Ho organizzato un festival gluten free!

Sono sopravvissuta...e vi racconto cosa ho imparato

Si chiama Eat's Easy ed è dedicato al senza glutine: argomento ancora di nicchia, considerato da molti come meno attraente e invitante rispetto alla cucina "tradizionale", pur se promosso da moltissime star oltreoceano.
L'idea alla base dell'iniziativa era cercare di trasformare il senza glutine in qualcosa di popolare e buono per tutti
, offrendo una serie di eventi dedicati e una cucina fresca e take away. Evitando così il cibo confezionato. Mi spiego meglio: le merendine, i cracker, i grissini prima della pizza e i cerali nel latte al mattino sono pratici e spesso anche buoni, anzi, ne consumo più di quanto dovrei. Ma il pane appena sfornato, la pasta fresca o la brioche calda e fragrante al bar, lo sono di più. I celiaci (coloro che devono seguire una dieta senza glutine), fino a qualche anno fa, dovevano accontentarsi di prodotti insacchettati e confezionati, perché bar, forni, ristoranti e pasticcerie con un'offerta di prodotti freschi senza glutine erano molto pochi. Ora la situazione è migliorata, ma molto potrebbe ancora essere fatto.

Ho raccolto alcuni consigli pratici, sperando che possano tornare utile a tutti coloro che stanno pensando di creare un evento per lanciare o ri-lanciare un marchio, un prodotto o perché no, le attività o la percezione di una onlus. Alcuni suggerimenti, forse, sono comuni, ma siamo tanti e diversi.

Sono partita dall'abc, perché questa è stata la prima vera esperienza di organizzazione di un evento a 360 gradi come "volontaria freelance
". Spero seguiranno altri capitoli. Buona lettura!

1. Si può fare! Organizzare un festival non è semplice, tutt'altro. Soprattutto se, dal lunedì al venerdì, per la famose otto ore (a volte qualcosa di più) hai un lavoro "vero" in un ufficio "x".Restano le ore serali, spesso dopocena, e tutti i week end. Ma si può fare.
2. "To do list": è una brutta parola, ma è utile
Se a irritarvi è il nome, chiamatela "lista delle cose da fare", "calendario" o "pianificazione settimanale". Elencate le attività, cominciando dai punti urgenti e importanti (che dovranno essere in cima alla lista), su un taccuino, su un cartellone o sul computer. Potreste addirittura tentare una pianificazione di gruppo, come la redazione di Donna Moderna e il Kamishibai. Le volte che non mi sono appuntata le cose da fare, ho perso pezzi (e non è bello).

3. Non scegliere chi lavorerà con te a caso
Al lavoro i colleghi non puoi sceglierli: capiti in un ufficio con un team che era lì prima di te e puoi solo sperare che vada tutto bene.
Se hai un progetto tuo, invece, puoi scegliere con chi condividerlo.
Credo che il segreto sia cercare persone brave, di cui ti fidi e con competenze complementari alle proprie. Io sono stata fortunata perché ho lavorato con Valeria. Siamo amiche dalle scuole superiori, lei è celiaca, e lavorando già nel settore dell'organizzazione di eventi, ha colmato le mie lacune e i miei dubbi (anche sulla celiachia!).
4. Se organizzi un festival su un tema sensibile e di nicchia, rivolgiti all'associazione di riferimento 
La celiachia è una malattia autoimmune e, per ora, l'unico modo per curarla è seguire una dieta priva di glutine. È diversa, quindi, da un regime alimentare vegano, vegetariano o proteico, perché si basa sulla necessità e non sulla libera scelta.
L'Associazione Italiana Celiachia, dalla sua fondazione, lavora a stretto contatto con i medici (principalmente gastroenterologi, pediatri, dietisti e nutrizionisti), dei principali ospedali italiani, e sul territorio per migliorare la qualità della vita dei celiaci. Nel corso degli anni ha ottenuto la fiducia di coloro che devono seguire una dieta sena glutine, generando conoscenza e un aiuto concreto che sono stati riconosciuti come di valore.
Ecco perché non chiedere il loro supporto e approvazione sarebbe stato stupido.
Come è andata, nel nostro caso?
Più o meno così: - Ci è venuta l'idea
- abbiamo presentato il progetto al consigliere di riferimento per la sede AIC di Reggio Emilia
- il consigliere di Reggio Emilia ha raccontato l'iniziativa al consiglio regionale Emilia Romagna che ha promosso il Festival
- io e Valeria abbiamo organizzato l'evento in qualità di volontarie dell'associazione

5. I bandi comunali ci sono: usali! 
L'attività di fundraising è complessa, soprattutto oggi dove sono tanti a chiedere e pochi a dare. Un aiuto potrebbe arrivare, però, dalle amministrazioni comunali attraverso i bandi. Eat's Easy è stato uno tra i progetti vincitori de "I Reggiani, per Esempio"
Cerca i bandi e i concorsi del tuo Comune e fai domanda.

6. "Il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l'economia)"  Lo racconta Domitilla Ferrari in "Due gradi e mezzo di separazione" e funziona. Per noi, ha contribuito a far girare l'economia del festival (il perché lo racconto qui al punto 3) e ha avvicinato nuovi volontari all'AIC, richiamati dall'idea di fare qualcosa di concreto per aiutare ad organizzare un'iniziativa finalmente di loro gusto (forse senza il festival non si sarebbero avvicinati). Potrei sbagliare, ma se fin dall'inizio non avessi raccontato il progetto al quale stavo lavorando, facendo circolare idee e contatti, il risultato finale sarebbe stato diverso.
7. I giovani, questi sconosciuti
Tra sabato e domenica sono passate, indicativamente, 1300 persone. Famiglie, in particolare. Speravamo di coinvolgere un numero maggiore di giovani, ma per quello ci vuole tempo. Gli adolescenti, invece, non rientravamo nella nostra strategia, perché come racconta Gianluca Diegoli "di loro non capiamo niente".
8. Usa twitter
Passo moltissimo tempo, ogni giorno, su questo social network perché ci leggo cose interessanti (sei tu che scegli chi seguire e, di conseguenza, cosa leggere) ed è possibile approfondire un hashtag (tipo: #glutenfree o #celiachia), scoprendone particolarità e protagonisti (ovvero chi ne sa di quel particolare tema e viene riconosciuto, dagli altri, come tale).
Inoltre Twitter è una comunità e le persone che la abitano sono felici di essere contattati su quella particolare piattaforma, rispetto ad altri mezzi di comunicazione (quindi, se sei bravo, potresti ottenere feedback migliori). Su Twitter, tra gli altri, ho conosciuto tre persone che hanno supportato il festival: Danila Forti di Coop Consumatori Nordest, Valeria Montanari, Assessore al Comune di Reggio Emilia e Cristiano Ferrari, digital mentor. A loro vanno tanti grazie.

9. Metti tutto nel cv È una cosa in più fatta e portata a casa. Ti dici brava, la tua asticella dell'autostima sale e, di conseguenza, anche la fiducia.
Oggi il mercato del lavoro è competitivo (moltissima domanda, poca offerta e candidati sempre più qualificati) e aver fatto una cosa in più extra lavoro, rimboccandosi le maniche, contribuisce a migliorare la propria sicurezza, proponendosi così per attività e nuovi incarichi.

Sul curriculum, inoltre, il volontariato è un'attività valutata positivamente dagli esperti delle risorse umane.

 

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Elena
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Sono agente musicale in Ponderosa Music, e vivo in campagna. Nel tempo libero organizzo @Eats_Easy: il festival di Reggio Emilia, dedicato al senza glutine. ... [continua a leggere]

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