonora CorvasceQuante sfumature di vegetariano possono esserci? E poi, perché esserlo?
Da aprile 2018 in tutte le librerie d'Italia potrai finalmente trovare una guida pratica per avvicinarti al mondo veg: Veg per incominciare, il primo manuale della collana edita da Giunti/Demetra dedicata al mondo vegetariano, scritto a quattro mani da Lorenza Dadduzio – direttore creativo di cucinaMancina - insieme a Flavia Giordano.
Perché vuoi essere vegetariano? Perché pensi ti faccia bene o perché ami la natura? Oppure perché vuoi inquinare meno o perché ti sta a cuore il benessere animale?
Questo è un libro mancino pensato per il vegetariano che incomincia, che si approccia per la prima volta all’argomento e ha bisogno di orientarsi nell’universo veg e di trovare il proprio modo di camminare, vivere, mangiare vegetariano tre le mille sfumature possibili.
E’ pensato per chi vuole ridurre o abolire il consumo di prodotti animali, e, allo stesso tempo, abbracciare uno stile di vita più consapevole, più ecologico, in linea con l’ambiente e la natura.
Per facilitarti il compito, abbiamo diviso il cammino in quattro differenti sezioni: conoscere, sostituire, cucinare e autoprodurre.
Ognuna di queste sezioni ti farà raggiungere un diverso grado di consapevolezza, con l’intento di andare sempre più a fondo, gradualmente, nelle questioni che affronterai durante il tuo percorso di cambiamento.
CONOSCERE
Un capitolo immaginato come una mappa, da consultare a vista durante tutta la navigazione verso le nuove veg-rotte.
Ti aiuteremo a conoscere il mondo vegetale, le meraviglie di madre natura e dei suoi frutti, per esplorare tutte le potenzialità di una dieta ricca, varia, di salute.
Ti guideremo quindi in una foresta di marchi e loghi, per riconoscere qual è il cibo di cui ti puoi fidare e ti aiuteremo a prendere le distanze dai falsi amici, cibi vegetariani solo in apparenza. Troverai anche delle mini guide all’acquisto di prodotti di bellezza e capi di abbigliamento cruelty free.
SOSTITUIRE
In questo capitolo troverai tutti, ma proprio tutti, i falsi miti intorno all’alimentazione vegetariana, che smonteremo uno ad uno, ricerche scientifiche e tabelle nutrizionistiche alla mano.
Queste informazioni ti serviranno ogni qual volta ti diranno che, a causa della tua alimentazione, non assumi le giuste quantità di ferro o deperirai per la mancanza di proteine. Ti serviranno a difendere la tua scelta, anche dal punto di vista della salute, e a spiegare a tua nonna che i vegetariani non sono dei fanatici denutriti.
CUCINARE
Un capitolo tutto mani in pasta perché pensiamo che uno stile di vita da vegetariano equilibrato dipenda anche dal tempo che passiamo in cucina, che dedichiamo a volerci bene, cucinando.
Troverai gli attrezzi da cucina indispensabili e le tecniche di cottura per rendere più saporiti i tuoi cibi, insieme a delle tabelle di conversione che ti saranno utili quando vorrai sostituire latte e uova nelle tue preparazioni.
AUTOPRODURRE
Qui troverai piccoli suggerimenti per costruire ad esempio il tuo orto sul balcone, far crescere i tuoi germogli, produrre il pane impastandolo con le tue stesse mani, essere più bello con cosmetici autoprodotti e a basso impatto, pulire la casa rinunciando alla chimica industriale. Senza questo capitolo, il cammino sarebbe stato zoppo.
Inolte accanto, all’interno e alla fine dei capitoli, troverai:
- dei tools dove ti spiegheremo passo passo alcune delle preparazioni presenti nel libro, dal latte vegetale alla pasta madre, passando per il germogliatore, al sapone fai da te;
- le ricette, ideate da alcune delle voci più interessanti d’Italia in tema di cucina vegetariana, che ti serviranno da spunto ed ispirazione per le tue cucinate;
- infine le appendici, con libri, ricettari, film e associazioni da seguire.
Un grande infinito grazie va a chi è stato al nostro fianco sin dai primi passi nella realizzazione di questo libro. Vogliamo ringraziare uno per uno tutti coloro che ci hanno donato fiducia, affetto sincero ed entusiasmo.
Grazie per il prezioso contributo a tutti i blogger di Cucina Mancina: Luciana Rutigliano, Cosimo Ciccarese, Francesca Mastrovito, Daniela Boscariolo, Mara Di Noia, Laura Cuccato, Giulia Rizzi, Simona Malerba, Alexandra Pavani, Paolo Velutti e Gaia Arrigoni, Destino Vegetariano, Alessia Aloe, Marzia Riva, Emanuela Caorsi e Kerstin Cristina.
Grazie al supporto fondamentale della nostra biologa-nutrizionista Elvira Greco, a Francesca Carabelli per le freschissime illustrazioni, a Benedetta Bellisario per il lavoro di editing e supporto di redazione e a Enrico Albisetti per i progetto grafico e l'impaginazione magnifica.
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Se vuoi scoprire il secondo manuale delle stesse autrici dedicato al mondo vegetariano edito da Giunti/Demetra clicca qui --> Frutta e verdura - Tutti i colori della salute
Frutta e verdura - Tutti i colori della salute: un manuale cromatico per imparare a mangiare a colori
Scritto da Eleonora CorvasceDa luglio 2019 approda in tutte le librerie d'Italia "Frutta e verdura - Tutti i colori della salute", il secondo manuale della collana edito da Giunti/Demetra dedicata al mondo vegetariano, che porta il lettore per mano tra le proprietà benefiche degli alimenti legate ai loro colori. Un manuale cromatico mancino, scritto a quattro mani da Lorenza Dadduzio – direttore creativo di cucinaMancina - insieme a Flavia Giordano.
Questo è un libro pensato per chi vuole approcciarsi al tema colore in natura: dalle proprietà di frutta e verdura con la loro azione su ogni organo del corpo, alla cromoterapia e ai suoi effetti sul benessere psico-fisico. Dedicato a chi vuole alimentarsi in maniera sana e vegetariana, ma anche divertirsi con tinture ed estratti vegetali o cimentarsi nella cosmesi naturale.
Avere gli occhi più grandi della pancia”, oppure “non vederci più dalla fame”, e, ancora, “mangiare con gli occhi”. Sono moltissime le espressioni nella lingua italiana che raccontano di un rapporto speciale: quello del cibo con la vista.
Prima che con il gusto, il sapore nasce negli occhi, dal momento in cui facciamo la spesa al momento in cui portiamo alla bocca il primo morso.
Ed è il colore il primo indizio della bontà – e quindi commestibilità - di un alimento: non compriamo frutti verdi perché potrebbero essere ancora acerbi, così come evitiamo quelli marroni o con macchie bluastre perché potrebbero essere marci o ammuffiti. E il colore sano di un alimento ce ne fa già pregustare il sapore, anticipandone il gusto.
Il manuale è diviso in tre parti.
La prima, la più corposa, è a sua volta articolata in 5 capitoli, uno per colore, seguendo lo spettro cromatico:
- Giallo-arancio
- Rosso
- Verde
- Bianco
- Blu-nero-viola.
Ogni capitolo-colore abbraccia all’interno 3 macro-sezioni: nutrizione, ricette e cromoterapia.
Seguono quindi le due parti più sperimentali e “mani in pasta” del libro: la sezione sulla cosmesi naturale e quella sulla creatività.
PRIMA PARTE: NUTRIZIONE
Quali sono le molecole presenti in frutta e ortaggi, quelle che danno loro il caratteristico pigmento? Come agiscono dall’interno della pianta e quali sono i loro effetti sull’uomo? E poi ancora: crudo o cotto? E’ meglio l’una o l’altra preparazione?
In ogni capitolo, colore per colore, troverai la risposta a queste domande, grazie all’aiuto della nostra nutrizionista, Elvira Greco.
PRIMA PARTE: RICETTE
Per ogni capitolo-colore, tre ricette realizzate con gli alimenti descritti nelle pagine precedenti: un antipasto, una portata principale e un dolce.
Tre piatti di facile realizzazione e con un pizzico di creatività in più, preparate con amore da Coloribo, atelier di cucina cromatica.
PRIMA PARTE: CROMOTERAPIA
Conclude ogni capitolo-colore una sezione dedicata alla cromoterapia, ovvero all’influenza di ogni singolo colore sul nostro benessere psico-fisico, approfondendone il significato simbolico, attingendo a medicina ayurvedica, psicologia e feng shui.
SECONDA PARTE: COSMESI NATURALE
Un incarnato naturalmente sano deriva da quello che mangiamo ma anche da come curiamo il nostro corpo, dai prodotti che usiamo.
In questa parte parliamo perciò sia di cosmesi naturale, di quali sono i pigmenti presenti in natura e di come puoi utilizzarli per la bellezza del corpo.
Ti insegneremo a leggere le etichette dei cosmetici industriali, indicando quali sono gli ingredienti che non devono contenere per essere ecologici, sostenibili, veg.
TERZA PARTE: CREATIVITA'
La terza e ultima parte si conclude con un invito a liberare la fantasia, colorando con frutta e verdura. Un capitolo che contiene una microstoria dei pigmenti naturali, un pizzico di chimica, un soffio di botanica.
Varietà, stagionalità, il cibo come medicina: ecco i punti fondamentali di questo libro, capisaldi che ci siamo divertiti a mescolare in maniera sincretica, amalgamando nutrizione e proprietà degli alimenti, ricette e biologia, ma anche creatività, cosmesi e cromoterapia, collegando corpo e spirito. Il tutto naturalmente in chiave veg, tono su tono.
“Il colore è un mezzo per esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento di mille corde”.
Vasilij Vasil'evič Kandinskij
Grazie per il prezioso contributo a tutti i blogger di Cucina Mancina: Luciana Rutigliano, Cosimo Ciccarese, Francesca Mastrovito, Daniela Boscariolo, Mara Di Noia, Laura Cuccato, Giulia Rizzi, Simona Malerba, Alexandra Pavani, Paolo Velutti e Gaia Arrigoni, Destino Vegetariano, Alessia Aloe, Marzia Riva, Emanuela Caorsi e Kerstin Cristina.
Grazie al supporto fondamentale della nostra biologa-nutrizionista Elvira Greco, a Francesca Carabelli per le freschissime illustrazioni, a Benedetta Bellisario per il lavoro di editing e supporto di redazione e a Enrico Albisetti per i progetto grafico e l'impaginazione magnifica.
Ordina la tua copia di "Frutta e verdura - Tutti i colori della salute" nella libreria più vicina a casa tua o acquistalo online qui https://www.amazon.it/Vegetariano-colori-variet%C3%A0-benessere-psicofisico/dp/8844047004
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Ho conosciuto Giulia Rizzi quasi agli inizi di cucinaMancina. Era nel meraviglioso team di Taste & More. Tutte donne, prima che blogger, squisite e generose, tra le poche a credere nei valori alimentari prima che nel potere dell'immagine patinata. Ho avuto la fortuna di incontrare Giulia e il suo sorriso luminoso a Oderzo qualche anno fa, durante l'Oderzo Food Festival. Di una semplicità e un'autenticità allarmanti, allergica alle foto, con un cuore grande grande e una luce che non hai più voglia di lasciare, dopo averla incontrata lungo il cammino. Ecco. In un momento cupo come questo ci vorrebbero molte più Giulia per colorare le giornate.
Chi è Giulia Rizzi?
Una "ragazza" con più di 30 anni e la voglia di condividere. Un animo fragile con una corazza croccante. Una super golosa costretta alla dieta da troppo tempo. Un'appassionata di yoga che prova a portare questo suo amore agli altri.
Cosa ti fa battere il cuore?
Gli abbracci.
Perchè e da quando la cucina è diventata la tua passione?
Fin da bambina ho vissuto la cucina. Facevo i compiti lì, sia quando ero a casa che quando stavo da nonna. Lei e mamma hanno sempre cucinato benissimo e io sono sempre stata brava a rubare con gli occhi, a copiare, ad assorbire. Ho iniziato presto a fare l'aiutante, a montare gli albumi "a neve ben ferma" per la nonna, a stendere la pasta fresca.
Credo che la cucina mi sia entrata dentro, l'ho respirata e lei ha fatto il resto.
Come tieni in equilibrio tutti i pezzi della tua vita?
Non credo siano ancora in equilibrio! Sono ossessionata dall'ottimizzazione e fatico a stare ferma. Mi riempio le giornate cercando di incastrare tutti i pezzi, mi stanco e mi lamento di non riuscire a riposare abbastanza, ma non so fare diversamente. Poi ritorno sul tappetino da yoga e ritrovo un po' d'ordine dentro di me.
In cosa credi?
Credo nella famiglia, nonostante tutto. Credo che con passione, amore, impegno e determinazione ognuno di noi possa prendere in mano la propria vita. Non sto dicendo che sia una passeggiata, ma volere qualcosa è certamente il primo passo per raggiungerlo.
Cosa ti lega alla tua terra?
Non sono sicura di avere radici in un posto nel mondo e, se anche fosse, non sono certa che quel posto sarebbe il paese in cui sono nata. Ma di certo amo questo Paese così ricco eppure quasi inconsapevole della sua bellezza.
Come scacci i pensieri brutti?
Mangiando biscotti!
Se dovessi scrivere un nuovo libro, di cosa parleresti?
Scrivere per me è sempre stata un'urgenza, una necessità. Mi piacerebbe usare la mia esperienza per raccontare di quanto possa fare la differenza sforzarsi di trovare il buono anche nelle situazioni più complesse. Ma soprattutto mi piacerebbe poterlo scrivere quando finalmente le cose si saranno sistemate, per poter raccontare una storia a lieto fine.
I tuoi piatti del cuore
I biscotti, di ogni tipo. Sono una vera appassionata e non so resistere a un barattolo pieno di biscotti, preparo teglie piene di quelli senza glutine preparati con farina di castagne e poi li finisco in mezza giornata.
Il risotto, che mi fa tanto casa e che la nonna preparava in abbondanza per prepararci le crocchette di riso con il cuore filante il giorno dopo. La pasta ripiena che mi ricorda i pranzi di Natale in famiglia. E poi i muffin, che fino a quando ho vissuto in casa con i miei, erano un must a colazione.
In cosa sei mancina?
Sono mancina in cucina visto che per cause di forza maggiore cucino e mangio "senza" un sacco di cose. Ma sono mancina anche nella vita: sono spigolosa e burbera, non amo fare giri di parole e non sopporto chi fa le cose perché si sente in dovere di farlo. Preferisco togliere i filtri, almeno fuori da Instagram ;)
A tavola con Alessia Aloe - intervista
Scritto da Lorenza DadduzioHo conosciuto Alessia Aloe quando ha partecipato a Fornelli Mancini, un contest indetto da cucinaMancina dove bisognava far votare la propria ricetta del cuore. L’ho subito ammirata per la sua determinazione, la sua forza d’animo e quella luce fortissima del sud che sprizzava dai suoi occhi e dalle sue parole. Ho avuto la fortuna di abbracciarla solo due volte fin ora, una delle quali con la sua prima piccola principessa Sara. E ogni volta ho desiderato di poterla avere accanto ogni giorno per lavorare e ridere insieme, per nutrirmi della sua meravigliosa energia pulita. È un po’ come una malattia in positivo: se la conosci, non la molli più.
Eccola a voi, in questa intervista a 6 mani con le sue due meraviglie Sara e Sofia.
Chi è Alessia Aloe?
Sono mamma di due meraviglie, nata e vissuta in Calabria a Maida fino alla laurea in giurisprudenza. Da lì, con la valigia sempre pronta, ho iniziato a spostarmi prima per proseguire gli studi e poi, dopo il matrimonio, per seguire la mia metà alla ricerca della nostra futura casa. Così abbiamo avuto la fortuna di vivere in alcune delle città più belle del nostro paese, Napoli, Roma, Firenze, Milano e ora Parma. In ogni tappa i piatti e le preparazioni tipiche di ogni città hanno arricchito la mia valigia culinaria.
Negli anni, quella per la cucina, si è trasformata da una passione travolgente ad una vera e propria professione: ho conseguito il diploma di cuoca naturale a Milano presso la Sana Gola; curo personalmente il mio sito, Diritto in cucina, dove pubblico le mie ricette e foto e dove da qualche anno nutro la sezione Junior con tante ricette per i bimbi; tengo corsi di cucina e ideo ricette per varie riviste e aziende di settore.
In cosa credi?
Non esiste una cosa più bella nella vita dell'essere mamma e di avere figli. Tutto il resto non è noia ma può, o almeno dovrebbe, di sicuro venire dopo. Il nostro paese purtroppo non è baby-friendly: ad esempio, il mio contratto in banca non è stato rinnovato dopo che ho comunicato al capo di essere incinta. Alle volte ci sembra inutile battersi troppo per nobili cause, ma credo che per l'amore dei nostri figli sia doveroso continuare a provarci. E poi credo che le cose belle succedono, ma un pochino ce le dobbiamo andare a cercare! E se non mi fermi, tra un anno sono ancora qui a risponderti!
Cosa significa per te Diritto in Cucina?
Diritto in Cucina nasce dall'idea di accostare la mia formazione universitaria alla mia passione più grande. Nello stesso tempo è diventata la mia idea di alimentazione: giusta per noi e per il nostro pianeta, sana e sostenibile, equa e rispettosa.
La cucina in sé dovrebbe essere meno "stressante": meno pretenziosa ma più naturale e spontanea, più passionale e incubatrice di ricordi, più nido familiare, più giusta.
Le tue ricette del cuore
Sono tutte legate ad un particolare momento, spesso semplice e quotidiano. Ad alcune sono più affezionata di altre e per questo mi ritrovo a farle più volte.
Come la Torta al mango e cocco preparata per i 2 anni di Sara: è stata la prima torta che ha mangiato (l'ho fatta proprio per questo e quindi senza zucchero) e ogni tanto mi chiede "mamma, facciamo la mia torta a forma di sole?"
Poi ci sono i Biscotti al cioccolato che ho fatto per festeggiare la nascita di Sofia: un tripudio di cioccolato fondente che ha conquistato e conquista chiunque li assaggi!
Le crostatine del buonumore sono uno dei miei primi dolci vegani con le quali ho vinto la prima edizione di Fornelli mancini qualche anno fa: un dolce super riuscito, che ha conquistato anche mio marito, il mio sostenitore e severissimo critico n. 1.
I tuoi guru in cucina
Mia nonna e mia mamma sono le mie muse: con loro ho passato tanto tempo in cucina fin da bambina e da loro ho imparato le ricette della tradizione calabrese che continuo oggi a cucinare a modo mio.
Lo chef calabrese Antonio Abbruzzino, del quale ho avuto il piacere di frequentare una serie di lezioni: una persona genuina che padroneggia con semplicità e fermezza la sua arte. La sua è stata la prima cucina professionale in cui ho messo piede (tecnicamente la seconda, la prima è stata un'altra che ho lustrato per volontariato da ragazzina...ma è un'altra storia! :)
Chef Virgilio Martinez che porta avanti uno spettacolare progetto sulla biodiversità della sua terra, il Perù, catalogando tutte le varietà di cibi che poi trasforma in modo sapiente per offrire con i suoi piatti un racconto nuovo ed entusiasta della sua terra e della sua gente. Forse fa curriculum dire che l'ho visto per due volte dal vivo all'opera e ho assaggiato 2 suoi piatti!
Che dire poi di Chef Bottura: ho avuto l'onore di assistere ad una sua masterclass ed è travolgente! Ogni volta che lo sento parlare mi carico di un tale entusiasmo che aprirei 10 ristoranti nello stesso giorno o cucinerei per un paese intero all'istante!
Il tuo legame con la tua terra
Nutro per la Calabria un mix di amore e odio: da piccola non pensavo che sarei andata lontano dalla mia terra. Dopo il matrimonio però, io e mio marito abbiamo realizzato che non potevamo restare. Ecco il perché dell’odio: siamo stati costretti a lasciarla, se pure a malincuore. E così, con la malinconia con cui si lascia la casa di famiglia, abbiamo iniziato la nostra vita altrove. Ma nelle mie vene scorre sempre sangue calabro, così custodisco nel cuore i profumi, i sapori e gli usi della mia regione che continuano a farmi compagnia anche oggi. In dispensa non mancano mai l'anice nero della Sila, l'origano selvatico, la liquirizia di Rossano, la cipolla di Tropea, il peperoncino e molti altri profumi e sapori favolosi.
Anice nero delle Sila
Cipollotto di Tropea
Come è cambiata la tua cucina da quando sei mamma
In realtà non è cambiata molto. Tranne nel periodo iniziale dello svezzamento, durante il quale rendevo lo stesso piatto più liquido o masticabile per Sara. Da quando abbiamo iniziato a mangiare allo stesso modo, ho ridotto ulteriormente/eliminato sale e zucchero e sto ancora più attenta alla provenienza e alla salubrità degli ingredienti.
Le tue passioni fuori dalla cucina
Amo quasi ogni cosa che coniughi la manualità, la creatività e il bello. Quindi decoupage, giardinaggio, ricamo, uncinetto, fotografia, interior design, disegno.
In cosa ti senti mancina?
Sono mancina nella mia alimentazione "senza", tutta da scoprire anche per i più scettici. E soprattutto nella mia tavola che è molto inclusiva: tutti potremo serenamente mangiare gli stessi piatti senza problemi e con il sorriso.
Altro...
A tavola con Eleonora Righetti - intervista
Scritto da Lorenza DadduzioHo conosciuto Eleonora in occasione della stesura del secondo libro di cucinaMancina, “La cucina Differente”. Ha accettato con grande entusiasmo il nostro invito a prendere parte alla pubblicazione con alcune sue ricette, insieme ad altre splendide donne e blogger parte di Taste & More.
Da allora Eleonora non ha mai smesso di essere parte attiva e propositiva della nostra tribù mancina. Grazie a questa intervista ho scoperto altri suoi talenti, oltre alla cucina, ma soprattutto il motivo del magnetismo che mi lega a lei: l’amore viscerale per il mare e il suo legame alla famiglia come nido dove custodire e far germogliare i tesori più preziosi, a partire dalla cucina, luogo in cui si intrecciano storie e mani di generazioni.
Chi è Eleonora Righetti e cosa l’appassiona?
"Sono fatta di magia e semplicità, di cose che si intravedono ma solo chi guarda in fondo riesce a trovare. Sono fatta di timidezza e brillantezza allo stesso tempo, ma alcuni aspetti di me li nascondo accuratamente per far si di non imbarazzarmi davanti agli altri, non mi piace. Sono fatta di attesa, aspetto l’inverno con pazienza annusando le castagne arrostite e le bucce di mandarino, poi aspetto l’estate con trepidazione perché il caldo mi fa bene al cuore. Sono fatta di passioni, una di queste è la cucina."⠀⠀
Sono romagnola, ma con i geni che affondano tra le Marche e l’Umbria, dove sono nate le mie nonne Rita e Maria.
Loro mi hanno trasmesso la passione per la cucina come atto d’amore e condivisione e mi hanno insegnato a cucinare i piatti della tradizione umbra e marchigiana.
Io poi ci ho messo del mio, ri-adattando le ricette in funzione dei tempi concessi alla vita frenetica di una mamma moderna :)
Mia nonna Maria ha sempre abitato nel mio palazzo, insieme ai miei zii e cugini.
Quando ero piccola mi aveva regalato un mini-mattarello e una piccola spianatoia che usavo per imitarla quando lei preparava la piadina. Lei conserva ancora oggi questi piccoli miei oggettini del cuore.
A Natale e durante le feste tutta la famiglia allargata si riunisce intorno alla tavola: stiamo insieme dalla vigilia di Natale a Santo Stefano e cuciniamo a turno.
Io, la mamma, le zie e le nonne cominciamo molti giorni prima a preparare la pasta fresca per l’intera famiglia. È una tradizione che ci unisce molto.
La nonna Rita, quella umbra, ha sempre fatto la polenta nella sua casa vecchissima con una cucina piccola piccola dove riuscivamo a starci tutti insieme. I vetri erano appannati dal vapore della polenta gigante, stesa sulla spianatoia da cui mangiavamo tutti insieme.
Ho trasmesso questa mia grande passione anche ai miei due bimbi: Zoe, la più grande, ha 6 anni e Leone, il più piccolo, ha 3 anni e mezzo.
Entrambi sono i miei mini aiutanti in cucina, il nostro angolino magico dove diamo vita alle nostre creazioni culinarie.
Il piccolino ha 3 anni e mezzo e già vuole essere il mio aiuto cuoco, facendo un po’ di disastri mentre la sorellina gelosa vorrebbe la mamma e la cucina tutte per sé. Ma la parte più bella è la preparazione. Tutti insieme è una meraviglia!
Raccontaci delle ricette delle nonne a cui sei più legata
Sul fronte marchigiano sono legata soprattutto alle ricette di pasta fresca. Il mio blog è nato proprio per condividere questa mia passione per la pasta fresca.
La tagliatella è un must irrinunciabile per noi romagnoli, rigorosamente al mattarello perché così resta più porosa e assorbe meglio i condimenti. Adoro prepararle con le erbe aromatiche che coltivo io nel mio giardino. Ogni anno è come una sfida trovarne sempre di diverse da piantare e quando preparo questo piatto, che è semplicissimo, ne utilizzo davvero tante: timo, maggiorana, basilico, origano, erba cipollina, salvia, erba cedrina, timo sirpillo. Sono solamente da tritare e da usare insieme ad un ottimo olio d’oliva. Spesso le metto anche nell’impasto, come ad esempio la lavanda con i suoi fiori e le cucino con dei fagioli e dei calamari, hanno un gusto freschissimo.
Devo dire, però, che la meraviglia tocca il punto più alto quando mia nonna Maria taglia i tagliolini, è davvero inarrivabile, velocissima e precisissima. Da noi, a Rimini, sarebbe un peccato non preparare dei tagliolini al ragù di pesce appena pescato, incominciando da un po’ di olio e di aglio, proseguendo con qualche canocchia, cozze, vongole, calamari, gamberetti, pomodori maturi e prezzemolo tritato.
Della cucina umbra ho adottato le lunghe cotture dei secondi della tradizione regionale, che amo rivisitare in chiave moderna, come ad esempio il pollo al limone, che cotto insieme alle cipolle e alle olive nere ha un profumo delizioso, insaporito con alloro, finocchio selvatico, salvia e maggiorana.
Una delle mie ricette preferite resta sempre quella dei cardi gobbi al latte e parmigiano che sono ottimi anche nella versione priva di lattosio, leggeri e delicati, un comfort food davvero eccellente.
Chi è Eleonora fuori dalla cucina?
Amo l’arte in generale e le cose belle. La cucina è sempre stata la mia passione sin da piccola. Poi è arrivata nella mia vita la fotografia, quando frequentavo le superiori (ho frequentato grafica pubblicitaria e fotografia). E così è nata la mia passione principale: dare vita a racconti di cibo attraverso ricette belle e buone.
Uso il blog e mi dedico, cuore e mente, tra arte e cucina, per evadere dal mio lavoro quotidiano, nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia, che pur mi appassiona, ma mi assorbe tante energie dal punto di vista mentale.
Quando non sono ai fornelli mi piace organizzare serate con alcune amiche in cui combinare fotografia alla moda e al cibo.
Per fortuna Rimini è una città a misura d’uomo costellata di bellissime gallerie d’arte che animiamo con serate di cucina, vecchi film e moda.
Da quanto tempo hai il blog?
Lo gestisco da quasi 8 anni.
La cosa più bella che ti è capitata in questi 8 anni?
Uno dei momenti più magici per me è stato quando mi avete chiesto di partecipare al vostro libro "Mangiare bene, dormire meglio - Consigli, ricette e racconti della buonanotte" Queste sono le occasioni che mi riempiono di orgoglio, dando valore alle mie passioni.
Ho anche preso parte con grande gioia all’avventura di Taste & More, legando moltissimo con le mie colleghe blogger.
Ed è stato proprio grazie A Taste & More che ho conosciuto te e cucinaMancina, prendendo parte al libro La Cucina Differente.
Quanto conta nella tua vita il legame con la tua terra
Devo assolutamente abitare in un posto dove c’è il mare, che è parte del mio DNA. Mi piace della mia città che ci sono distanze brevissime per arrivare dove vuoi: viviamo in un posto a misura d’uomo – e di donna! - a pochi minuti dalla collina e dal mare. Rimini brulica di vita e di umanità. È piena di cose da fare e qui non ci annoiamo mai.
Vivo in una casa di vetro che ha costruito mio marito in un boschetto. Al mattino vengono a mangiare i caprioli nel nostro giardino, vediamo gli scoiattoli arrampicarsi sugli alberi e i fagiani volare sul nostro tetto.
Mi piace anche andare a cucinare a casa degli altri, oltre che a casa mia.
D’estate passiamo intere giornate al mare, dal mattino al tramonto. Adoro trascorrere le mie giornate in compagnia all’aria aperta. Quando non andiamo al mare, c’è sempre la campagna con i suoi profumi che stimolano tanto anche i piccolini.
Cosa ti lega a cucinaMancina?
Mi lega l’umanità che ho trovato, persone appassionate come me, ma soprattutto la voglia di cimentarmi sempre in ricette “particolari”, che mi stimolano alla ricerca e mi arricchiscono tantissimo.
Libri su Misura - parole che fanno bene
Scritto da Alessandra Campanile



cc intestato ad Associazione Libri su Misura
Raccontami, Salento, mentre cammino lungo le tue strade.
Fammi incontrare un guerriero saraceno
Scendere un bracciante nei frantoi
Parlare con un monaco del Millecinquecento.
Canta nelle orecchie con questo mare
Non dirmi i fatti ma le storie. M.G.
Siamo state invitate da Cucina Mancina, la food community a cui apparteniamo, a partecipare al tour Tour “Dai fari costieri alla luce dell’entroterra: Scorrano illuminato”. Progetto patrocinato dalla provincia di Lecce, Upi e Anci, con la proloco di Scorrano e a cui hanno partecipato giornalisti e Slow rider TV con i suoi riders.
Andare alla scoperta del Salento più bello con Giusi Portaluri e Alessandra Ferramosca, Cuoca Itinerante Salentina, ambasciatrici dell’Accademia dei Volenterosi, nonché organizzatrici perfette, è stato per noi entusiasmante.
Il tour ha toccato molte località partendo il 22 maggio dall’Abbazia di Cerrate, patrimonio Fai, per finire la giornata proprio in piazza a Scorrano alla trattoria da Beniamino assaggiando le specialità salentine più autentiche. Perché la conoscenza di un territorio passa anche attraverso i suoi sapori e poterli assaggiare non è sempre così scontato. Ma il Salento si è dimostrata una terra friendly ai celiaci.
E sono anche, e soprattutto, le persone che ci vivono che trasformano e rendono unici i luoghi che si visitano. Il Salento è bello da lasciare senza fiato, ma a fare la differenza e a renderlo indimenticabile sono stati i salentini.
A cominciare da Anna Presicce la guida di Scorrano che ci ha accompagnato con la sua passione indicibile ad ammirare il menhir Cupa risalente al neolitico eretto come simbolo di buon auspicio per le attività agricole e di caccia. Sacro e profano si mescolano e ancor oggi la Domenica delle Palme si legano attorno al menhir dei ramoscelli di olivo in segno di pace.
Molto interessante, e veramente inaspettato, arrivare a piedi fino ad una delle dieci entrate del Parco agricolo dei Paduli, praticamente un museo all’aperto. Un parco agricolo multifunzionale dove anticamente si ergeva il bosco del belvedere con querce spinose e lecci. Lì, ad aspettarci il referente di questo particolare laboratorio urbano. Un luogo dove si sperimentano pratiche sociali innovative. Turismo ecosostenibile con ospitalità diffusa e promozione di un’identità rurale andata persa.
Ci accolgono delle opere moderne ecosostenibili e, nel bel mezzo della natura, si stagliano dei nidi giganteschi che lasciano a bocca aperta. Sono dei nidi dove si può dormire godendo appieno della natura e fanno parte del progetto “nidificare i paduli”. Rifugi biodegradabili, fatti con gli scarti dei rami di ulivo potati. Un’idea contemplativa dell’uliveto, una vera ospitalità esperienziale. Vengono affittati per una notte. Impossibile non entrare per vedere da dentro al nido come potrebbe essere passare una notte d’estate immersi veramente nella natura incontaminata e splendida del parco, tra il silenzio, il fruscio degli ulivi e le stelle.
Niente paura, per i più tradizionalisti c’è anche un piccolo riparo agricolo trasformato in casetta, completa di tutto, costruita interamente in architettura ecosostenibile, con pannelli solari e fitodepurazione di acque reflue. Un piccolo modello che, se fosse emulato dai tanti proprietari del parco, per altri ripari agricoli, porterebbe un turismo di qualità per il futuro. I ragazzi che gestiscono il parco, hanno anche cominciato a produrre un olio eccellente dagli olivi del parco con l’intento di infondere negli altri “il ricominciare a prendersi cura dei propri ulivi”.
E sapete cosa è un pajaro? No, non è un trullo, e guai a dirlo. Nel Salento non ci sono trulli ma pajari e noi abbiamo visto il più grande, il Pajaro Amari, del 1769. I pajari servivano come riparo dal caldo e dai temporali estivi per i contadini e non come abitazioni. Probabilmente, però, questo grande pajaro può essere stato adibito anche ad abitazione per l’estate visto le tracce d’intonaco, all’interno, alte due metri.
Una passeggiata nel parco fino ad arrivare all’Uliveto Castagna, così chiamato per un tipo di ghiande così grosse che somigliavano a castagne, per ammirare, purtroppo con molta tristezza, questi ulivi secolari. La xilella ha fatto razzia qui in Salento, ma purtroppo nemmeno con gli innesti si riesce a salvare questi alberi.
Bisognerà estirparli e piantare uliveti resistenti a questo micidiale insetto.
Ancora una volta il Salento dovrà reinventarsi, così come ha fatto dopo la crisi dell’olio. Prima della rivoluzione industriale infatti si produceva l’olio lampante. Quello salentino era famoso in tutta Europa. Tutta la città di Londra, ad esempio, era illuminata dall’olio di Gallipoli. Con la rivoluzione industriale e l’introduzione dell’energia elettrica, l’olio lampante entrò in crisi e venne sostituito dall’olio alimentare.
La lavorazione era completamente diversa, le olive per l’olio lampante andavano raccolte a terra e la maggiore acidità dell’olio diminuiva il fumo. Al contrario, invece, per l’olio alimentare, l’oliva va raccolta immediatamente, quando è ancora sull’albero, proprio per evitarne l’acidità.
Alla Masseria Le Pezzate di Supersano Alessandra Ferramosca ha preparato per noi pranzo tradizionale salentino. Con grande conoscenza dei prodotti del territorio Alessandra ci ha fatto assaggiare il meglio e ci ha insegnato tutti i trucchi per fare delle orecchiette perfette e i macaruni col ferro, nelle quali ci siamo cimentate con grande passione.
Nel pomeriggio una passeggiata per Scorrano ci ha fatto scoprire la storia di Santa Domenica, la santa patrona, e delle sue mirabolanti luminarie.
La leggenda narra che nel ‘600 Scorrano fosse decimata dalla peste. Un giorno alla porta del paese compare una ragazza, la martire Domenica da Tropea, che asserisce di essere stata mandata da Gesù per salvare il paese dalla peste. Domenica prega per 20 giorni e la malattia viene debellata. Per ringraziarla, i paesani, accendono un lume su ogni porta o finestra per ogni persona guarita e il paese si accende. Così, da quel momento, ogni anno, nove giorni prima della data del martirio di Santa Domenica e durante i tre giorni di festa tutta, Scorrano si illumina a giorno. E dal 1600 alcune famiglie di Scorrano si occupano di realizzare le luminarie, tramandano l’impegno di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Fra queste la famiglia De Cagna che ci ha gentilmente aperto la sua azienda di luminarie, illustrandoci tutto il processo di nascita e tutti i progressi fatti. I colori e le luci di Scorrano sono così belli e tecnologicamente avanzati che vengono esportati in tutto il mondo.
Altra imperdibile scoperta di Scorrano è stata la casa dei preti, proprio in centro paese, con la sua incredibile storia.
Dieci anni fa fa il proprietariodovendo fare dei lavori di ristrutturazione scopre una stanza segreta nella casa. Questa nuova stanza era completamente intonacata di calce e, sorprendentemente sotto la calce, perfettamente affrescata.
Molto probabilmente era abitata da un gruppo di sacerdoti italo greci. Gli affreschi ne raccontano la storia con il refettorio e le figure religiose e le vedute paesaggistiche con colline toscane e cipressi. Tra tutti spicca un Gesù bambino, quello di Praga, probabilmente qualche prete era arrivato da là.
La sera si cena in un’altra masseria che lascia a bocca aperta per la bellezza: Le Stanzie.
Le Stanzie era posizionata su un incrocio di strade molto importanti. Lì stanziavano sia i commercianti di olio, che arrivavano da Gallipoli, che i pellegrini che si recavano a Santa Maria di Leuca.
Ma essendo in Puglia potevamo non assaggiare le cozze crude? Il mattino seguente ci siamo recati a Castro Marina e ci siamo imbarcati sul peschereccio di Mare vivo per conoscere gli allevamenti di cozze. Davanti a Castro Marina è preclusa la pesca e si estende per 4 ettari una nursery ecologica di cozze. In un mare totalmente pulito l’allevamento di cozze viene esportato anche a Dubai. La più temeraria di noi, ne ha mangiate due, una con il limone e l’altra senza. Il verdetto? La consistenza è simile alle ostriche, ma più sapide. Un consiglio invece che sentiamo di darvi è di assaggiare le cozze crude se non vi trovate in Puglia!
Dopo aver conosciuto Salvatore di Swim liberi di nuotare comincia a farsi chiaro nella mente perché questo tour, che ci vede ambasciatrici, si dica “educational tour”.
Ad Andrano un progetto esemplare di disponibilità per chi è diversamente abile. Swim liberi di nuotare è un lido accessibile a tutti, un progetto innovativo di psicomotricità funzionale dove il volersi bene e la disponibilità sono ingredienti fondamentali. Le persone vengono accompagnate in acqua, supportate e guidate nei momenti di difficoltà. Si trovano lettini galleggianti, percorsi sistemici in acqua con terapisti preparati, il tutto gratuitamente perché, come ci dice Salvatore “il desiderio di nuotare in un mare straordinario sia di tutti”. Una grande lezione di vita per noi tutti!
Sabato mattina è la volta del mercato di Maglie alla scoperta dei prodotti del territorio, accompagnati da Nunzio Pacella giornalista enogastronomico e grande conoscitore del suo Salento.
Con lui scopriamo lo sceblasti, una focaccia salentina che vede i suoi albori a Zollino e che racchiude tutti i sapori del Mediterraneo. Lo sceblasti in alcune zone prende il nome di cucuzzata.
Nunzio ci racconta anche la storia del pane degli esseni, una comunità che viveva in Salento, cotto al sole. SI dice risalga addirittura al II sec. a.C., praticamente un precursore di un pane crudista. Per questo pane ancor oggi vengono usati i grani antichi come il senator cappelli.
Sempre al mercato, l’azienda agricola Sticchi Roberto di Maglie ci aspetta per farci assaggiare formaggi salentini, caroselle (i fiori del finocchietto selvatico messi sotto aceto di mele), olive celline, melanzane secche e altri ortaggi tipicamente salentini.
Ma i sapori salentini vengono conservati dall’azienda La Cupa, fiore all’occhiello di Scorrano.
Peccato non sia agosto perché alla nostra vista si sarebbe rivelato un mare rosso e profumato di 18 km. Telai zeppi di pomodori messi a seccare al sole di Puglia. Si dice che il profumo si senta a ben 3 km di distanza. L’azienda, la più grande d’Italia, continua ad essiccare al sole i suoi pomodori, esattamente come facevano i nostri nonni. E il segreto per tenere lontani gli insetti? Semplicissimo, spolverare di sale i filetti appena tagliati e messi a seccare.
500 operatori, a turno, si occupano del prodotto dall’inizio alla fine, quando viene messo nei barattoli per essere venduto in tutto il mondo. I cupidi, la nuova gamma di sott’oli, come ricorda il nome, ci ruba il cuore.
Con la promessa di ritornare a sentire il profumo di pomodoro in estate, ci spostiamo su Cutrofiano dove ci accoglie Roberto Donno pluripremiato pasticcere e re del gelato salentino. Roberto nella sua pasticceria Dolce Arte è riuscito a congelare i profumi e i sapori della sua terra in un gelato incredibilmente buono.
Molti gelati sono dedicati alle donne salentine, a quelle che lavoravano negli anni ‘50 il tabacco racchiuso in un delizioso gelato al cioccolato. Impareggiabile il gelato preparato con la cucunedda che a Maglie diventa pupanedda o melonella, cucumbarazzo. Senza parlare del gusto capasa, che significa ‘piccolo otre’, dove si tenevano le friselle. Roberto ha creato anche il gusto frisella appunto dove le briciole (frizzuli) restavano in fondo alla capasa vuota.
Gelati vellutati preparati solo con panna e latte freschissimo legati con farina di semi di carruba. Impossibile non passare di qui per degustare le sue prelibatezze. Abbiamo assaggiato di tutto, infischiandocene della dieta, e indecisissimi poi su quale bontà scegliere.
Lasciati i paesi limitrofi a Scorrano partiamo per Santa Maria di Leuca, dove assistiamo al più bel tramoto mai visto. Finiamo la serata alla Vineria Renna, dove Alessandra Ferramosca ci fa scoprire il Friscous di Petramare
Un mix di semole e farine di grano duro tra cui il Cappelli lievitate con solo lievito madre e curcuma. L’insalata di Alessandra è un grande successo, annaffiata da un primitivo e un rosato eccezionali presentatici da Chiara Renna.
In questo piccolo luogo pieno di cultura conosciamo anche Matteo Greco, giovane scrittore salentino. I suoi libri parlano di questa terra di mare, di sole, di vento. Muretti a secco, fichi d’india e ulivi millenari. Storie antiche quelle di Matteo, narrate in maniera esemplare da leggere d’un fiato come il suo libro: C’era infinite volte il Sud, è un percorso narrativo alla scoperta del Salento.
Finisce la serata e lasciamo a malincuore i due ragazzi simpaticissimi.
Altra perla preziosa, assolutamente da vedere è Otranto. Con la preparatissima guida Deborah Bisci giriamo tutta la terra d’Otranto con le sue bellezze e arriviamo fino a porto Badisco per spostarci poi a Punta Palascia con l’antica torre costiera e il faro, occhi della Puglia nel Mar mediterraneo, il luogo più ad Est d'Italia.
La notte di San Silvestro, ai piedi del faro, una moltitudine di persone resta in attesa dell'alba del capodanno per ammirare la prima alba del nuovo anno in Italia.
Ma in Salento si può tranquillamente passeggiare tra Messico e Guatemala tra Africa e Argentina. Come?
Nel giardino botanico de la Cutura, a Giuggianello. Un’antica tenuta di campagna, oggi giardino botanico di 35 ettari, che ospita una delle più ricche raccolte di piante rare sia grasse che tropicali.
"C’è un giardino Botanico nato nella pietra, dove la meraviglia dell’esistenza abita da sempre”
Luogo magico tra 350 varietà di rose, il bosco dei lecci, il giardino all'italiana, la serra di piante grasse e tropicali, il giardino segreto, il giardino delle ninfee e quant’altro.
Riuscire a visitare il parco salentino con Salvatore Cezzi è un grande dono, la sua passione e amore per la natura e le varietà di esemplari di cui conosce ogni fiore e foglia è di grande insegnamento.
La serata finisce con gli amici di Slow Rider tv in una trattoria tipica a Bagnolo, dove, fra il serio e il faceto in una bella atmosfera goliardica, la signora Antonella, la proprietaria e cuoca indiscussa, ci fa assaggiare le sue specialità tra cui la famosa zuppa di pane.
Il mattino lasciando La corte dei Granai incantevole Relais a Maglie, dove ci hanno coccolato in mille maniere e dove abbiamo potuto assaggiare il famoso pasticciotto leccese, anche in versione senza glutine, passiamo per Scorrano per la colazione al panificio De Micheli, L'arte del forno. Con sorpresa ci fanno mettere le mani in pasta e via di taralli, frise, pucce, frizzoli e pastarelle.
Il tour è quasi agli sgoccioli ma posti indimenticabili ancora ci attendono, la visita alla Riserva Le Cesine Oasi WWF dove Giuseppe De Matteis responsabile RNS Oasi WWF Le Cesine ci accompagna in una visita guidata, parlandoci della storia dell'oasi, dell'habitat del bosco, macchia mediterranea, paludi. Conoscenza e rispetto per la natura per questo indescrivibile Salento.
Interessantissimo anche il progetto Bee Safe di WWF Italia con Conad per la tutela delle api all'interno delle oasi WWF, grazie a nidi speciali e a campi seminati appositamente per la loro nutrizione. Un’altra bella pagina di educational tour.
Le care Giusi e Alessandra orgogliose della loro terra al ritorno decidono di farci ammirare ancora qualche scorcio. Ci riempiamo gli occhi e il cuore a Rocca li posti e ai laghi Alimini.
È ora di tornare, di lasciare questa terra ospitale e incantevole dove la gente è cordiale, sorridente e disponibile. Resta la voglia di tornare prestissimo. Intanto la nostalgia sarà mitigata dal ben di Dio che ci siamo portate a casa, caroselle, melanzane secche, pucce, taralli, pastarelle e frise, olive, fave secche e pomodori. La valigia scoppia di Salento, anzi profuma proprio, anche di cipollotti salentini.
La Puglia, ancora una volta, non ci delude e anzi ci fa desiderare di conoscerla sempre di più.
Framing Recipes - identity, relationship and norms
Scritto da Francesca MastrovitoCos'è una ricetta? Cosa determina l'identità di un piatto? E chi stabilisce cos'è una tradizione culinaria?
Queste sono solo alcune domande da cui partiranno i relatori della conferenza "Framing Recipes – Identity, Relationship and Norms" che si terrà i prossimi 4 e 5 Dicembre presso l'Università Statale di Milano. La conferenza sarà un'occasione per esplorare differenti prospettive sul tema delle ricette in tre specifiche macroaree: identità, relazioni e norme. A intervenire saranno esperti accademici che si troveranno a dialogare con chef, food writer e professionisti del settore enogastronomico, per discutere sul modo in cui pensiamo al cibo e aprire un dialogo tra il mondo dell'università e della ricerca e il mondo reale delle cucine, le aziende e gli attori del settore agroalimentare in tutte le sue aree, come agricoltura, ristorazione, comunicazione gastronomica, ecologia, ricerca e sviluppo.
Organizzata da The Culinary Mind – center of philosophy of food, la conferenza segna un momento importante di crescita per il network, che si espande per l'occasione a livello internazionale comprendendo relatori provenienti da 4 continenti. Scopo del network è evidenziare questioni teoretiche legate al cibo finora poco esplorate e promuoverne la ricerca. Andrea Borghini, professore ordinario alla Statale di Milano e organizzatore della conferenza, ha scelto il tema delle ricette in quest'ottica, per esplorarlo attraverso diverse lenti e prospettive che includono non solo questioni etiche, ma anche politiche e identitarie, a partire dai luoghi più comuni a ogni essere umano: la cucina e la tavola.
Il Network è in costante espansione e aperto a chiunque voglia partecipare attivamente al dialogo.
Anche l'evento è aperto al pubblico ed è a ingresso libero.
È possibile consultare il programma completo qui: https://culinarymind.org/2018/11/19/framing-recipes-identity-relationships-norms/
Info Quando: martedì 4 e mercoledì 5 dicembre 2018 Dove: presso la sede dell'Università statale di Milano Costo: ingresso gratuito