Taralloni di Pasqua

cosa ci metto

Cosa ci metto?

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Info info ricetta

per quante persone
DOSI PER: 8 PERSONE
difficolta
DIFFICOLTÀ: Facile
stagione
STAGIONE: Primavera
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come lo cucino Come lo cucino?

Inizia la Settimana Santa. Si comincia a parlare fin dal lunedi del pranzo di Pasqua. Dove andiamo, cosa prepariamo, chi prepara chi, chi compra cosa. Andiamo in campagna? No, fa freddo. Ma daaai, accendiamo il camino. No, fa freddo. Dai. No. Va bene, non andiamo. E dove andiamo? a casa di mamma. E li comincia il panico. Mia madre è una persona precisissima e quando fa le cose, le fa bene. Niente ritardi, è organizzatissima. E il panico le viene perchè deve contare su di me, che sono quella dell’ultimo minuto. E già al pensiero mi picchierebbe da subito.   pasta 1     E cominciamo con i taralloni. Che si devono prepare in quantità industriali, perchè, visto che richiedono una preparazione abbastanza elaborata, non li fa nessuno e quindi lei, che ‘si dispiace’, li prepara per tutti. Quindi il primo giorno si impastano uova e farina in quantità. Si preparano i taralloni. Si fanno asciugare per almeno un paio d’ore, meglio tre. Poi si fanno sbollentare finchè vengono a galla. Si scolano e si mettono ad asciugare su un panno pulito (si riempiono praticamente tutte le spianatoie della casa).   Il secondo giorno si controlla se sono asciutti bene e si mettono nel cesto storico con i manici, su una tovaglia pulita e si portano al forno del paese, dove il fornaio mette un pezzo di carta con su scritto il nome ‘Celestina’ e li mette li ad aspettare il loro turno, perchè ce ne sono molti altri di cesti in fila. Li porti la mattina, il pomeriggio vai a ritirarli, cotti. Riporti il cesto a casa.   cesto   Il giorno dopo si prepara il ‘gilèp’, la glassa di zucchero. E li prima di iniziare si fa l’appello delle persone che devono collaborare, cioè io, e che vengono messe sull’attenti. Poi degli attrezzi che serviranno. Si mette la tovaglia, i taralloni, le spianatoie pulite, il frullino per montare gli albumi, il cucchiaio grande di legno, e si mette subito l’acqua con lo zucchero sul fuoco, senza perdere tempo. Non bisogna tenere la tv accesa sennò ti distrai, se suona il telefono si risponde ‘chiamami fra due ore che prima non posso darti soddisfazione, sto facendo il gilèp’, non devi andare nemmeno in bagno, e non ti devi allontanare dal tavolo della cucina. Devi stare lì e attendere ordini. Monta gli albumi (‘li hai montati bene? a neve ferma? fammi vedere, bè, nzòmm, si può fare sempre meglio’), si controlla continuamente lo sciroppo finchè fa il filo (‘mamma lo fa il filo’, ‘no, guarda bene, a un certo punto il filo si rompe. Non si deve rompere’). E si continua a controllare, finchè sto benedetto filo non si rompe più. Solo che a quel punto bisogna correre. Prende la pentola con lo sciroppo, non importa se non ce la fa, ce la deve fare, con l’altra mano impugna lo sbattitore (il frullino di prima) e tiene vicino vicino il cucchiaio di legno che fra un pò le servirà. Comincia a versare lo sciroppo nella coppa gigante dove stanno gli albumi montati e nel frattempo va di sbattitore. Piano eh! lentissimamente. (Ordine perentorio: ‘metti due dita d’acqua nella pentola e rimettila sul fuoco, scià veloce e torna qua’). Poi quando è tutto amalgamato spegne lo sbattitore e impugna il cucchiaio, perchè la prima è l’operazione rozza ora viene quella fina. E va di cucchiaio, "come quando batti le fave’ e va finchè è pronto" ma questo lo sa solo lei, perchè io ci ho provato, ma lo vedo sempre uguale, prima e dopo. Però lei sa. A quel punto ti dice ‘vai a prendere l’acqua bollente che mi servirà fra un pò’. Corro, prendo e torno. ‘A-ttentiiii’ accanto al tavolo. Comincia ad immergere i taralloni e piano piano a disporli sulla spianatoia, fino a formare un ricamo. Prima spianatoia piena, portala via, ‘stai attenta a non farli cadere e a non cadere pure tu, ca tu si capèsc ca t vè min, cioè che tu sei capace che cadi’, ‘portami l’altra, veloce’. Agli ordini. E così fino alla fine del gilèp, dei taralloni e delle spianatoie. Ecco...   Sbattitore

PROCEDIMENTO

Impasta gli ingredienti e formare un salame grosso da tagliare a grossi tocchi. Nella ricetta è indicato 1 kg circa di farina 00 per dolci ma ovviamente stai attenta alla consistenza dell'impasto che deve avere una consistenza morbida ma lavorabile per cui la farina potrebbe sere di più o di meno rispetta a quella indicata in ricetta. Tutto dipende da quanto è in grado di assorbire liquidi.

Forma dei grossi cilindri e avvolgeli a tarallo. Mettili sulla spianatoia. Porta ad ebollizione una pentola capiente di acqua e immergili pochi per volta.

Quando vengono a galla scolrli e rimettili ad asciugare bene su un canovaccio.

Pratica delle incisioni lungo tutta la parte centrale del tarallo.

Inforna a 180°C o, meglio nel forno a legna, fino a quando diventano dorati e gonfi.

 

Prepara lo sciroppo di zucchero facendo bollire lo zucchero nell'acqua.
Nel frattempo monta gli albumi a neve fermissima.
Per capire quando è arrivato il momento di procedere, versa qualche goccia di sciroppo di zucchero in un  piatto e fallo raffreddare. Con l’indice prendi una goccia, unisci l’indice al pollice e controlla se fa ‘il filo’. Se lo fa significa che è pronto, altrimenti fai bollire ancora un po’. Quindi versa a filo lo sciroppo di zucchero nella ciotola degli albumi montati a neve e mescola velocemente con un cucchiaio di legno. Continuare a mescolare fino a quando la texture sarà liscia e vellutata.
 
Immergi i taralloni nel ‘Gilèp’ e lascia raffreddare e solidificare su una spianatoia.
 
ciucciarielli

Tutte le mancinità

vegetariano no lattosio no crostacei no soia no pesce no guscio poco sodio
vegetariano, no lattosio, no crostacei, no soia, no pesce, no guscio, poco sodio

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Anna Gentile
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Pugliese, laureata in Lingua e letteratura inglese, cresciuta a suon di mestoli e cose buone in cucina, da una famiglia bongustaia e poco propensa... [continua a leggere]