Mercoledì, 27 Maggio 2015 00:00

INSONNIA E ALIMENTAZIONE

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L'insonnia è, purtroppo, un problema che affligge molte persone. Dormire bene è fondamentale per il nostro stato di salute poichè, durante il sonno, il nostro sangue può depurarsi.
Esiste una correlazione tra insonnia e alimentazione
? Ce lo spiega Mara Di Noia, che ci propone anche diversi rimedi naturali per dormire bene: in particolare, il "brodo di verdure dolci", che può aiutarci a riequilibrare gli zuccheri nel nostro sangue e a stabilizzare il nostro umore. 



 

Mercoledì, 27 Maggio 2015 02:00

E se poi te ne penti?

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"E se poi te ne penti?" - dico strabuzzando gli occhi, tra il serio e il faceto. "Di cosa, sentiamo". E sento già che la pazienza di Luca in questa soleggiata tarda mattinata di maggio è già messa alla prova dalla mia opinabile idiozia.
"Ma come di cosa... dell'essere vegano, naturalmente
– blatero avvicinandomi al sofà con una rivista in mano e sedendomi accanto al mio vegano sul divano – è l'unico difetto che hai e lo sai".
"Lusingato, ma non è l'unico – mi dice con un sorrisetto – quello più ingobrante è l'essere goloso!
" "Già, vegan e goloso sono due termini che cozzano, non trovi? Te lo dimostrerò – continuo – e poi potrai dire la magica frase che tanto aspetto: sto cedendo alla tentazione della carne!"
"Smettila, sei un'onnivora che non rispetta le scelte altrui". Dice divertito e un po' seccato Luca, come qualcuno che si è rassegnato all'incomprensibilità del proprio stile di vita. La fatica di spiegare al mondo le proprie scelte in materia di alimentazione differente, devo ammetterlo, è uno dei grandi drammi comunicativi di questo decennio.

"Ma guarda qui, questa, dopo anni di veganesimo torna a mangiare la carne – dico indicando l'articolo che sto leggendo – A te, questi dubbi, non ti sfiorano mai? Non pensi: oddio, forse sto sbagliando, la strada intrapresa non è quella giusta".
"Certo, il veganesimo è una scelta e come tale implica una decisione e delle rinunce".
"Qual è stata, allora, la rinuncia più sofferta?"
"Una delle cose che ho sempre amato mangiare – mi spiega Luca – sono i formaggi, specie se stagionati e puzzolenti, per quelli francesi, poi, avevo una vera e propria adorazione!".
"Quindi la tentazione di azzannare una fetta di formaggio c'è sempre…" dico tendenziosa.
"Il ricordo, più che la tentazione, - mi spiega con fare deciso – così come i ricordi di cibi mangiati in viaggio e che oggi proprio non riuscirei a mangiare. Detto questo sì, sono ancora un convinto vegano perché è uno stile alimentare che mi si addice".
"Va bene… contento tu!"

Dicendo così penso già a cosa poter cucinare per pranzo. Vorrei che i golosi ricordi di Luca non facessero troppo rumore; vorrei questa volta, come ogni volta che cucino, dimostrare che la golosità non dipende solo dagli ingredienti ma è la combinazione di cibi, sapori, colori e momenti. Mi avvio in cucina, metto su "The sicilian clan" di Ennio Morricone e penso che la combinazione golosa di oggi possa partire da un grande ingrediente di stagione, le fave fresche. "Luca, mi aiuti a cucinare?" - urlo dalla cucina.
"Arrivo – dice avvicinandosi – cosa prepariamo di goloso?"

Spaghetti integrali con vellutata di fave fresche e basilico
 

Photo credits: thegrocer

Domenica, 17 Maggio 2015 00:00

Copenhagen foodie tour

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Non serve comprare i biglietti per la Danimarca in funzione della prenotazione al Noma, per poi mangiare riso e cipolle fino al giorno della partenza: taccuino in una mano e pc nell'altra, basta poco per pianificare un itinerario foodie di Copenhagen. Insomma, oltre Rezdepi c'è di più -per quanto sia diventato l'icona della capitale danese a pari livelli della Sirenetta.
Lontano dai riflettori puntati sul Noma, il Nordic Food Lab e il manifesto della nuova cucina nordica
, c'è un vivo e ricchissimo sottobosco che sta trasformando lo scenario enogastronomico di Copenhagen verso una nuova forma sostenibile, innovativa-tendente-all'hipster e democratica; c'è spazio per tutto e tutti: vegani e onnivori, cene gourmet e street food, stellati e bistrot "low cost" (occhio alle virgolette, perché il costo della vita della capitale è abbastanza elevato). Più che una manifestazione sporadica, un trend che esplode e si spegne alla stessa velocità, la rivoluzione foodie danese sembra essere davvero intenzionata a tracciare un segno indelebile.
Ecco 3 curiosità utili e 3 (+2) tappe immancabili nel vostro itinerario della nuova foodie Copenhagen.

1.  A COPENHAGEN SI VIVE BIO. RELÆ, MANFRED'S E MIRABELLE

Copenhagen ha scelto il biologico
, e non solo per la tavola: dai prodotti per il corpo a quelli per la cura della casa, passando anche per i tessuti, i consumatori prediligono l'opzione bio. Al fianco dei negozi specializzati, anche i supermercati sembrano covare un sostanziale mutamento che soddisfi la crescente domanda. Inutile dire che il cibo è il primo a essere finito sotto il mirino, tanto che oltre alla certificazione biologica europea dei prodotti, in Danimarca ne esiste una anche per i servizi di ristorazione. Che siano mense scolastiche, food truck per hot dog o ristoranti stellati, ogni locale ha a disposizione una lista completa e costantemente aggiornata di produttori biologici presso cui fare rifornimento, sia per il cibo che per i prodotti necessari alla cura del ristorante. A seconda della percentuale dei prodotti biologici impiegati, il locale riceve una medaglia di bronzo, argento o oro.

Tra questi ultimi virtuosi bio dal 90 al 100% c'è il ristorante una stella Michelin Relæ, dello chef Christian Puglisi. Situato in Jaegersborggade, una fiorente via di commercio enogastronomico -tirata via dalla sua vecchia nomea malfamata proprio grazie alla coraggiosa apertura del ristorante, Relæ è lo stellato più "economico" del Paese (attenzione ancora alle virgolette), dove la cucina sperimentale dello chef viene accompagnata dai vini naturali importati dal suo stesso gruppo imprenditoriale. L'esperimento del Relæ sembra essere riuscito tanto bene al punto che sono nate, sempre dallo stesso gruppo e con la stessa identità biologica, altre realtà satellite. Proprio di fronte al primo locale è situato il Manfred's, la sua versione low cost, dove vengono impiegate tutte le materie prime non utilizzate al Relæ: se ad esempio il primo ristorante serve petto di pollo, il secondo avrà in menù alette e sovracosce. Della grande famiglia del Relæ fa parte anche Mirabelle, bakery scandinava che serve dell'ottima focaccia in stile italiano e pagnotte che nella maggior parte dei casi sono a base di farina scura, come cultura nordica vuole. Ma anche nel caso delle farine bianche, nessuna provenienza sospetta: è l'italianissimo Mulino Marino a fornire il negozio. Il pane di Mirabelle è tanto buono che i locali del circondariato ne sono i primi acquirenti, in un continuo ciclo di sostegno reciproco che nutre l'imprenditorialità locale. Ciclo di cui fa parte lo stesso chef Puglisi, che ha deciso di decorare il Relae con le ceramiche artigianali della bottega vicina. Se non ci si sostiene a vicenda...


2. I DANESI PREDILIGONO L'ACIDO (E VANNO MATTI PER I FERMENTATI). RØDDER

Come si dice, de gustibus non disputandum est. Rispetto ai nostri gusti, quelli nordici tendono molto più all'acido
- e, in certi casi, all'amaro. Più che un vezzo, è una peculiarità del bagaglio culturale tramandato nel tempo di generazione in generazione, e modellato sia da fattori controllati dall'uomo e che da altri prettamente naturali. Come spiegazione più ovvia, molti additano il clima rigido dell'area, che non permette a frutta e verdura di maturare al punto giusto (quello che in Europa Meridionale consideriamo il punto giusto) e restano così più aspre, acide del dovuto. Chissà quale sarà l'influenza delle temperature crescenti, oggi tanto alte da poter permettere ai Danesi di coltivare le viti. Ma il gusto dell'acido resiste ancora: birra, caffè e vini tendono molto su questo versante.

A rinforzare questa peculiarità, vi è la passione quasi smoderata per le fermentazioni selvagge: dimenticate i lieviti lasciati in eredità dai produttori francesi di champagne, in Danimarca qualsiasi microrganismo è il benvenuto. Così la carta dei vini si riempie di vini naturali e biologici dai colori decisamente fuori dai canoni, spesso tendenti a un arancione ambrato; quasi immancabile è il fondo, o qualche residuo scampato al filtraggio, e il corpo pieno e rotondo a cui siamo abituati è una rarità; ma pur restando l'acido il gusto predominante, la gamma degli aromi e dei sapori non ne risente, spaziando ampiamente dai fruttati ai legnosi. Insomma, se vi arriva al tavolo un vino quasi acetico, non rimandatelo indietro: la scoperta di una cultura passa anche dal bicchiere. Rødder è un tempio del vino naturale: dalla mente creativa di Solfinn Danielsen, ex uomo di marketing, l'enoteca è un'ottima vetrina espositiva dei gusti enologici della Danimarca, contando numerose etichette internazionali -tra cui non mancano le italiane. Oltre all'acquisto in negozio, potete assaggiare i vini in una delle cene del ristorante pop-up organizzate da Solfinn e il suo socio in giro per il Paese -basta solo intercettare un invito su Facebook, e il gioco è fatto.


3. COPENHAGEN È...BUONA! SPISEHUSET RUB&STUB

La cultura danese è basata su un forte senso di eguaglianza e comunità
, collante essenziale per lo spirito propositivo, attivo e pro-attivo dei cittadini. Questo fermento collettivo è ben percettibile in iniziative di qualsiasi sorta, grazie alla collaborazione alla pari di singoli individui, associazioni e istituzioni (si, la municipalità di Copenhagen è giovane, attiva e propositiva come nelle più rosee utopie). Nessun atteggiamento altezzoso, però; niente competizione, rivalità e soprattutto niente stress: ai danesi piace divertirsi e divertire, prendersela con calma e sorridere; non a caso, sono il popolo più felice del mondo praticamente da quando è stata istituita una classifica del genere. Alla gente, insomma, piace fare del bene -e farlo per bene.

Come i 130 volontari dello Spisehuset Rub & Stub, il ristorante no-profit parte del Danish Refugee Council che ha come obiettivo la lotta contro lo spreco alimentare. Rub & Stub riceve ogni giorno il surplus di cibo da contadini, cooperative, supermercati e negozi alimentari; il cibo donato consiste solitamente in prodotti in prossimità di scadenza e in frutta e verdura di taglia, colore, forma sbagliata, non corrispondente cioè ai canoni che lo renderebbe appetibile a sufficienza. I volontari (che garantiscono un impegno di 3 turni di 6 ore al mese, per un minimo di 6 mesi) provvedono a cucinare e a servire i piatti in tavola, in un'elegante struttura nel centro della città concessa gratuitamente dalla municipalità. Il ricavato, infine, viene devoluto in beneficenza. Il progetto è ormai solido, tanto che nel suo primo anno di vita ha permesso al ristorante di cucinare e servire 3 tonnellate e mezzo di surplus di cibo. La prenotazione è necessaria ma la cena, ovviamente, sarà una sorpresa. Il menù cambia ogni giorno a seconda della disponibilità degli ingredienti, offrendo tendenzialmente una scelta tra due antipasti, due piatti unici e due dessert. Vale la pena di accettare a scatola chiusa, garantisce la qualità della cucina!

Photo credits: Francesca Mastrovito


 

Venerdì, 15 Maggio 2015 00:00

I SOSTITUTIVI DEL LATTE

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Il latte è un alimento spesso difficile da digerire e a cui si può essere intolleranti per mancanza dell'enzima lattasi che, appunto, digerisce il lattosio, lo zucchero in esso contenuto. Che alternative abbiamo a disposizione?
Il latte si può sostituire con bevande di origine vegetale
anche quando si fanno delle scelte di vita vegana, eliminando dalla propria dieta qualsiasi alimento di origine animale. 

Come sempre succede togliere un alimento significa conoscerne moltissimi altri! Le bevande vegetali sono ormai parte integrante del nostro quotidiano. All'inizio esistevano solo quelle di soia e di riso, oltre al latte di mandorle che al sud viene preparato dal medioevo: oggi abbiamo bevande vegetali a partire da ogni tipo di cereale e di frutta secca.
Latte di soia, riso, avena, mandorla, pistacchio, farro, quinoa, miglio, nocciola
…c'e' davvero l'imbarazzo della scelta e ce n'e' per tutti i gusti. Possiamo divertirci a tavola e non annoiarci mai.

Le bevande possono essere dolcificate o no, e si possono utilizzare tutti in cucina, con varieta' e fantasia. Il latte di riso, ad esempio, e' molto adatto ai dolci, essendo dolce di per se'. Il latte di avena, morbido e vellutato grazie ai suoi grassi, è utile quando si vuole sostituire il latte vaccino, ad esempio con i bambini. 
Tali bevande possono  dunque servirci per realizzare dolci, frappe', creme, smoothies, frullati, miscelati con frutta di stagione; e si prestano, inoltre, alla preparazione di vellutate, creme, besciamelle, maionesi vegetali, gelati, semifreddi e spume.

Per preparare un'ottima maionese utilizziamo il latte di soia senza zucchero
: solo cosi monterà con la dose doppia di olio di riso, a cui si andranno ad aggiungere sale, succo di limone e zafferano (o curcuma), frullando quindi tutto insieme con un minipimer a immersione.
Anche la besciamella riesce perfettamente con il latte di avena o di soia
, con l'olio di oliva al posto del burro: per mezzo litro di latte utilizzeremo tre cucchiai di farina e tre cucchiai di olio.
Alternative sane e leggere per la salute di tutti: esseri umani e animali!

Photo credits: cookingalamel

Sabato, 02 Maggio 2015 00:00

COSMETICI VEGAN A BASE DI ALOE

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In cucina possiamo realizzare anche cosmetici casalinghi, semplici e freschi. Mara di Noia ci spiega come prepare un latte detergente a base di aloe, vero e proprio trattamento di bellezza per la nostra epidermide. Mentre il Dottor Calcattera ci fornisce un approfondimento medico sulle proprietà dell'aloe, che protegge il nostro organismo da molti punti di vista.

 

Giovedì, 30 Aprile 2015 00:00

Noia in cucina? Arriva il pic-nic di primavera

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"Ormai mi sto annoiando un po' in cucina, sai?" "Perché? Cosa ti annoia, l'arredamento, gli elettrodomestici o il cibo?" Rido sarcastica e un po' sorpresa.
"Non so: sarà il torpore della primavera ma non ho grande voglia di cucinare
– dice pensieroso Luca – e poi non ho idee... cucino spesso le stesse cose!" "Dai, non ti preoccupare. Questo è un problema comune – confesso - a me, per esempio, capita almeno due volte al giorno, tre quando devo portare il pranzo fuori casa!".
"Il pranzo fuori casa, poi, è un vero dramma
". "Dici? - chiedo mentre guardo Luca, il mio Vegano sul divano – allora mettiamoci alla prova insieme, qualcosa ne uscirà fuori".

Parli di primavera e parli di pic-nic, di tovaglie stese al sole, di passeggiate nei boschi o in riva al mare. Arriva maggio e nella mia stramba famiglia fatta di amici più o meno geograficamente lontani, arriva la stagione del pranzo al sacco: si propone, organizza, si fissa la meta e si parte. Ah, naturalmente prima si cucina! Abbiamo fatto così anche qualche giorno fa, sabato 25 aprile quando, dopo il the mattutino, io e Luca ci siamo confrontati sulla difficoltà – vegan o no – di trovare sempre ricette nuove, gustose, veloci e a prova di pic-nic!
La città, però, è scomoda per mettere in atto una scampagnata di tutto rispetto, così, abbiamo deciso di camminare nei boschi di faggi sull'Appennino Reggiano. La meta era il lago di Calamone alle pendici del monte Ventasso, nel cuore dell'Emilia Romagna.

"L'insalata, per esempio, - mi dice Luca mentre addita un cespo di insalata e verdure che giaciono silenziose nel frigo - perché deve essere per forza così semplice e triste agli occhi dei NONvegani?"
"Ma non penso sia un problema di vegani e NONvegani: l'insalata sola e moribonda in un piatto è sempre stata triste. Proviamo a darle una nuova vita
, proviamo anche a rendere utili le verdure: metto a cuocere il riso venere, tu prendi delle arance".
Così, mentre Holly Golightly canta "Tell me now so I know", noi cerchiamo di rendere appetitosa la nostra Insalata di riso venere con arancia e finocchi
per il pic-nic al lago.
Pronti a partire!


Photo credits: Paul

Mercoledì, 15 Aprile 2015 00:00

FARINA INTEGRALE VS. FARINA 00

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La farina integrale e la farina 00 sono molto diverse. La farina 00, infatti, essendo la più raffinata, può provocare alcuni problemi di salute: ad esempio, può predisporre al diabete.
In questa puntata di Vegachef, Mara di Noia
- assieme al Dott. Calcaterra - ci spiega le motivazioni per cui è preferibile utilizzare farine integrali e semintegrali. E poi, ricordiamoci che non esiste solo la farina di grano: proviamo dunque anche a utilizzare tutte le altre varianti, come le farine di farro, di riso e di mais, per preparare nuove e gustose ricette!


 

Venerdì, 27 Marzo 2015 01:00

LO ZUCCHERO E I SUOI SOSTITUTI

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Lo zucchero bianco fa veramente male alla nostra salute: stressa il nostro pancreas e ci espone a pericolosi picchi glicemici; é inserito nell'elenco degli alimenti acidificanti, e pertanto il nostro organismo deve tamponarlo per limitarne gli effetti dannosi. Come? Prelevando sali minerali dai distretti dove questi ultimi sono più presenti, ad esempio dalle nostre ossa. Lo zucchero ha un effetto killer sui nostri globuli bianchi, che vengono privati progressivamente della capacità di fagocitare i batteri.

Lo zucchero di canna, ahimè, è uguale: è sempre saccarosio
. A meno che non si riesca a trovare il vero zucchero di canna integrale, scuro e cristallino. Possiamo sostituire degnamente lo zucchero e avere comunque il dolce nella nostra vita, un gusto che non può mancare.


I sostituti migliori sono i malti
, ottenuti dalla cottura di cereali, riso, mais e orzo, che sono prodotti integrali, non eccessivamente raffinati, ricchi di sali minerali e vitamine, hanno un gusto dolce e una consistenza che ricorda il miele. Il malto di orzo e' meno dolce e possiamo usarlo in cucina, per la panificazione o per la cucina salata. Malto di riso e mais sostituiranno benissimo lo zucchero nei dessert, ci nutrono e non ci impoveriscono.
Il fruttosio della frutta e' amico della nostra salute
, ma non e' cosi per il fruttosio di sintesi, prodotto troppo lavorato che alla lunga fa ammalare il nostro pancreas. Lo stesso discorso vale per il succo d'agave, che e' troppo ricco di fruttosio (chi fa colazione con il fruttosio come dolcificante tende ad avere fame prima e a mangiare di più).
Il succo d'acero
e' un buon dolcificante: e' un liquido ottenuto bollendo la linfa dell'acero da zucchero e dell'acero nero. Per ottenerne un litro, occorre bollire 40 litri di linfa. E' ricco di sali minerali ha proprietà depurative ed energizzanti. E' un prodotto tipico della cultura canadese (nella loro bandiera, e' presente una sua foglia!).
La stevia
e' una pianta originaria delle montagne tra Paraguay e Brasile. Il potere dolcificante e' racchiuso nelle foglie: dolcifica circa 200 volte più dello zucchero comune. Il successo e' stato decretato dal fatto che ha zero calorie: viene consigliato anche per i diabetici per il ridotto impatto glicemico. Ma come per il fruttosio di sintesi, a fronte del basso impatto glicemico e calorico c'e' un enorme carico per il nostro pancreas. La foglia fresca o essiccata, infatti, non e' molto utile in cucina, quindi occorre usare il prodotto industriale. 


Il diabete e la sindrome metabolica sono le malattie del futuro: prendiamoci cura del nostro pancreas!
Ancora una volta, vi invito a utilizzare prodotti più naturali, meno raffinati e industrializzati possibili
, visto che le abbiamo a disposizione molte alternative per non farci mancare il nostro primo gusto:il dolce che ci serve ogni giorno nella vita.

Letture consigliate

Sanchez A. et al. (1973). Role of sugars in human neutrophilic phagocytosis. American Journal of Clinical Nutrition, 26, 1180-4
Wender E.H., Solanto M.V. (1991). Effects of sugar on aggressive and inattentive behavior in children with attention deficit disorder with hyperactivity and normal children. Pediatrics 88(5): 960-6
http://www.naturopataonline.org/alimentazione/cosa-mangiamo/147-quali-sono-i-cibi-acidi-cibi-alcalini-e-gli-alimenti-neutri.html

Photo credits: 
Moyan Brenn
Alpha

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Giovedì, 26 Marzo 2015 01:00

Colazione e altri drammi

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"Scendiamo, scendiamo, scendiamo – ripeto quando, con un occhio semiaperto e l'altro totalmente chiuso, arrivo in salotto - scendiamo per la colazione al bar?" "Dovresti conoscere il dramma-della-colazione-al-bar!" Esordisce il mio Vegano sul Divano.
"No – rispondo svogliata – Cos'è, una nuova pièce teatrale?"
"Ah – ride Luca – potrebbe essere un'ottima idea da portare sul palcoscenico... ma no, non lo è, purtroppo è la macabra realtà".
"Eh no, eh, - sbotto mentre arrotolata nel mio pigiama rosso a pois ciondolo per casa - di nuovo con questo dramma che vivete voi poveri vegani? E poi, già a quest'ora? Già all'alba?"

"Che esagerata... non è mica l'alba! Comunque non è un dramma – ripete serioso Luca - ma quello che proviamo ogni qual volta decidiamo, noi vegani, di fare la colazione fuori casa: dolci al burro, crostatine con cioccolato al latte, cornetti al miele e via di seguito
". "Tutto questo per dirmi che non mi accompagni a fare colazione fuori?"

A questo punto oltre alle occhiaie da fine settimana, penso che mi sia comparsa, improvvisamente, un'espressione ebete sul viso. Non solo lo shock che mi procura la sveglia ogni qual volta mi ricorda lo sfratto mattutino dal letto, ma anche la consapevolezza che non potrò calarmi gli occhiali sul viso e scendere al bar di sotto e chiedere una qualsiasi brioche.

"E ora come pensi di ovviare al mio di dramma?", dico sottolineando la mia disperazione.
"Dai, prepariamo qualcosa di veloce
– ribatte il mio vegano già pronto e pimpante per la giornata – magari proviamo insieme quella ricetta che mi hai passato, quella della Torta Ciocco-Caffè che mi avevi inviato tempo fa e ci beviamo sopra un'ottima tazza di quel the verde che abbiamo comprato insieme".
"Buona idea, mi hai convinto – rispondo quasi rassegnata – allora mi preparo e ci mettiamo a lavoro. Concedimi, però, almeno un caffè!"
"Brava, fai il caffè che poi lo utilizziamo per la ricetta
". "Ok, tu però, metti un po' di musica: io devo svegliarmi!".

Così, mentre i Blur cantano Coffee and TV, io sorseggio il mio primo caffè e ci mettiamo a lavoro per una splendida colazione di buon week-end.

Photo credits: Or Hiltch

Venerdì, 20 Marzo 2015 01:00

LA VOGLIA DI DOLCE...NATURALE!

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Il dolce è il nostro primo gusto: ci ricorda il latte materno e ci accompagna per tutta la vita. La voglia di dolce è, tuttavia, ipoglicemica, e non va contrastata con gli zuccheri raffinati, ma privilegiando dolci e dolcificanti naturali, come il malto.
Mara di Noia
ci accompagna nel mondo dei dolci naturali e ci spiega come preparare una bevanda dissetante e rilassante, per noi e per i nostri bimbi, a base di succo di mela