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Mercoledì, 22 Aprile 2015 00:00

UNA MAPPA PER DEGUSTATORI ROMANTICI

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Cinque illustratrici per raccontare il vino dell'azienda agricola "Quota 101", in una Mappa per degustatori romantici: uno strumento dedicato a chi sceglie un vino per stare bene, per avvicinarsi alla natura, per conoscere un luogo.
La tovaglia a quadretti
per il pic-nic di Ilaria Falorsi, l'omino in bicletta di Ilaria Faccioli, gli amici seduti sul divano di Giulia Sagramola, la forchetta nel bicchiere di Irene Moresco, i grappoli e le bottiglie rosse di Stefania Tonello. Sono questi i disegni che raccontano il vino secondo l'interpretazione dell'azienda di Torreglia (Padova), che propone il vino durante un pic-nic o abbinato a un piatto street food.  Il progetto grafico è dello studio Due Mani non Bastano di Milano.

"Volevamo una mappa diversa dei nostri vini e dei luoghi in cui viviamo
– sottolinea Silvia Gardina, giovane cotitolare dell'azienda - nel formato, nello stile, nei contenuti". Ed ecco, quindi, che la mappa contiene non solo gli approfondimenti sull'azienda o le informazioni turistiche tradizionali, ma anche la suggerimenti sui luoghi per un pic-nic, i percorsi da fare in bicicletta, le ricette street food della tradizione veneta da accompagnare ai vini. Non manca un piccolo glossario enoico veneto per i degustatori che arrivano da fuori.

La mappa illustrata è frutto di Factory Quota 101, un progetto lanciato lo scorso anno a Vinitaly. In seguito ad una selezione a cura di una giuria di professionisti, le cinque illustratrici della mappa hanno trascorso due giorni in cantina Quota 101 per conoscere l'azienda e partecipare ad un workshop sull'acquerello con Marina Marcolin. Durante il weekend sono state realizzate le illustrazioni sul vino presenti nella mappa.

La mappa illustrata è visibile qui
Per altre informazioni: www.quota101.com

 

 

Photo credits: Curtis & Renee

Car@ mancin@ da qualche giorno cucinaMancina è stata selezionata da eppela.com  per una campagna di raccolta fondi che ci aiuterà a rendere sempre più completa la nostra food comunity. Come? Attraverso il "mercato mancino": uno spazio dove i prodotti dedicati alle diversità alimentari potranno essere raccontati e testati dai blogger e chef della community per dar vita prima alle "vetrine parlanti" e poi ai "cestini mancini".
Se entro il 18 aprile
riusciremo a raccogliere 5.000 € mettendo insieme i contributi di almeno 30 persone, avremo raggiunto l'obiettivo e potremo far partire il progetto del mercato mancino.
Chi supporterà cucinaMancina con una piccola donazione
attraverso questo link http://eppela.com/ita/projects/3012/cucinamancina-eat-different  riceverà, in segno di gratitudine mancina, ricettari, cartoricette, t-shirt, spillette, adesivi, calamite e i primi cestini mancini. Per i più generosi, la possibilità di cucinare insieme alle mancine, contribuendo alla creazione dei nostri prossimi prodotti editoriali.
Per le aziende agroalimentari e i ristoranti
che ci supporteranno, abbiamo previsto inoltre di creare ricette inedite utilizzando i prodotti dedicati alle diversità alimentari, mentre per i ristoranti offriremo una consulenza nutrizionistica e grafica per "mancinizzare i menu", segnalando le "mancinità" presenti nelle portate.
Allora, ti va di aiutarci a far crescere cucinaMancina?
 

Giovedì, 26 Febbraio 2015 01:00

RIAPRE A TORINO LA STORICA GASTRONOMIA VEG

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Nel cuore di Borgo San Paolo riapre la Gastronomia Vegetariana , da 15 anni gastronomia 100% veg a Torino.
Dopo un mese di ristrutturazione, si festeggia la riapertura della
Gastronomia Veg a Torino. Venerdì 27 febbraio dalle ore 20 in via Dante di Nanni 116, nel cuore di Borgo San Paolo, un evento atteso non solo dal quartiere in cui nasce. Perché è un luogo raro, una gastronomia ma anche una biobottega, dove poter gustare e acquistare prelibatezze 100% vegane, realizzate con ingredienti freschi e materie prime selezionate e sopratutto non di origine animale.

Nuovi arredi, più luminosi e casalinghi, nuove gustose serate a tema. Sono stati inoltre aggiunti un piccolo spazio bookcrossing e uno per bambini, perché l'attenzione per il cliente viene sempre prima di tutto. A dimostrarlo, il modo in cui si è passati dalla Gastronomia Vegetariana a La Gastronomia Veg. Da ottobre, infatti, è stato avviato un vero e proprio percorso di co-creazione della nuova gastronomia insieme ai clienti. Tre serate, una al mese, per ridisegnare la gastronomia insieme: dagli aspetti macro, a quelli micro.

Come in tutte le inaugurazioni che si rispettino, ci sarà madica ma soprattutto da mangiare: tra i piatti, quelli tipici della cucina piemontese ma in versione 100% vegana, come l'insalata russa e capricciosa con maionese a base di tofu o l'affettato di seitan al bagnetto verde, insalata di ceci e spinaci crudi o ai tartufi di lenticchie.

In linea con la familiarità della Gastronomia Veg, anche tempo per chiacchierare e scoprire insieme - una per una - le novità della gastronomia, ormai da 15 anni punto di riferimento per chi ama il cibo semplice, sano, e soprattutto vegano.

È stato inoltre indetto un contest per rendere il tutto più coinvolgente, e soprattutto più social. Un concorso fotografico che premierà le migliori foto fatte dai clienti all'inaugurazione e in gastronomia. L'hashtag è #lagastronomiaveg e siete tutti invitati a partecipare e postare le vostre foto.

Una sfida non semplice quella di Raffaella Goria che anno dopo anno ha sfatato i luoghi comuni sulla cucina vegana a colpi di ricette, serate a tema e corsi di cucina. Ma che, sono sicura saprà vincere. Perché la passione premia. Sempre.

L'agricoltura biodinamica, oltre che una metodologia di produzione, è una felice scelta che si adegua ai nostri tempi. Nata da Rudolph Steiner, tanto da essere chiamata "steineriana", fonda i suoi principi sul compostaggio e le fasi lunari.
La scelta del compostaggio
ha molto in comune con l'omeopatia; essa rispetta le leggi della natura che trasforma (attraverso macerazioni controllate) le molecole di partenza in humus, sostanza nutritiva per il terreno. E' a base di letame, frammisto ad ortica, camomilla, achillea o tarassaco.
Nell'agricoltura tutte le attività di semina e di raccolta sono organizzate sul moto degli astri e sul calendario lunare
, che conferisce a frutti e ortaggi una carica e un'energia naturale, legate ai movimenti dell'universo. Forse è per questo che un agricoltore biodinamico è tra i primi ad avvertire le piccole variazioni che avvengono nella sua azienda, su cui ne identifica gli elementi in equilibrio e sa dove e come intervenire.

L'equilibrio fra gli organismi viventi è l'altro principio universale che la biodinamica segue. I cambiamenti climatici variano infatti la fisiologia delle piante, oltre a intervenire sull'ambiente: aumentano la temperatura terrestre, accrescono i valori di CO2 atmosferica, alterano i regimi pluviali.
Diversamente, l'agricoltura biodinamica è rispettosa dell'ambiente e delle biodiversità.
Non importa se il bruco bucherella le nostre mele: rispettiamo il suo ruolo perché Madre Terra ci ricambia e restituisce sempre le buone azioni.

Photo credits: Antonio Picascia
 

 

 

Giovedì, 19 Febbraio 2015 01:00

FOURQUETTE CERCA UN "DIRETTORE D'ORCHESTRA"

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Fourquette - Ristorantino Atipico di Cucina Narrativa, dopo aver deliziato, incuriosito e incantanto il pubblico foggiano con le ricette della chef Sara Latagliata di "Nobili Pasticci", cerca un nuovo direttore d'orchestra: ai fiati, i ragazzi dell'alberghiero Einaudi di Foggia suonano il loro tircinio formativo; alle percussioni, i nonni Anna, Michele e Lino aggiungono note terrazzane e un po' retrò.

L'orchestra si esibisce dal giovedì alla domenica, solo a Foggia in Via Le Orfane 14. Categoricamente dal vivo, a km 0 e con tutto il cuore. Si cerca un/a cuoco/a appassionato/a, tenace e multitasking.

Inviare il proprio Curriculum Vitae motivazionale; per ulteriori info, scrivete a [email protected] oppure telefonate al 333.3348568.

Grazie da Luana e Giuliano!

Oggi voglio parlarvi di una scoperta alimentare. Sono curiosa per Dna: leggo questa mia attitudine come fonte di conoscenza, come sorgente da cui apprendere novità. In più, sono una curiosa alimentare: da quando ho scoperto un titolo per definirmi tale – cucinaMancina docet! - ho licenza di raccontarvi le mie curiosità alimentari!

Ho scoperto dunque le zucchine disidratate. Le trovo una modalità sostenibile per conservare fuori stagione una verdura tipicamente estiva. Certo, ormai è facile reperire le zucchine anche fuori stagione, sui banchi dell'ortofrutta o al supermercato, ma la mia dieta alimentare - basandosi sostanzialmente sul principio della stagionalità - non contempla la zucchina durante l'inverno.

Conosicamole dunque meglio attraverso alcune domande.

Come si presentano e dove trovare le zucchine disidratate? Le puoi trovare nei negozi bio della tua città; sono in vendita in forma di rondelle essiccate.

Come si utilizzano? Le zucchine vanno messe in ammollo per 15 minuti in acqua bollente – operazione utile anche per disinfettarle - e cucinate per un tempo che varia dai 15 ai 20 minuti. Io ho calcolato circa 20 gr. di prodotto secco a persona, porzione utile per condire, ad esempio, circa 80 gr di pasta. Una volta reidratate, puoi cucinarle in maniera analoga alle zucchine fresche: sbollentate, ripassate in padella o nella maniera che piu' preferisci.

Quali sono altri usi in cucina? Puoi utilizzarle per preparare frittate, ripieni per torte salate o servirle come contorno. Nonostante la cottura, la consistenza tende a restare croccante, dunque sono ideali per queste preparazioni.

Domanda da curiosa alimentare: sono buone? Sì! Ma se vuoi una risposta onesta, ti dico che non sono la stessa cosa delle zucchine fresche, ma sono comunque un'ottima soluzione per mangiare zucchine fresche e sostenibili fuori stagione.

Curiosità alimentare: approvata!

Domenica, 01 Febbraio 2015 01:00

IMMAGINA A COLORI

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A volte, provo a chiudere gli occhi e ad immaginare il mondo in bianco e nero. Sono nata su un territorio vulcanico dove la vegetazione mediterranea della Sicilia con i suoi colori ha la meglio sul nero della lava ormai fredda, e il rosso acceso delle colate laviche ricorda tutti i giorni che il Vulcano è vivo. Penso che sia questo il motivo principale per cui no, non riesco a immaginare il mio mondo senza colori.

Il giallo dei fiori delle ginestre, i fichi d'india rossi gialli e arancioni, le pesche, le albicocche, i piselli, gli asparagi, le melanzane, i pomodori, i funghi, i ricci delle castagne, le zucche, i limoni, le arance, i cachi: ho avuto la fortuna di crescere immersa nei colori della natura. Essere figlia degli anni '80 credo che abbia contribuito ad accentuare la mia vena pop nell'uso dei colori!

Fino a qualche anno fa era impensabile parlare di "cibi di stagione", semplicemente perché eravamo abituati a mangiare secondo le stagionalità. Oggi i pomodori si trovano al supermercato e nei mercati 12 mesi l'anno e sembra normale metterli nel carrello a gennaio.
Abbiamo il privilegio di poterci permettere degli sgarri, ma mi piace pensare che siano solo delle eccezioni alla regola della natura.

Ogni stagione ha i suoi colori predominanti: se proviamo a chiudere gli occhi e a immaginare di dare un colore all'autunno, sicuramente l'arancione e i colori caldi avranno la meglio: la zucca, i funghi, le castagne, le carote. Se pensiamo all'inverno le tonalità di verde si fanno più fredde: i finocchi, i cavoli, gli spinaci.

La primavera è in assoluto la mia stagione preferita. Le giornate si allungano, sbocciano i fiori e i colori iniziano a cambiare per prepararci all'esplosione dei frutti dell'estate: le ciliegie, le pesche, le albicocche, i fichi, le melanzane, le zucchine, le fragole e i frutti di bosco. Che meraviglia la natura!

Siamo abituati a vivere immersi nei colori, ma raramente ci concentriamo sui benefici che i colori possono avere sulle nostre giornate. Praticarne l'uso può essere un essere la nostra dose quotidiana di cromoterapia.

Io ho un debole per le tonalità di blu che mi ricordano il mare, e, neanche a dirlo, per quelle di verde che mi appassiona più di ogni altro colore. Anche la fotografia food è influenzata dalle stagioni e dai cambiamenti della luce naturale durante i mesi dell'anno. Quando preparo una ricetta, prima di fotografarla, provo a chiudere gli occhi e a pensare ai suoi colori: dalle materie prime che sto utilizzando alle sensazioni che visivamente la ricetta mi rievoca.
Provate a chiudere gli occhi e ad immaginare i vostri colori.

Photo credits: Laura La Monaca, dailybreakfast

 

Mercoledì, 14 Gennaio 2015 01:00

ETICHETTE ALIMENTARI: COME LEGGERLE CORRETTAMENTE?

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Dal Ministero della Salute, ecco le regole d'oro per leggere correttamente le etichette alimentari

L'etichetta alimentare può essere considerata la carta d'identità di un cibo: contenendo informazioni come ingredienti, allergeni, calorie, data di scadenza e modalità di conservazione, permette al consumatore di conoscere le caratteristiche del cibo che sta acquistando e di orientarsi al meglio tra gli scaffali del supermercato. Accanto alle informazioni obbligatorie per legge, il produttore può inserire poi in etichetta tutta una serie di elementi quali consigli e suggerimenti per la preparazione e la presentazione del cibo, le modalità di smaltimento della confezione ecc. 

Ogni giorno dunque ci troviamo di fronte a decine di etichette, dalle più semplici alle più complesse…ma siamo davvero sicuri di saperle leggere correttamente? Per esempio, forse non tutti sanno che gli ingredienti sono disposti per ordine decrescente, cominciando da quello più abbondante; oppure, che alcuni cibi possono essere consumati oltre il termine minimo di conservazione senza rischi per la salute, differentemente da quanto avviene per la data di scadenza, che va invece tassativamente rispettata. Conoscere questa differenze è importante per evitare inutili sprechi! 

Per aiutarci nella comprensione delle etichette alimentari, dunque, il Ministero della Salute ha rilasciato un piccolo opuscolo: "Etichettatura degli alimenti. Cosa dobbiamo sapere". L'opuscolo può essere scaricato direttamente dal sito del Ministero (clicca qui).
Qui puoi inoltre trovare le 10 regole d'oro per leggere correttamente le etichette alimentari. 

Ricorda: conoscere e leggere correttamente le etichette è un atto di responsabilità, nei confronti della nostra salute, di quella delle persone che consumeranno il cibo che prepariamo loro...e dell'ambiente!

Photo credits: Diego Sevilla Ruiz 

Lunedì, 05 Gennaio 2015 01:00

Expo Gate - Milano

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In tempo di vacanze, ho organizzato una gita fuori porta a Milano, e, giunta nei pressi del Castello Sforzesco, mi sono imbattuta in due piramidi che hanno attirato la mia attenzione. Curiosa – come solo una turista può esserlo – mi chiedo: "cosa si nasconderà al loro interno?"
A questo punto mi avvicino e il logo "Expo Gate
" mi dà qualche indizio, senza placare la mia curiosità... così decido di entrare. All'interno di queste modernissime installazioni di vetro, non vi è solo l'infopoint e la biglietteria per l'attesissimo arrivo di EXPO in città (nel semestre di maggio/ottobre 2015), ma un vero e proprio brulicare di idee, persone, oggetti.

Cos'è? 

"Inaugurato a maggio 2014, Expo Gate, attraverso un palinsesto di eventi interdisciplinare a cura di Caroline Corbetta, mira alla valorizzazione e alla messa a sistema delle energie culturali produttive, sia milanesi che italiane, dalla vocazione internazionale."


All'interno dei due padiglioni
che ospitano lo Spazio Sforza, lo Spazio Garibaldi e lo Spazio Leonardo, infatti, si organizzano (quotidianamente e, oltretutto, con un'agenda fittissima!) convegni, presentazioni e conferenze stampa, ma anche (ed è qui che la mancinità elettiva s'accende!) laboratori di cucina.

Queste installazioni, dunque, grazie alla partecipazione di vari brands italiani, a noti foodbloggers e validi cuochi, sono (e continueranno ad essere per i prossimi mesi) teatro della buona tavola, che sposa i valori del mangiar sano, dell'ecosostenibilità, senza dimenticare la tradizione gastronomia italiana e locale e l'abc dei fornelli (nel mese di dicembre, ad esempio, sono stati organizzati dei veri e propri workshop o laboratori di panificazione, o, ancora, incentrati sulle conserve o sul riutilizzo creativo degli avanzi alimentari).

Insomma, le attività organizzate sono davvero molte e variegate: c'è solo l'imbarazzo della scelta!

Per dare un'occhiata a "cosa bolle in pentola?" a via Beltrami, nell'attuale capitale mondiale del cibo, il palinsesto è consultabile qui: http://www.expogatemilano.org/it/homepage.php

Per i mancini più social e amanti delle novità in tempo reale, invece, ecco il profilo twitter:
https://twitter.com/ExpoGate

Photo credits: ExpogateMilano.org

Ad un anno dall'inizio dei "lavori", apre nel cuore del centro storico di Foggia "Fourquette", il primo ristorante di cucina narrativa di Fork in progress, l'impresa a finalità sociale vincitrice di Principi Attivi 2012 e semifinalista all'European Social Innovation Competition 2014.
Fin dal nome Fourquette è un gioco glocal
: travestito da francesismo, altro non è che un'interpretazione fonetica di forchetta in vernacolo foggiano. Fa il verso ai bistrot e l'occhiolino alle taverne, condensando in poche sillabe la nostra idea di ristorazione.
Incorniciato nei vicoletti alle spalle della Facoltà di Lettere (Via Le Orfane 14, traversa di Via Arpi), Fourquette adotterà la formula: café wifi al mattino, pranzetti veloci (e gustosi) dal lunedì al venerdì, cucina terra terra e cene gourmet dal giovedì alla domenica.

In cucina, la chef Sara Latagliata
, creatrice anche di Nobili Pasticci (Principi Attivi 2012), dirigerà l'orchestra di "nonni & nipoti" tra i fornelli della nostra cucina narrativa e impreziosirà il menu della tradizione con i piatti dell'innovazione. Il tutto sarà esclusivamente a km 0 per portare in tavola e presentare i migliori prodotti della Capitanata, accompagnati da una carta dei vini squisitamente pugliese.
Per iniziare saranno ben 16 i tirocinanti dell'istituto alberghiero Einaudi di Foggia
coinvolti e quattro i primi nonni coraggiosi e intraprendenti (due nonne e due nonni, per l'esattezza) al varo di Fourquette.

Vi aspettiamo numerosi e appassionati!

Prenotazioni al 333 3348568/0881 310617