Come cucinare in casa e vendere i propri prodotti

Sempre più spesso sentiamo parlare di microimpresa domestica nel settore alimentare. Ma che tipo di attività svolgono queste imprese e come avviarle?

In primo luogo per microimpresa domestica nel settore alimentare si intende quella realtà produttiva che opera nel settore alimentare all'interno di un'abitazione. In sostanza, chi intende vendere, ad esempio, le torte che produce in casa, deve avviare una microimpresa domestica alimentare.

Bene, sappiate che non è possibile produrre e vendere alimenti senza "regolarizzare" il proprio operato dal punto di vista giuridico. Prima di tutto è opportuno chiarire che, tecnicamente, la microimpresa domestica è una impresa inquadrabile nel settore artigianato.
Chi sono gli artigiani? Gli artigiani sono dei veri e propri imprenditori e, ai sensi dell'art. 2083 del Codice Civile, rientrano nella categoria dei "piccoli imprenditori". Secondo la "legge quadro sull'artigianato", l'artigiano è colui che svolge la propria attività in misura prevalente, anche manuale, nel processo produttivo. In parole più semplici, questo significa che chi decide di avviare una impresa artigiana (tra cui, appunto, quella domestica alimentare) deve dedicare a questa la maggior parte del proprio tempo, anche se ha un altro lavoro. La microimpresa deve, inoltre, dotarsi di una propria partita IVA e va registrata presso la Camera di Commercio.

Diritto di Gusto di Elio Palumbieri - Microimpresa Domestica Alimentare
Quali alimenti si possono produrre? Devo precisare che, anche per la produzione domestica di alimenti, è necessario seguire le procedure di igiene e sicurezza basate sui principi HACCP (Hazard-Analysis and Control of Critical Points, ossia un insieme di procedure volto a prevenire le possibili contaminazioni degli alimenti). Questo significa che sarà necessario analizzare e gestire tutti i rischi di contaminazione e analizzare e controllare tutti i punti critici della fase di produzione.

Oltre ai principi HACCP, è importantissimo seguire anche le norme in materia di rintracciabilità. Queste regole sono poste a tutela degli interessi e della salute dei consumatori. È necessario, infatti, individuare sempre chi fornisce le materie prime destinate alla produzione di alimenti. Anche all'interno della microimpresa domestica alimentare, quindi, bisogna dotarsi di registri su cui riportare tutte le informazioni inerenti all'origine dei prodotti che si usano in cucina.

Nella propria abitazione non è possibile produrre ogni tipo di alimento con lo scopo di venderlo. In particolare, la prima regola da seguire è la seguente: bisogna produrre alimenti che rientrino in un unico genere merceologico. Quindi, ad esempio, non è possibile produrre e vendere, contemporaneamente, taralli e piatti pronti. Questi due prodotti, infatti, rientrano in generi merceologici differenti: prodotti da forno i primi e gastronomia i secondi.

La seconda regola da seguire è questa: non è possibile produrre alimenti di origine animale. Questo significa che all'interno di un'abitazione, anche se adibita a microimpresa domestica alimentare, non è possibile produrre latte e prodotti a base di latte, uova, carne e prodotti a base di carne, molluschi bivalvi vivi, prodotti della pesca e derivati trasformati.

Ultima regola fondamentale è quella per cui non possono essere eseguite delle preparazioni destinate alla somministrazione. In sostanza, al netto dell'attività di "home restaurant" (in merito alla quale segnalo l'interessante articolo in questo link), non è possibile servire i propri piatti direttamente al cliente. I piatti andranno sempre venduti singolarmente e consumati all'esterno.
A quali soggetti è possibile vendere i propri prodotti? Sotto questo punto di vista non c'è una vera e propria regola peculiare. È possibile, infatti, vendere i propri prodotti sia a esercizi commerciali sia a privati. Ciò che conta realmente è il confezionamento e l'etichettatura.

Diritto di Gusto di Elio Palumbieri - Microimpresa Domestica Alimentare 2

È possibile utilizzare la mia cucina? No, non è possibile. Per poter regolarmente produrre alimenti destinati alla vendita, anche all'interno di un'abitazione, è necessario utilizzare un locale cucina diverso da quello che si usa normalmente o allestire una cucina in uno spazio separato all'interno di un altro locale.
Di fondamentale importanza è il rispetto di alcuni requisiti. Tra tutti la presenza di un servizio igienico dotato di antibagno, rubinetto a comando non manuale e asciugamani monouso.

Insomma, la microimpresa domestica alimentare è un'ottima idea per chi tenta, in qualche modo, di vendere i propri prodotti senza investire somme ingenti
. Tuttavia, è sempre necessario analizzare a fondo le regole e prepararsi a sopportare un investimento: allestire un nuovo locale-cucina e compiere tutte le pratiche burocratiche necessarie richiede sempre un impegno lavorativo ed economico non da poco.
 

Non vediamo l'ora di leggere i tuoi commenti, ma prima dovrai loggarti!

Autori

Elio Enrico Palumbieri
redattore

Elio Enrico Palumbieri

redattore
Segui
Laureato in diritto comparato europeo e transnazionale presso l'Università di Trento e specializzato in diritto diritto agroalimentare e diritto dell'innovazione. Presidente dell'associazione NIDOnet con esperienze... [continua a leggere]