Nonna Italia ha 96 anni. Vive a Taranto, al terzo piano, senza ascensore e per questo non esce più da tempo. Ma in casa fa tutto. Cucina, più di ogni altra cosa.
In una bollente mattina di agosto sono andata a trovarla per imparare da lei la nobilissima arte dell'orecchietta. E non solo.
Sul tavolo erano già pronte spianatoia, farina e acqua tiepida.
Ho inforcato il grembiule e ho seguito in silenzio: guardavo l'impasto di acqua e farina, le proporzioni decise senza bilancia, la consistenza della pasta, la forma e il coltello che tagliava e arricciava velocemente formando l'orecchietta.
E ascoltavo le sue parole, piccoli segreti indispensabili, spesso in dialetto. La tradizione non ha bisogno di traduzioni.
A quel punto è toccato a me. Senza scampo.
Ogni errore commesso era registrato e corretto all'istante con finta severità. Io sudavo e ridevo sotto i baffi, lei non perdeva una battuta, né lasciava correre. Mi ha aggiustato le mani, il coltello, la quantità di impasto.
Un'ora dopo su un vassoio erano pronte orecchiette e pizzicarieddi (cavatelli), alcuni dritti, alcuni storti. E sopra il vassoio, due grandi sorrisi soddisfatti.