Capoverso mancino

Capoverso mancino (18)

Lunedì, 05 Ottobre 2015 02:00

ZUCCHERO SI O NO?

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È di grande interesse il dibattito sulla corretta alimentazione e sulle scelte dei diversi stili alimentari, mediterraneo, vegetariano, vegano...così come si sta cercando di approfondire il ruolo degli zuccheri e delle farine raffinate rispetto alle patologie metaboliche.  Le opinioni degli esperti di settore sono molto differenti e discordanti, come per esempio le posizioni del professore Franco Berrino, studioso dell'associazione tra tumori e alimentazione e del professor Giorgio Calabrese, rappresentante delle istituzioni in campo di nutrizione.
Berrino è un acceso sostenitore dell'alimentazione  priva di alimenti raffinati come zuccheri, farine e prodotti da forno industriali, il cui consumo è associato all'aumento di sovrappeso, obesità, diabete, patologie metaboliche e tumori. Secondo Berrino, l'alimentazione corretta deve basarsi sul consumo di cereali integrali, legumi, verdura e poca frutta. Le proteine devono essere limitate a piccole quantità
, scegliendo tra prodotti che derivino da allevamenti non intensivi, in cui gli animali sono alimentati e trattati nel rispetto dei loro cicli vitali e di crescita. Solo così i prodotti che arrivano sulle nostre tavole possono essere benefici per la nostra salute. Non si tratta di integralismo, dice Berrino, ma di buon senso.
Il professor Calabrese, invece, non demonizza zuccheri e farine raffinate, anzi sostiene che possano essere inseriti nell'alimentazione quotidiana in modo equilibrato e in quantità adeguate, essendo questi alimenti importanti per dare pronta energia a muscoli, cuore e cervello.
Calabrese sostiene fermamente la validità della dieta mediterranea e l'importanza di non escludere nessun alimento in quanto ognuno apporta importanti principi nutritivi. Punta il dito sugli estremismi alimentari e delle "mode monotematiche" come il crudismo e il vegan, sostenendo l'importanza di fare scelte non per moda ma per salute. 
E noi cosa ne pensiamo? Che entrambe le posizioni hanno i loro punti di forza e le loro debolezze.
Non si può negare che sia aumentato il consumo alimentare e soprattutto l'uso di alimenti industriali e raffinati, e che questo fenomeno sia andato di pari passo con un aumento dell'indice di massa corporea, soprattutto nei bambini.
Noi sosteniamo che qualsiasi scelta alimentare, dall'utilizzare solo prodotti integrali, all'eliminazione dello zucchero, dalla dieta vegana a quella mediterranea debbano essere fatte con consapevolezza e coscienza e non per moda o per sentito dire.
È fondamentale per la nostra salute conoscere gli alimenti, la loro provenienza e le metodiche di coltivazione e allevamento perché ciò può incidere sulla nostra salute ma anche sull'ambiente. 
Per approfondire:

http://magazine.expo2015.org/it/lifestyle/franco-berrino.-facciamolo-scomparire-questo-zucchero
http://www.portaaporta.rai.it/puntate/oltre-4-milioni-la-carica-dei-vegani/

Foto credits: Kurtis Garbutt

Martedì, 24 Febbraio 2015 01:00

UNA COLAZIONE DA RE

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"Colazione da re, pranzo da principe e cena da povero".
Questo è quello che mi consiglia sempre mia nonna, una simpatica vecchina di 95 anni (in pratica, l'highlander della mia famiglia). Questo detto della saggezza popolare, se fosse ascoltato, ci aiuterebbe ad essere in salute, più magri, più in forma e con meno malattie.

In realtà la colazione è il pasto più trascurato della giornata. Molte persone evitano di farla per mancanza di tempo o fame; tanti altri mangiano "qualcosina" (caffè, cappuccino) e molti ancora fanno una colazione inadeguata (cornetto, cereali, merendine, ecc.). Quella di saltare la colazione, come dimostrato da numerosi studi, è un'abitudine dannosa in quanto predispone al sovrappeso e all'obesità. E' ritenuta, infatti, una delle cause della diffusione dei problemi di peso tra bambini e adolescenti.

La colazione dovrebbe essere considerata il pasto più importante della giornata,
quello con il maggior apporto calorico (circa il 30-35%) e quello necessario a fornire i nutrienti per riprendere l'attività fisica e metabolica dopo il digiuno notturno. E' importante considerare anche il tipo di alimenti che costituiscono la nostra colazione. E' stato osservato che favorire alimenti di tipo proteico regola positivamente l'appetito, aumentando il senso di sazietà e riducendo gli spuntini serali, ossia quelli successivi alla cena. 
In definitiva fare un'adeguata colazione (ricca di energia e con vari tipi di alimenti) aiuta a controllare il senso della fame e a mantenere il peso corporeo.

Buona colazione a tutti!

Letture consigliate
"Beneficial effects of a higher-protein breakfast on the appetitive, hormonal, and neural signals controlling energy intake regulation in overweight/obese, "breakfast-skipping," late-adolescent girls" - The American Journal of Clinical Nutrition (2013)

"High Caloric intake at breakfast vs. dinner differentially influences weight loss of overweight and obese women" - Obesity (2013)

Photo credits: Elaine Faith


 

Martedì, 03 Febbraio 2015 01:00

LE PROPRIETA' BENEFICHE DEL LIMONE

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Si sente spesso parlare del limone e delle sue proprietà dimagranti e benefiche per la salute, tanto che è abbastanza diffusa l'abitudine di bere succo di limone tutti i giorni.
Questo agrume è noto contenere buone quantità di vitamina C
, che stimola il sistema immunitario e migliora l'assorbimento del ferro se associato ad alimenti che ne sono ricchi. Ad esempio è buona abitudine, per chi soffre di anemia, utilizzare del succo di limone per condire l'insalata oppure sulle carni per assumere più ferro.  Contiene anche potassio e altri sali minerali utili per le ossa e per l'idratazione; acidi organici come l'acido citrico, che migliorano la digestione e aiutano ad eliminare le tossine. Forse le sostanze più interessanti dal punto di vista della salute sono i flavonoidi come l'esperidina, la rutina e la diosmina che hanno proprietà antiossidanti, protettive per i capillari, e proprietà antitumorali.
Una sostanza interessante è il limonene
, il principale costituente dell'olio essenziale del limone, che oltre che trovare largo uso come aromatizzante e fragranza per cosmetici, presenta anche caratteristiche benefiche per la salute. Ad esempio, viene utilizzato come sostanza anti-colesterolo, perché è capace di solubilizzare i calcoli biliari; è utile per chi soffre di reflusso, poiché allevia l'acidità gastrica. Studi interessanti sono stati condotti per confermare l'attività antitumorale del limonene. È stato osservato, infatti, come il limonene riduca la proliferazione delle cellule tumorali in varie linee di carcinomi (dello stomaco, dell'intestino e della mammella).

È chiaro quindi che il limone ha davvero tante proprietà salutari; tuttavia il suo utilizzo anche quotidiano, per avere un effetto benefico, deve essere inserito in un complesso di stile di vita e abitudini alimentari corrette.

http://www.ok-salute.it/
Hiroyuki TSUDA et al. (2004) Cancer Prevention by Natural Compounds Drug Metab. Pharmacokin. 19 (4): 245–263
Jidong Sun, PhD (2007) D-Limonene: Safety and Clinical Applications Alternative Medicine Review. 12 (3 )

Photo credits: Tim Hoggarth

Martedì, 27 Gennaio 2015 01:00

HAPPY AND HEALTHY 2015!

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Due chili in più. Questo è lo sconfortante risultato delle mie abbuffate natalizie. Immagino che molti di voi si trovino nelle stesse condizioni e siano alla ricerca di uno "strumento" efficace per recuperare la forma perduta.

Iniziamo col dire che non esistono né diete né prodotti miracolosi che in pochissimo tempo (tipo qualche settimana) possano far perdere i chili di troppo; quello che possiamo (o meglio dobbiamo fare) è adottare uno stile di vita più salutare, tale da garantirci non solo il dimagrimento, ma anche il miglioramento del nostro benessere.  A tal proposito consiglio la lettura di "Food, nutrition, physical activity, and the prevention of cancer: a global perspective". Si tratta di un saggio in cui gli autori espongono in maniera molto dettagliata le azioni da intraprendere per essere magri e garantirsi una salute migliore.

Di seguito riporto, in forma di "sintetico vademecum", quanto viene suggerito:

1.Restare magri e mantenere il proprio indice di massa corporea (qui troverete la definizione dell'indice) al di sotto di 25. 2. Fare attività fisica (almeno un'ora al giorno) ed evitare di essere sedentari (fare le scale, camminare, giardinaggio, etc.)
3. Minimizzare il consumo di cibi e bevande che favoriscono l'aumento di peso come dolci, cibi grassi, fast food, bevande dolci e gasate.
4. Mangiare più frutta e verdura (complessivamente almeno 5 porzioni al giorno, e meglio se crude). Ricordate che patate e legumi non appartengono alla categoria delle verdure!
5. Limitare il consumo di alimenti di origine animale, in particolar modo di carne rossa e carni processate (come salumi e affettati).
6. Limitare il consumo di alcolici, preferendo in ogni caso il vino rosso.
7. Ridurre il consumo di sale e di alimenti conservati sotto sale ad esempio, affettati e salumi, alimenti in salamoia, prodotti da forno salati); in generale, sarebbe opportuno evitare di salare i cibi (che generalmente contengono del sale "nascosto") e usare, piuttosto, delle spezie per insaporirli.

Buon dimagrimento e salute a tutti!

Photo credits: Matt Gibson

 

Martedì, 13 Gennaio 2015 01:00

GLUTINE E CELIACHIA: ULTIME NOVITA'

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Oggi la ricerca sulla celiachia si spinge, potremmo dire, su due fronti. Uno cerca di trovare un rimedio come fosse un vaccino, quindi agendo sulla risposta immunitaria causata dalla molecola del glutine; un altro filone di ricerca mira, invece, a modificare la molecola di glutine per renderla innocua al sistema immunitario.
Molto interessante è lo studio di un gruppo di ricerca dell'Università di Foggia
, che ha messo a punto una tecnica brevettata per modificare la molecola del glutine. La novità è legata al fatto che non vengono utilizzati enzimi microbici, ma semplicemente trattamenti chimico-fisici applicati alla granella del frumento prima della molitura. Questi procedimenti tecnologici, pur rendendo il glutine innocuo, non modificano le proprietà reologiche della farina, che risulta comunque adatta alla panificazione. Il prodotto così modificato è stato denominato Gluten Friendly. La ricerca ha ottenuto anche finanziamenti privati di una nota azienda che produce farine; potrebbe darsi che presto avremo sul mercato farine tradizionali contenenti glutine innocuo per i celiaci.
Da segnalare anche il brevetto di una startup americana, la 6sensorLABs, che ha progettato un test istantaneo, il gluten detector,
per valutare la presenza di glutine negli alimenti crudi e cotti e nei liquidi che apparentemente sembrano privi. Il test arriverà sul mercato americano nel 2015 e avrà sicuramente un riscontro positivo sulla vita sociale dei celiaci. Sono in fase di studio anche altri test portatili per gran parte delle intolleranze e allergie alimentari conosciute.
La celiachia è una patologia infiammatoria dell'intestino
causata da una reazione autoimmune al glutine, una delle proteine contenute in alcuni tipi di cereali. Questa condizione determina una varietà di sintomi come disturbi intestinali, malassorbimento, disturbi neurologici, malnutrizione e ritardo nell'accrescimento dei bambini. Si stima che il fenomeno interessi l'1% della popolazione italiana con maggiore incidenza nelle donne.
Ad oggi l'unica terapia possibile è l'eliminazione del glutine dalla dieta
, il che comporta un radicale cambiamento nelle abitudini, se consideriamo che gran parte degli alimenti che fanno parte della cultura mondiale sono a base di frumento. Inoltre, pur eliminando il glutine dalla propria alimentazione quotidiana, è molto semplice incorrere in contaminazioni crociate o in errori e imprecisioni nell'etichettatura.
 
Fonti:
www.salute.gov
www.unifg.it
American Journal of Gastroenterology

Photo credits: Dino Abatzidis

Martedì, 23 Dicembre 2014 01:00

CONSIGLI PER VIVERE A LUNGO

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La dieta mediterranea aiuta a vivere più a lungo: é infatti associata alla maggiore lunghezza dei telomeri; questi sono sequenze ripetute di DNA che, poste all'estremità dei cromosomi, ne proteggono l'integrità e, quindi, la funzionalità.

I telomeri sembrano essere legati alla longevità e tendono ad accorciarsi gradualmente con il passare degli anni. Alimentarsi secondo i principi della dieta mediterranea aiuta a ridurre il tasso di accorciamento dei telomeri.

Ma quali sono i "segreti" per vivere più a lungo e meglio? La dieta è sicuramente uno dei fattori più importanti, ma ci sono anche altri elementi da considerare quali lo stile di vita e il benessere psicologico, come osservato da Dan Buettner nel suo libro "The Blue Zones".

L'autore ha condotto uno studio sulla qualità della vita in quattro luoghi famosi per la longevità della popolazione: la nostra Sardegna, Okinawa in Giappone, la città di Loma Linda in California e la penisola di Nicoya in Costa Rica.   Buettner ha osservato alcuni elementi comuni agli ottuagenari di queste zone e li ha sintetizzati in nove semplici consigli:

    1.    Essere fisicamente attivi, ossia svolgere attività fisica in maniera regolare e a bassa intensità come componente della routine quotidiana (es. camminare, praticare giardinaggio e yoga).     2.    Mangiare meno, cercando di ridurre di circa il 20% l'introito calorico.     3.    Ridurre il consumo di carne e di cibi processati, preferire quelli freschi e di origine vegetale e aumentare il consumo di legumi.     4.    Bere un po' di vino rosso, ma con moderazione (un bicchiere al giorno).     5.    Essere motivati, avere un obiettivo da realizzare.     6.    Imparare a rilassarsi e a gestire lo stress.     7.    Avere fede e appartenere ad una comunità spirituale.     8.    Coltivare le relazioni familiari.     9.    Avere una vita sociale attiva e spendere del tempo con gli amici.

Lunga vita a tutti!

Letture consigliate:
Mediterranean diet and telomere length in Nurses' Health Study: population based cohort study. Crous-Bou M et al. BMJ. 2014

Photo credits: Moyan Brenn
 

Martedì, 16 Dicembre 2014 01:00

L'ALLERGIA ALLA FRUTTA A GUSCIO

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Con l'accezione "frutta a guscio" si intende indicare la frutta secca oleosa come mandorle, anacardi, nocciole, noci, arachidi, pinoli, noci americane, pistacchi.
Quella alla frutta secca è tra le allergie alimentari più diffuse: 9,7% tra la popolazione europea
.
Ma cos'è l'allergia alimentare? È una reazione avversa ad una sostanza (definita allergene) presente in un alimento, che provoca una reazione immunitaria
più o meno grave e di impatto rilevante. L'allergia può manifestarsi con dermatiti, eczemi oppure problemi respiratori, fino allo shock anafilattico.

Gli allergeni, cioè le sostanze responsabili della manifestazione allergica sono solitamente proteine di riserva del seme, proteine di difesa delle piante dagli agenti patogeni, e proteine definite allergeni universali perché presenti in tutte le piante.
Come si diagnostica l'allergia alla frutta a guscio? Si parte sempre da un'osservazione dei sintomi nel momento in cui si viene a contatto con l'alimento sospetto
. Si deve sempre tener presente che gli alimenti, soprattutto quelli industriali e confezionati possono contenere allergeni occulti (come soia, latte, glutine, caseina..).
Si può procedere poi con test cutanei come il prick by prick
che mette a contatto la pelle con il singolo alimento, permettendo di individuare qual è l'alimento responsabile dell'allergia. Altri test misurano la quantità delle IgE, sostanze prodotte nel sangue a seguito del contatto con l'allergene.
Ottenuto un risultato positivo per un alimento, è opportuno eliminarlo dalla dieta e stare attenti alle eventuali cross reattività, cioè alla possibilità di essere sensibili ad altri alimenti appartenenti alla stessa famiglia.

Per quanto riguarda la frutta secca, il rischio di esposizione riguarda soprattutto gli alimenti confezionati
che possono contenere, in maniera nascosta, tracce di frutta a guscio. Fortunatamente la normativa europea ha introdotto l'obbligo di indicare una serie di allergeni alimentari, per cui l'attenta lettura dell'etichetta è sempre consigliabile. Resta il problema nel caso di alimenti non preconfezionati, di cui si fa largo uso.
Riferimenti:

- Ministero della salute "Allergie alimentari e sicurezza del consumatore Documento di indirizzo e stato dell'arte "
- A. Martelli, A. Fiocchi "L'allergia alla frutta secca in età pediatrica" Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica
 

Photo credits: Sara Lando

Martedì, 02 Dicembre 2014 01:00

Sovrappeso: e se fosse tutta colpa dei batteri?

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Studi recenti hanno evidenziato che la microflora (alias microbiota) intestinale potrebbe essere una delle cause del sovrappeso

Infatti è stato osservato che negli individui in sovrappeso la microflora ha una composizione "alterata" se confrontata con quella delle persone magre; questa condizione è definita disbiosi ed è (soprattutto) il risultato di uno stile alimentare sbilanciato: troppe calorie ingerite, troppi grassi e carboidrati raffinati, pochi acidi grassi omega-3 e fibre. 

Pertanto, un modo per far regredire il sovrappeso e le relative complicanze metaboliche (iperglicemia, colesterolemia, dislipidemia, etc.), potrebbe essere quello di cambiare la composizione della microflora

A tal proposito suggerisco di aumentare l'apporto di fibre, in particolare prediligendo un tipo di fibre note come prebiotici. Si tratta di carboidrati non digeribili, naturalmente presenti nella verdura e frutta, capaci di stimolare selettivamente la crescita delle sole specie microbiche intestinali che sono benefiche per la nostra salute.

Esperimenti riportano che l'uso dei prebiotici promuove  il calo di peso e la riduzione di massa grassa in persone obese; induce la lipolisi (ossia l'utilizzo di grassi di deposito) e inibisce l'accumulo di tessuto adiposo in animali da laboratorio. Inoltre i prebiotici favoriscono un aumento del senso di sazietà, attraverso la stimolazione della produzione di GLP-1 (glicagone-like peptide 1), che è un ormone implicato nel controllo dell'appetito. Infine migliorano l'iperglicemia postprandiale e riducono l'accumulo di trigliceridi nel fegato (fenomeno noto come steatosi).

In definitiva le fibre, e in misura maggiore i prebiotici, modulando positivamente la microflora intestinale, aiutano a controllare il peso corporeo e a contrastare i danni metabolici associati ad un'alimentazione sbagliata.

Letture consigliate

Delzenne NM et al (2013). Gut microbiota and metabolic disorders: How prebiotic can work?. Br J Nutr;109 Suppl 2:S81-5

Photo credits: Cesar Harada

Martedì, 18 Novembre 2014 01:00

ALLERGIA AL NICHEL E DIETA

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Allergia al nichel: quali cibi ne sono più ricchi?

Quella che viene comunemente chiamata allergia al nichel, si definisce tecnicamente Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS). I sintomi possono essere più o meno accentuati, a seconda della sensibilità al metallo e consistono in dermatite, arrossamenti e prurito cutaneo, afte, senso di stanchezza e di nausea, mal di testa. La diagnosi viene effettuata attraverso il patch test (ovvero l'applicazione di un cerotto contenente nichel per 48-72 ore) e il test di provocazione che riproduce l'esposizione naturale.
Il nichel
è un metallo particolarmente diffuso presente nel suolo, nei tessuti animali e vegetali, nell'acqua. Di conseguenza, anche molti alimenti lo contengono, in maniera più o meno importante, per cui le indicazioni dietetiche tendono a considerare piuttosto la possibilità di evitare un sovraccarico. Per esempio, conoscendo quali sono gli alimenti più ricchi di nichel, sarebbe opportuno evitare una loro combinazione nello stesso pasto oppure nella giornata, in modo da limitarne l'assunzione. Tra gli alimenti che contengono più nichel troviamo: farine integrali, grano saraceno, crusca e loro derivati, cacao, formaggi fusi, ostriche, asparagi, pomodori, lenticchie, kiwi, cavoli, broccoli, te verde, margarina; evitare, inoltre tutti i cibi in scatola di latta e utilizzare per la cottura e la conservazione solo stoviglie e pentole certificate prive di nichel.

Tuttavia, le indicazioni alimentari sulla dieta povera di nichel possono essere a volte discordanti, cosi come sembra complesso anche valutare l'apporto giornaliero di nichel con l'alimentazione. Infatti, il contenuto in nichel negli alimenti ritenuti ricchi di questo metallo può variare anche considerevolmente
a seconda della stagione, della zona geografica, della piovosità, del terreno in cui è cresciuto l'alimento.
Il consiglio è quello di individuare la soglia di tollerabilità oltre la quale non ci dovrebbe spingere
, e di conseguenza gli alimenti e le combinazioni che non provochino l'insorgenza dei sintomi dell'allergia.

Per approfondire:
Pizzutelli S. "Systemic nickel hypersensitivity and diet: myth or reality?", Eur Ann Allergy Clin Immunol, 2011 Feb; 43(1):5-18

Photo credits: Marco40134

 

Martedì, 11 Novembre 2014 01:00

PROBIOTICI, ALLEATI DEL NOSTRO BENESSERE

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Il nostro benessere e la nostra salute passano attraverso i microrganismi che colonizzano le superfici esterne dei nostri organi. Di queste superfici, il tratto intestinale - in particolare il colon - è la zona più densamente popolata. Nell'intestino i microrganismi colonizzanti – scientificamente detti "microbiota", ma collettivamente noti col termine di "microflora" -  agiscono come un organo addizionale e svolgono varie funzioni, quali: digestione di composti altrimenti indigeribili (ad esempio le fibre), sintesi di vitamine e di altri nutrienti essenziali per la salute umana, regolazione del sistema immunitario e protezione dai microrganismi patogeni.

La presenza della microflora, tuttavia, non sempre apporta benefici; in alcuni casi, infatti, è ritenuta responsabile dell'insorgenza di numerosi disturbi: da patologie intestinali (allergie alimentari, infiammazioni croniche) a scompensi metabolici  (diabete, obesità), fino ad arrivare a malattie autoimmuni, come il morbo di Crohn e l'artrite reumatoide. Queste patologie sono caratterizzate da un'alterata composizione della microflora, condizione nota con il nome di "disbiosi".

Fortunatamente, quello della disbiosi non è uno stato permanente e può essere risolto attraverso l'utilizzo di alcuni "strumenti" nutrizionali. La composizione della microflora, infatti, può essere positivamente modificata attraverso l'ingestione di "batteri buoni", noti con il nome di "probiotici". Questi, anche definiti "fermenti lattici", si trovano in commercio in diverse forme, come i classici integratori venduti in farmacia, ma anche all'interno di alcuni alimenti quali, ad esempio, yoghurt e bevande a base di latte fermentato.

Un altro modo per combattere la disbiosi è aumentare l'ingestione di fibre, in particolare quelle note come  "prebiotici". Si tratta di carboidrati indigeribili che, arrivando al colon, favoriscono la crescita delle sole specie benefiche della microflora.

In sintesi, per mantenere - o ripristinare - una corretta composizione della microflora intestinale basta migliorare un po' la dieta, aumentando l'apporto di frutta e verdura - che contengono fibre - e di alimenti fermentati, che contengono batteri probiotici.

Letture consigliate
Walker A.W., Lawley T.D. (2012) Therapeutic manupulation of intestinal dysbiosis. Pharmacological Research. 69(1):75-86.

Photo credits: Veganbaking.net

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