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Ma dove vai, se i super alimenti non ce li hai?
Scritto da Anna Zattoni- Situazione tipo -
Vi trovate a Parigi, state blandamente passeggiando lungo il Canal Saint-Martin quand'ecco che, all'improvviso, venite colti da un'indescrivibile voglia di super alimenti. Sì, proprio così: di super alimenti. C'è chi ha voglia di escargot, chi di pain au chocolat. Voi, invece, avete una gran voglia di super alimenti.
- Il super dilemma -
Che si fa, in casi come questi? Come sopravvivere ad un simile richiamo ancestrale?
- La super risposta -
Si entra da Sol Semilla (www.sol-semilla.fr), un delizioso localino in 23 rue des Vinaigriers, nel decimo arrondissement!
Prima di parlare di questo locale carinissimo, è bene fare un piccolo passo indietro: cosa sono i super alimenti? I super alimenti sono cibi che ci aiutano a stare bene perché ricchi di vitamine, di antiossidanti, di principi minerali e di proteine. Diverse bacche e spezie, alcuni piccoli frutti, semi, germogli e alghe sono solo alcuni esempi utili per meglio comprendere ciò di cui stiamo parlando.
Ditelo a tutte le donne ossessionate dalla bellezza: se deciderete di nutrirvi come si deve, il botulino resterà solo un vago ricordo. Un'ipotesi lontana e da scartare.
Ma veniamo al dunque: cos'è Sol Semilla?
Primo marchio francese di super alimenti, Sol Semilla nasce dalla voglia di rivedere i consumi, i circuiti di distribuzione e le scelte agroalimentari della società in cui viviamo. Il modo in cui questi alimenti vengono coltivati, lavorati, trasportati e commercializzati rispetta criteri ambientali e sociali. Sol Semilla è un marchio che rifornisce diversi punti vendita della Ville Lumière e che, come dicevo poco fa, ha aperto un piccolo locale in in 23 rue de Vinaigriers presso cui far conoscere a tutti i propri prodotti.
Dopo aver conquistato uno dei suoi piccoli tavolini, godetevi le meravigliose zuppe e gli interessanti piatti misti del menu: la combinazione di sapori e di colori vi entusiasmerà.
I super alimenti di Sol Semilla sono di origine biologica e possono essere gustati direttamente nel locale appena citato oppure acquistati all'interno di uno dei punti vendita del centro parigino quali, ad esempio, Le Retour à la Terre Rive Gauche (1 rue le Goff, 75005), Café Pinson (6 rue du Forez, 75003), i punti vendita Naturalia e Grand Appétit (9 rue de la Cerisaie, 75004).
Amici vegani, vegetariani e intolleranti al glutine: resterete tutti a bocca aperta!
Suona come una minaccia. In realtà è una promessa.
Ho conosciuto Lorenza ad un evento sul turismo accessibile in Toscana e fin dall'inizio il suo progetto di cucinaMancina mi è sembrato innovativo, inclusivo, vincente.
Ne ho avuto la conferma qualche giorno dopo quando le ho scritto chiedendole "perché non proviamo ad unire il mondo del travel con quello del food blogging?". La sua risposta è stata "Certo, facciamolo".
E, quindi, eccomi qui a dare vita al "Ti racconto un viaggio VEG" per raccontarvi i miei viaggi, tanto per cambiare, in versione gastronomica e vegetariana. In parole molto più povere, vi parlerò di cibo ma non solo; di cibo in viaggio. Cibo vegetariano, s'intende.
E lo farò non solo per mero desiderio di condividere i miei piatti, ma anche per far passare un messaggio importante: mangiare vegetariano non è difficile e anche all'estero, mentre siamo in viaggio, possiamo nutrirci senza dover sacrificare gusto, tradizione e genuinità.
Certo, ci sono dei paesi dove mangiare vegetariano è sicuramente più difficile che in altri; ma con un po' di ricerca qua e là, possiamo trovare (quasi) dappertutto bar, ristoranti, negozi che ci permettono di portare avanti il nostro stile di vita anche a migliaia di chilometri da casa.
La rubrica "Ti racconto un viaggio veg" è, quindi, dedicata a tutti quanti fanno già parte del mondo veg, agli appassionati di viaggi, ai curiosi, a chi vuole dare una svolta alla propria vita, a chi semplicemente vuole saperne di più.
Una rubrica che è anche un diario e un libro di ricette in cui parleremo di viaggi, daremo spunti, suggerimenti e sveleremo segreti e curiosità di chi, ormai, ha deciso di vivere una vita in viaggio totalmente cruelty free.
Ops, dimenticavo… mi chiamo Marianna, sono una traduttrice e content writer fondatrice di Ti racconto un viaggio, un travel blog in cui racconto di me e dei miei viaggi intorno al mondo. Amo la natura, le destinazioni insolite, le gite fuori porta e sono una viaggiatrice appassionata, instancabile e curiosa.
Sono diventata vegetariana in modo graduale e consapevole, non ho mai pensato che potesse essere una moda anche perché non seguo le mode e le mie scelte sono sempre il frutto di riflessioni personalissime.
Spero che questa si riveli sia per me che per noi più di una semplice rubrica, piuttosto un luogo di confronto, di scambio, di crescita, un viaggio nel viaggio dentro noi stessi e nella nostra determinazione a voler rendere questo un mondo migliore, con piccoli gesti, piccole azioni, capaci, tuttavia, di operare grandissimi cambiamenti nella vita di ognuno di noi.
Vi aspetto ogni primo venerdì di ogni mese qui su cucinaMancina con "Ti racconto un viaggio #VEG".
"Mamma! Che bello giocare fuori al sole...e che stanca che sono dopo tutti queste corse nei prati"
E mentre giochiamo nel giardino del quartier generale di Merende Diverse, il pensiero corre all'ora dello spuntino: chissà quanto saranno affamate le nostre piccole pesti, e quanto saranno stanche!
"Chissà se vi viene in mente qualcosa di naturale, rapido da preparare e di stagione e che possa aiutare a ricaricare le batterie, nostre e delle nostre pesti?", chiede eLe raggiungendo Eugi e Pam nella cucina di Merende Diverse.
"Certo! Che ne dite di usare qualcosa che possiamo raccogliere dalle piante in giardino?" dice Pam.
"Sì! Possiamo fare qualcosa con i nostri limoni! Dai: andate a prendere quei quattro limoni maturi che ci sono nella pianta giù!" continua Eugi.
E così, con le nostre piccole pesti orgogliose di aver raccolto loro i limoni dalla pianta, continuano le chiacchiere in cucina.

"Ottima idea ragazze - continua eLe - Ora cosa ci facciamo? Avete già qualche idea?"
"Certo! Iniziate a spremere i limoni mentre io e Pam ci consultiamo e vediamo che ingredienti abbiamo in dispensa!" continua Eugi prendendo il suo cappello da cuoca.
"Pam, ci preparate qualcosa di rinfrescante e che non ci appesantisca?" chiede eLe
"Sicuro! Questi limoni fanno proprio al caso nostro: lo sapevi che sono ricchi di sostanze antistress, sono ottimi antisettici e battericidi e che sono soprattutto un valido aiuto per chi ha poche difese immunitarie perchè sono in grado di "aumentare" la produzione dei globuli bianchi?" - continua Pam prendendo una banana e del ghiaccio.
"Da voi c'è sempre da imparare! In questa stagione dove le difese immunitarie di tutti sono più basse, qualcosa di energetico e che ci aiuti a rinforzarci con gusto per contrastare i malanni di stagione è quello che ci vuole!" - dice eLe.
E così, mentre nell'aria si spande il profumo dei limoni appena spremuti, gustiamo questa dissetante e fresca limonata preparata da Pam mentre nel forno finiscono di cuocere questi delicatissimi quadrati al limone cucinati con amore da Eugi.
C'è il sole nella cucina di Merende Diverse, cosa ne dite?
Foto di copertina: liz west Ho una vita a distanza.
Vivo lontana da tutto. Quasi tutto. Lontana dalla terra che mi ha vista nascere, da quella che mi ha vista crescere, e da tutte quelle in cui ho incontrato pezzi di me; ovvero gli amici.
Vivo, però, in un lembo di terra in cui ho coltivato l'amore. Quando vivi a distanza impari a gestire i silenzi, a dosare le parole, a non risparmiare gli abbracci, a evitare (ma quasi mai mi riesce) il disaccordo o il rancore, la rabbia e la delusione. A distanza impari a scrivere parole per mandarle lontano e non ti vergogni a dire che il telefono, spesso, è una salvezza.
"Mamma, devi aiutarmi - lo dico e sono io la prima a non crederci. Perché chiedo a mia madre una cosa del genere? - dammi un'idea, ti prego, devo cucinare i ceci ma non so come fare... mi serve una ricetta gustosa e abbastanza primaverile!" "E lo chiedi a me? - dice giustamente lei, dall'altro capo di quel telefono che cerca di colmare i 645 km che ci dividono. - Che hai in frigo? - continua – fai una cosa semplice".
"Certo, ma', se volevo una cosa complessa chiedevo a papà – ci scherzo su ma è la verità... - dai, ho dei ceci abbandonati nell'acqua da questa mattina e i carciofi in frigo. Che dici?" "Dico che questa cosa di chiedere a me solo i piatti semplici mi piace, anche se la tua ironia non fa ridere... comunque prova a fare una zuppa. Ma per chi devi cucinare?"
"Stasera arriva Luca, avevo organizzato una cena con altri amici ma oggi è una giornataccia, sono stanca e devo sbrigarmi".
"Tutta colpa di aprile, non preoccuparti; aprile mette lentezza".
"Allora ho fatto bene a "riesumare" i ceci della dispensa; poi, quest'idea di una zuppa, ovvero una vellutata fresca che dia il benvenuto a questo nuovo mese, mi piace. Grazie mà, non lo sai ma mi hai aiutata!" "Lo so!"
Chiudo la chiamata. Metto via il telefono, il mezzo di comunicazione che – alle volte – resetta le terre percorse e attraversate. Cerco le note di Joep Beving con "Solipsism – Midwayer" e lego i capelli. Guardo i legumi nell'acqua a riposare; saranno i protagonisti della Vellutata fresca di ceci con curcuma e carciofi.
Sistemo i fiori freschi, apparecchio con cura e torno ai fornelli. Penso che, parlando con mia madre, non ho neanche specificato che la pietanza che avrei dovuto preparare sarebbe dovuta essere vegan; è stato scontato. Penso, allora, che molte volte la differenza, anche solo gastronomica, è in quello che pensiamo, che vediamo o che ascoltiamo.
Alle volte la normalità non esiste. La diversità è un piatto semplice e spontaneo.
"Mamma! Domani è Pasqua!" E il pensiero nella cucina di Merende Diverse va al... cioccolato!
"Chissà se oltre alle classiche uova di cioccolato, ci sono delle ricettine facile e sfiziose da fare in casa con i nostri cuccioli? " si chiede eLe nella cucina di Merende Diverse.
"Certo! E possiamo divertirci con pochi e sani ingredienti, coinvolgendo le nostre pesti in cucina" - dice Pam.
"Sì! Possiamo fare qualcosa sempre a tema pasquale, divertendoci a impastare forme diverse" continua Eugi.
Noi crediamo che una Pasqua senza cioccolato non si sia mai vista, e che se non si eccede nelle quantità e se si scelgono ingredienti di qualità, si possono coccolare sia il palato che la vista, con un occhio di riguardo alla salute, accontentando sia grandi che piccini!
E così continuano le chiacchiere in cucina.
"Ottima idea Eugi - continua eLe - Sarebbe bello fare qualcosa di cioccolatoso abbinato a qualcosa di colorato. Tu hai già qualche idea? "
"Certo! Raduna la truppa e venite con noi in cucina. Iniziate a mettervi i grembiuli e a spezzettare il cioccolato mentre io e Pam ci mettiamo al lavoro per pensare alle ricette!" continua Eugi prendendo il suo cappello da cuoca.
"Pam, mi stavo anche chiedendo quale fosse il cioccolato migliore da dare alle nostre pesti. La biologa che è in te cosa dice?" - aggiunge eLe
"Raggiungeteci in cucina che ve ne parlo!" - continua Pam guardando il cioccolato, la rapa rossa e la curcuma che Eugi sta mettendo sul tavolo.
E così, mentre nell'aria si spande il profumo del cioccolato, abbiamo passato un piacevole sabato pomeriggio a creare questi cucchiaini di cioccolato e questi golosissimi nidi fondenti con dentro delle piccole uova al cocco colorate: tutto a misura di dita di bambino!
Gli ingredienti usati erano semplicissimi e golosissimi: le vedete anche voi le bocche sporche di cioccolato delle nostre pesti?
Photo credits: Thanos Tsimekas
Lo scorso mese vi ho presentato la fantastica realtà della REcyclerie. Questo mese, invece, voglio prendervi per mano per condurvi all'interno di una catena di prodotti bio parigina, unica e meravigliosa nel suo genere, Le Retour à la Terre.
Questo piccolo gioiello made in Paris nasce da un'idea di Catherine Chalom e vanta due magasins: il primo è in 114 avenue Philippe Auguste mentre il secondo è in 1 Rue le Goff (rispettivamente situati nell'undicesimo e nel quinto arrondissement).
Perché vi consiglio di farci un salto? Beh, è molto semplice: a mio parere è un ottimo punto vendita presso cui acquistare cibo straordinario, tutto rigorosamente bio e in linea con i migliori standard di qualità.
Non appena avrete varcato la soglia di questi due negozi resterete sicuramente colpiti dalla varietà di frutta e verdura di stagione, compresa un'incredibile quantità di mele antiche che, a guardarle tutte, si rischia il mal di testa (piccola chicca da sapere: molta della frutta esposta proviene direttamente dai frutteti di Catherine).
Nel reparto dedicato alla verdura potrete trovare tante antiche radici, tutte fresche e – aspetto che definirei ormai sottinteso – biologiche.
E poi un'intera parete dedicata alla frutta secca, ai cereali e ai legumi disponibili "alla spina", il cosiddetto vrac (6-7 varietà di riso, fichi secchi, mandorle, anacardi, noci, bulghur, cous cous, quinoa e tantissimo altro).
Il personale è giovane, gentile, sempre disponibile a rispondere alle domande dei clienti più curiosi e gli scaffali sono colmi di prodotti interessanti: arrendetevi all'idea di riempire il carrello con una serie di prodotti che non avevate messo in conto di acquistare. Eravate entrati in negozio per acquistare del semplice sale marino? Ahimè, finirete col fare scorta in vista di un ipotetico attacco nucleare...
Sarà difficile resistere all'irrefrenabile tentazione di non portare a casa qualche pasta alle alghe, oppure i prodotti a base di zenzero del marchio Biomomo Hashimoto (consigliatissimi, sono uno meglio dell'altro!) o, ancora, qualcosa del reparto cosmesi (super rifornito).
Ammettetelo: non è un mondo meraviglioso?
Piccolo ps: Catherine è una persona dall'energia irrefrenabile e, quasi ogni mese, ama organizzare serate ed eventi di sensibilizzazione sul tema ambientale: se terrete d'occhio la voce "Actualités" del sito, sarete sempre aggiornati sugli appuntamenti in programma!
Info Le Retour à la Terre
114 avenue Philippe Auguste, Paris
1 Rue le Goff, Paris
www.leretouralaterre.fr
Quando arriva marzo si tira un sospiro di sollievo.
Siamo scampati al freddo; sopravvisuti alle neve – quando c'è – alla nebbia, al tepore di piumini e piumoni, alla tranquillità assordante delle sere d'inverno. Dopo aver aspettato tanto, ti ritrovi, così, a sfogliare l'agenda e pensare di essere "già" a marzo e stupirti, ogni volta, delle giornate che si allungano, dei fiori che spuntano, del sole che diventa mano mano più tiepido e delle fragole che nascono.
Vi sembrerà strano, quasi assurdo, ma per me marzo ha il sapore proprio delle fragole, fragole acerbe e delicate.
- "Mi hai trascinato in un supermercato bio, fammi capire?" - "Sei entrata cosciente, non ti ho mica bendata e imbavagliata!"
- "Sì, sì, cosciente, sì, ma io volevo fare una passeggiata, sorseggiare una cioccolata calda in un bar al tramonto, mica essere scarrozzata per supermercati come una qualsiasi massaia di provincia!"
- "Ecco che ci risiamo... fai polemica. Mi serve il latte, mica mi vorrai ammazzare con il tuo cappuccino domani mattina?"
- "Ammazzarti no, ancora no, ma sto meditando di farlo" sogghigno divertita mentre la mia curiosità è attratta da quegli scaffali che urlano: "compraci, compraci, compraci, siamo buoni e salutari".
- "Interessante, però, questo market.... sembra davvero roba deliziosa, non sembrano prodotti dal sapore castrante, come quelle altre cose che mi propini ogni volta".
- "Non c'è niente di "castrante" nella mia alimentazione, solo maggior attenzione a quello che mangio". Mi spiega paziente il mio vegano sul divano mentre, in questo sabato in città, siamo alle prese con una non pianificata e collaudata spesa tra due modi differenti di mangiare.
- "Ecco, però, io assaggerei tutto, ma ora ho proprio voglia di cioccolata calda, dai, andiamo, potrebbe essere l'ultima cioccolata calda della stagione... capisci?"
- "Capisco il dramma – dice ironico mandandomi un'occhiataccia – invece di rimanere intrappolata nelle tue abitudini, perché non provi qualcosa di diverso e più adatto anche alla nuova stagione? Magari una centrifuga?"
- "No, eh... non si può mica sostituire la voglia di cioccolato con un biberone con retrogusto di verdure, dai, - esclamo lamentandomi mentre dalla corsia delle zuppe e minestre naturali ci spostiamo verso i surgelati - devi essere più tollerante, mio caro vegano, con una onnivera disperata e golosa come me!"
- "Allora prendi un budino, ce ne sono di tanti gusti e sono tutti senza lattosio, freschi e gustosi..." - "Luca, parli come una televendita... lo sai, sì? E comunque no... Però, però penso che mi hai dato un'idea. Prendi il latte e andiamo a casa. Io prendo le fragole, senza fragole non è primavera!"
Il tavolo della cucina, ora, è macchiato dal colore caldo delle fragole. Mentre Paola Turci canta "Volo così", io mi adopero a trovare un equilibrio alla mia perenne voglia di cioccolato. La leggerezza del latte al riso e cocco si armonizza al sapore del cacao, il gusto fresco e acerbo delle fragole mi fa sorridere ed è da qui che nasce il mio Budino latte e fragole.
Photo credits: Josealbaphotos
Interno cucina di Merende diverse. Ore 16.
"Etci! Etci! Bamma sono tornata da scuola! Etci!"
Siamo a febbraio: dopo il rientro dalla vacanze... è tornato il raffreddore!
"Chissà se oltre alla classica spremuta, esistono delle ricette sane e sfiziose per rafforzare le difese immunitarie di Viola (e anche le mie)? Sarebbe interessante cucinare cose sempre diverse che mi permettano lo stesso di fare il pieno di vitamine! " si chiede eLe nella cucina di Merende Diverse
"Sarà il freddo pungente alternato ai primi raggi di sole che ci invogliano a scoprirci, sarà che non sempre è possibile sapere se le nostre principesse si tengono sciarpa e berretto quando escono in cortile a giocare a scuola e all'asilo, sarà che è normale avere qualche malanno di stagione, ma oggi è proprio il giorno ideale per preparare un bel frullato multivitaminico con la frutta di stagione, che ne dici?" - dice Pam.
"Sì! Magari un mix che aiuti a combattere la stanchezza... e potremmo pensare di accompagnarlo con qualcosa da sgranocchiare, di sano e profumato per tutti, fatto con le arance di stagione, così i nostri cuccioli imparano a riconoscere i sapori naturali!" - continua Eugi.
Noi non crediamo nelle ricette magiche per guarire il raffreddore solo con il cibo, né crediamo che non ci ammaleremo più solo grazie ai frullati di Pam la biologa o le sfiziosità di Eugi la cuochina: crediamo che la natura ci dia una grossa mano per prevenire e per combattere i malanni, soprattutto gli acciacchi stagionali, e per questo insegniamo a mangiar sano ai nostri cuccioli a partire dalla merenda!
E così continuano le chiacchiere in cucina.
"Ottima idea Eugi - continua eLe - e potremmo coinvolgere tutta la truppa a sbucciare le arance e la frutta. Che ne dite se mettiamo le bucce a seccare sul termosifone?"
"Certo! Vieni con noi in cucina con tutte le pesti e iniziate a sbucciare le arance mentre io e Pam ci mettiamo al lavoro per pensare alle ricette!" continua Eugi prendendo il suo cappello da cuoca.
E così, mentre nell'aria si spande il profumo delle bucce di arancia che abbiamo messo sui termosifoni, abbiamo passato un piacevole sabato pomeriggio a impastare questi biscotti all'arancia e a scoprire come la frutta di stagione ci aiuterà a combattere il senso di spossatezza grazie a questo frullato multivitaminico.
Lo sentite anche voi il profumo d'arancia nell'aria?
Photo credits: Quinn Dombrowski
La REcyclerie: a Parigi, un'oasi di sostenibilita' ambientale
Scritto da Anna ZattoniAmici mancini, sappiate che domenica scorsa ho scoperto un locale parigino veramente fantastico: si chiama "La REcyclerie" e si trova in 83, boulevard Ornano, 75018 (métro: Porte de Clignancourt).
Cos'è: è un bellissimo spazio eco-responsabile – direi quasi un ecosistema - in cui pranzare, cenare, fare merenda oppure bere un semplice bicchiere di vino. Un tempo, al suo posto, sorgeva la gare Ornano (la struttura del locale ne mantiene ancora le sembianze).
Credits: Anna Zattoni
Perché mi piace: adoro la sua filosofia legata all'ecologia, al riciclo e al consumo a km zero. La REcyclerie, infatti, vanta un'ampia area di ristorazione che propone piatti ottenuti da materie prime di propria produzione (all'esterno c'è anche un pollaio che rifornisce il locale di uova, fantastico!), così come una piccola officina dedicata alla riparazione di bici e di altri oggetti di uso quotidiano.
L'altro ieri ho dato un'occhiata al menu e, con mio grande piacere, ho scoperto che il loro pane home-made è bio e ottenuto con l'utilizzo di lievito madre. Le loro proposte del giorno soddisfano qualsiasi palato, compreso quello dei vegetariani e dei vegani.
Da brava blogger in missione segreta, mi sono offerta come cavia e ho fatto la fila al bancone per ordinare una fetta di torta al limone ed una alle mele: tranquilli, erano spaziali.
Un altro aspetto molto interessante della REcyclerie sono le numerose occasioni d'incontro che vengono proposte settimanalmente: lezioni di yoga, mercatini, baratti, conferenze sul tema ambientale, corsi di giardinaggio per bambini e molto altro.
La REcyclerie è veramente un luogo bellissimo e vitale che consiglio con estremo entusiasmo: esternamente, a primo acchito, potrà non attirarvi granché, ma una volta che sarete entrati verrete letteralmente risucchiati dall'atmosfera che si respira al suo interno. Ah, piccolo ma importante dettaglio: ll locale è aperto tutto l'anno, 7 giorni su 7.
Piccolo p.s: ogni settimana lo staff offre la possibilità di conoscere la storia dell'ex stazione, di ammirarne gli spazi e di visitare gli orti e le piccole aree di allevamento degli animali. Occorre solo informarsi.
Insomma, che altro dire…venez découvrir la REcyclerie!
Info La REcyclerie
83 boulevard Ornano 75018, Paris
http://www.larecyclerie.com
Photo credtis: La Recyclerie
Di identitu00e0 e diversitu00e0 alimentari
Scritto da Lorenza DadduzioAbbiamo incontrato Paolo Marchi il 21 gennaio 2016, durante Vincotto e Lode - il concorso di cucina creativa per studenti degli Istituti Alberghieri tenutosi il 21 gennaio a Santa Cesarea Terme (LE) e interamente dedicato al prodotto tipico della tradizione pugliese
L'ideatore e curatore di Identità Golose (il congresso internazionale di cucina a Milano) è stato protagonista della tavola rotonda "Dal Salento a Paolo Marchi e ritorno", insieme a Luigi De Bellis, Ippazio Turco (chef salentino incluso nel libro), Paolo Aprile e Antonella Millarte, durante la quale la presentazione del suo ultimo libro ("XXL - 50 piatti che mi hanno allargato la vita") è stato in realtà il "movente" per allargare la conversazione e parlare di cucina italiana, con uno sguardo particolare al tema del Made in Italy da esportare all'estero nel segno della tradizione da riproporre e innovare.
Credits: Lorenza Dadduzio
Prendendo spunto dal suo intervento,mi sono fatta raccontare da Paolo qualcosa in più della nuova edizione di Identità Golose (6-8 marzo, Milano), per poi approfondire i temi legati alla possibile evoluzione della nostra cucina, tra tradizioni, innovazioni e…mancinità!
1. Identità Golose giunge alla sua dodicesima edizione. Quali sono le novità di quest'anno? L'anno scorso abbiamo puntato sulla sostenibilità, in coerenza con il tema di Expo "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", sottolineando che le risorse del pianeta non sono infinite e quanto sia necessario usare le risorse in maniera più consapevole, limitando i consumi smodati e gli sprechi.
Quest'anno vogliamo andare oltre, richiamando l'attenzione sui temi della libertà espressiva e della convivialità, messe oggi a dura prova dalle tensioni internazionali (basti pensare ai fatti di Parigi), e dai fanatismi che non mancano neanche a tavola! Per questo abbiamo scelto per il 2016 il tema: "La forza della libertà".
Credits: finedininglovers.it
2. Cosa vorresti dire ai "mancini alimentari"? Un tempo eravamo soliti dire "L'uomo è ciò che mangia". Oggi, sembra che l'uomo sia piuttosto ciò che "non mangia"! Bisogna sempre ricordare che il cibo è cultura, è voglia di conoscere e di sapere. Più cultura significa più inclusione.
La consapevolezza è fondamentale e deve guidare le nostre scelte alimentari, ma deve essere sempre accompagnata dalla tolleranza nei confronti di chi ha opinioni e gusti differenti. Le scelte alimentari non devono portare all'isolamento. Al contrario: è fondamentale cercare sempre dei punti di contatto per superare i confini "religiosi" delle "guerre alimentari".
3. Come immagini il futuro dell'alimentazione? Abbiamo ormai assunto così tanti conservanti che, se ci mettessero sotto terra, non ci decomporremmo più! Di certo l'alimentazione del futuro dovrà fondarsi su una maggiore consapevolezza. Personalmente, mi definisco un "vegano onnivoro": mangio di tutto, ma con grande attenzione, nei confronti della salute e dell'ambiente.
Certo, se pensassimo di più alla nostra salute, saremmo naturalmente portati a ridurre gli alimenti di derivazione animale: ci sentiremmo meglio, e "penseremmo" anche meglio. La cucina del futuro, poi, dovrà essere sempre più sinonimo di condivisione e inclusione: invece di costruire barriere alimentari, cerchiamo di capire e ascoltare i motivi che sottostanno alle scelte di un "mancino".
Credits: La Gazzetta Ragusana
4. Come immagini una sezione "Identità mancine" all'interno del congresso? In realtà, già negli anni precedenti abbiamo cominciato a inserire alcuni elementi di particolare interesse da questo punto di vista. Penso al tema del 2015, "Una sana intelligenza", in cui abbiamo "esplorato" la via per un'alimentazione più consapevole. Ad esempio, ricordo con grande piacere la performance della chef vegana Daniela Cicioni.
Abbiamo anche presentato prodotti "diversi" dal solito. Abbiamo ospitato, per esempio, lo chef veg crudista Matthew Kenney, che ha realizzato un addensante con la polpa di cocco verde. Incredibile ma buonissimo! Certo, è sempre necessario porre attenzione che scelte alimentari differenti, e in alcuni casi davvero estreme, non diventino delle semplici "mode".
Credits: Francesca Brambilla e Serena Serrani
5. Un cibo del passato e uno del futuro da portare con te. Dal passato, il mais, per farci la polenta (del resto, ho origini trentine!). Ricordo la preparazione di ore, il filo di rame per tagliarla, e poi la polenta che viene messa al centro del tavolo per essere servita…insomma, vedo la polenta come il cibo della tradizione e della comunità! Riscopriamo e salviamo dal passato la polenta, che oggi sembra quasi un alimento surrogato!
Come cibo per il futuro, invece, penso ai funghi porcini: usiamoli in sostituzione dei funghi shitake giapponesi e riportiamo in tavola il sapore italiano!
Grazie Paolo per la tua umana e attenta disponibilità di instancabile esploratore di gusto e autenticità. Ci vediamo a Marzo per nuovi incontri di identità mancine!
Credits: Lorenza Dadduzio
Foto di copertina: Valentina Passalacqua
Altro...
Ammettiamolo: una delle cose brutte di gennaio è il rientro alla normalità dopo le feste di Natale. Ci vuole sempre un po' di tempo per carburare, soprattutto se abbiamo dei figli. Ci ripromettiamo che l'anno prossimo sarà diverso, non ci abbufferemo, non cambieremo così tanto le abitudini dei nostri cuccioli… tutte buone intenzioni destinate a naufragare nella prima fetta di panforte al cacao che sforneremo.
Ed ecco che ci troviamo, alla fine di gennaio, a parlare ancora di buoni propositi e di diete, di ripresa di routine familiare, di appesantimento dopo le ore a tavola con i parenti e non solo, di meraviglia negli occhi dei nostri cuccioli nello scartare un regalo, nella difficoltà a riprendere il ritmo lavoro/scuola-asilo/pasti-fuori/pasti-a-casa per tutta la famiglia.
Questo un po' il tono delle nostre chiacchierate nella cucina di Merende diverse:
"Come fai a digerire questo rientro? "
"Come mai? Si vede proprio che mia figlia Viola alle 3 di notte è sveglia e pimpante più che mai come se fossimo ancora negli Stati Uniti, e di giorno fatichiamo tutti a riprendere il ritmo dei pasti europei? " dice eLe un po' appesantita e con gli occhi stropicciati dal jet lag.
"Sarà il fuso orario, sarà che oltreoceano non sempre è facile mangiare bilanciato, saranno le abbuffate con i parenti, sarà che a Natale e Capodanno si mangia sempre e comunque troppo, ma secondo me ci vuole qualcosa di riequilibrante, che ti aiuti, a partire dall'intestino" – dice Eugi.
D'altra parte noi non crediamo nelle ricette magiche per perdere 5 chili in un mese, né crediamo che i nostri cuccioli riprenderanno la loro routine tra pasti a casa e scuola in 2 giorni: questo 2016 lo vogliamo iniziare, e proseguire, all'insegna del realismo e di una dolce mancinità.
E così continuano le chiacchiere in cucina.
"Sì, qualcosa da mangiare, di sano e sfizioso per tutti, accompagnato da una tisana digestiva profumatissima!" - continua Pam, anche lei alle prese con un ritorno alle abitudini dopo una pausa natalizia oltreoceano per lei, Babbo Orso e le sue figlie di 4 e 6 anni.
"Avete ragione: serve qualcosa per digerire il rientro, di gustoso e semplice da preparare. Mi potete aiutare? Io sto ancora litigando con il sale e lo zucchero q.b" dice eLe
"Certo! Io e Pam ci mettiamo al lavoro: vedrai che ricetta gustosa e che rimedio facile e mancino ti facciamo provare! Vieni con noi in cucina!" continua Eugi indossando il suo cappello da cuoca.
E così, oggi mettiamo in tavola questi biscotti mela e avena per aiutare l'intestino in modo dolce, accompagnati da questa profumatissima tisana digestiva limone, zenzero e anice stellato.
La sorseggiamo mentre ci dilettiamo a colorare un mandala con i nostri figli davanti al cammino acceso.
Il rientro non è mai stato così profumato!
Credits: Brittany Randolph
Cari lettori mancini, siamo Eugenia, Pamela ed Elena e insieme siamo le 3 Mammotte di Merende Diverse. Cosa sono le Mammotte? Cos'è Merende Diverse? Ora vi raccontiamo tutto.
Siamo tre mamme (o mamme in divenire), da qui il termine Mammotte: un neologismo che mette insieme Mamme e Marmotte, inteso come grandi lavoratrici. Siamo una start-up innovativa nell'ambito food nata da un'idea di Eugenia e che portiamo avanti tutte e tre con passione e tenacia: crediamo che delizioso e sano siano sinonimi, che si possa tenere sotto controllo il picco glicemico a partire dalla merenda e che lo si possa fare con gusto e mancinità.
E cosa facciamo di tanto speciale? Innazitutto abbiamo appena avviato un e-commerce nel quale comprare le nostre scatole, e poi... siamo le snack solvers delle merende, come amiamo definirci. Aiutiamo, tramite consulenza, selezione e inscatolamento di prodotti super buoni e sani, tutti i genitori attenti all'alimentazione e alla crescita dei propri figli, anche di quelli che hanno piccoli problemi, quali allergie o intolleranze.
Amiamo la buona cucina, le nostre 3 pesti di 4, 5 e 6 anni e non vediamo l'ora di abbracciare quella-in-arrivo, adoriamo i gatti, Munari, aggiungere il peperoncino al cioccolato, studiare e sperimentare, semplificare per stare bene con se stessi e con gli altri.
Vorremmo che fossero messi fuori legge i sensi di colpa, che andassimo tutti di più in bicicletta e che alcuni smettessero di storcere il naso quando diciamo che le nostre merende sono prive di farine e zuccheri raffinati, salvo poi chiederci il bis dopo averle assaggiate!
Siamo le Mancine delle merende, e siamo liete di poter condividere un piccolo spazio con voi su questo splendido sito, per confrontarci e aiutarci e fare merenda insieme!
La nostra rubrica si chiama come noi, Merende Mancine, e parla di spuntini dolci e salati dal profumo mancino, preparati per i nostri bambini con molto amore e che piacciono anche a noi grandi.
All'interno dei nostri post – pubblicati l'ultimo sabato del mese – vi delizieremo con una ricetta e un consiglio per guardare al mese in corso con occhi mancini.
Siete pronti a seguirci?
Gennaio, dopo le feste e prima di quello che sara'
Scritto da Giulia Siena Gennaio si muove lento. Assopito. Gennaio si stropiccia gli occhi come fosse un giorno qualsiasi, come fosse un lunedì.
Gennaio si alza che è già tardi perché il tempo passa in fretta e i giorni si susseguono veloci nonostante il risveglio sia stato lento.
Mi sento così all'inizio di questo nuovo anno: lenta mentre il tempo scorre. Forse sarà che quest'anno – so già – sarà pieno di scadenze, appuntamenti: tante cose per la testa, molte cose per le mani, necessità di impegno costante, garanzia di produttività a lungo termine, obiettivi concreti e, già da subito, troppo ottimistici.
"Ma voi vegani li avete fatti i peccati di ingordigia durante queste festività?" - chiedo davanti al pc in una conversazione via Skype al mio Vegano sul divano. "Sì!" - mi risponde risoluto Luca.
"Sì, certo, - dico titubante – io ci credo... immagino... vi siete ingozzati di cosa?
"Mangiamo sicuramente più del solito, come tutti, e comunque devi smetterla di intraprendere queste tue campagne di scetticismo onnivoro". "Non mi accetti? Sono solo la tua solita amica cretinamente-vegan-scettica con una vena, del tutto naturale, di polemia ironica".
"Bel mix, devo dire, e poi quelli strani saremmo noi, noi vegani... Ok, ne prendo atto".
"Va bene, ho esagerato, - rispondo – ma la mia è solo curiosità. Io, dopo le feste, vivo questo senso di colpa e pesantezza". "A proposito, come sono andate le feste"? Mi chiede Luca osservandomi da lontano, oggi che non può essere qui.
"Bene, queste feste hanno portato molti incontri, abbracci e sorrisi – dico mostrando alla mia web cam, che rimanda le mie immagini a 400 km di distanza, uno sguardo nostalgico - Ottimi incontri, soprattutto quelli con la famiglia mancina in una sera alle pendici di Castel del Monte. La tua mancanza si sentiva nella nostra piccola grande famiglia mancina. Ero lì perché ho incontrato te!".
"Allora è come se io ci fossi stato – ha detto calmo il mio amico – a proposito... non è che hai fatto la vegan-scettica scontroso anche lì?"
"No, no... don't worry. E' andata bene. Ho raccontato di noi. Ora, però, il brutto è riprendere dopo le feste".
"Riprendi a tuo modo – mi consiglia saggio Luca – rimettiti ai fornelli come se io fossi lì e insegnami qualcosa in modo che possiamo ritrovarci a tavola con le nostre differenze, come piace a noi".
Come se tutti questi chilometri non esistessero mi alzo, lascio acceso Skype, metto su "Heaven" di Bryan Adams e mi lascio seguire. Racconto di un piatto semplice, fatto con un solo ingrediente, il cardo, elegante, maestoso e che mi richiama alla mia terra, all'autunno nell'orto, alle sere di inverno a tavola.
Racconto di una pietanza che metterà fine ai sensi di colpa delle feste e darà nuovo brio a questo week-end come tanti.
Una semplice Insalata di cardi, disintossica, sazia e delizia.
Photo credits: Yasmeen
Varcare la soglia di Piazza Aspromonte 15 - sede de La Scuola de La Cucina Italiana – fa un po' uno strano effetto, un misto tra soggezione ed eccitazione: avverti subito di aver posato un piede nella storia della Cucina, quella con la C maiuscola.
Ma poi basta il profumo leggero di un soffritto appena imbiondito che s'insinua nell'ingresso, infilandosi di soppiatto sotto la porta della cucina, accarezzando le riviste impilate con ordine, il sorriso di Vittoria Tallero (segretaria della scuola) e il suo benvenuto a 64 denti, a metterti a tuo agio.
LA STORIA Fondata nel 1988, naturale emanazione dell'omonima rivista, è la prima scuola di cucina nata a Milano e oggi è gestita da un team di "signore della cucina" dirette da Nerina di Nunzio, già direttore marketing di Gambero Rosso.
"La Cucina Italiana, giornale di gastronomia per le famiglie e i buongustai", nasce nel 1929 con una forte impostazione didattica, con l'obiettivo di spiegare le tecniche e svelare i segreti della grande cucina, rendendoli accessibili. E la scuola riflette questa impostazione" spiega Federica Volpe, responsabile corsi ed eventi per le aziende.
"E' una scuola che abbiamo fondato 28 anni fa sulle richieste dei lettori, desiderosi di mettere in pratica quanto leggevano sulla rivista. Potremmo dire che abbiamo assecondato un bisogno che veniva dal basso".
I CORSI "Dal lunedì al sabato, ogni giorno, in tutte le fasce orarie, offriamo corsi di cucina e pasticceria di tutti i tipi, individuali e di gruppo: da quelli più tradizionali (pasta fresca, pane, dolci), a quelli di cucina regionale (toscana, valdostana, trentina). Ma non mancano lezioni in linea con i nuovi trend che stanno attraversando la cucina, dai bento (o schisciette se preferite), alle tecniche di cottura vegane e vegetariane o light" racconta Vittoria.
"Il nostro pubblico è variegato, tra i 20 e i 75, anni, prevalentemente milanese, anche se abbiamo molti corsisti stranieri che vengono qui per sperimentare l'autentica cucina italiana. E se è vero che la cucina è donna, crescono le adesioni proprio tra i maschietti, merito anche di un corpo docente che riesce ad essere comunicativo a vari livelli, spiegando passo per passo piatti che poi si possono facilmente realizzare a casa".
DILLO CON UN MESTOLO "Ne sono successe di cose tra queste mura", continua Vittoria. "Non dimenticherò mai di quell'uomo d'affari di Hong Kong che ha chiesto la mano della sua futura moglie, tra una padella e una julienne. Forse sarà stata colpa delle cipolle, ma sta di fatto che qui piangevamo tutti".
"La cucina libera il bambino che è in te. Nei corsi che facciamo con le aziende ho visto fior di manager entrare in giacca e cravatta ed uscire con i grembiuli sporchi di sugo e le maniche arrotolate, con il sorriso stampato sulla faccia. Come quella volta che con un gruppo abbiamo preparato un pentolone di spaghetti e polpette al sugo: una scena degna del film "Lilli e il vagabondo", prosegue Federica.
"Siamo un team piccolo ma affiatato, accomunate da un profondo amore per il cibo. Vediamo passare davanti ai nostri occhi ogni giorno piatti succulenti e che fai, non gli assaggi? Vaglielo a dire allo chef Giovanni Maggi che ti rifiuti di provare una delle sue creazioni".
Vedere lavorare Vittoria, Federica, con Claudia (Bertolotti, segretaria di redazione) e Giulia (Ubaldi che ha fatto da ponte tra il mondo mancino e quello delle Scuola) e le altre donne della Cucina Italiana è un piacere.
È bello il loro modo di essere squadra, di essere unite nella diversità e compatte in una delle missioni più importanti qui alla scuola: prendersi cura.
Come dice Brillat-Savarin, "invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto".
E nelle mani degli chef e delle donne della Scuola della Cucina Italiana sperimenterete la felicità in punta di forchetta.
Photo: Flavia Giordano