On the rawd: tappa 3. Marche veg

TAPPA N. 3

9-17 agosto 2013: Marche veg

A Senigallia
abbiamo alloggiato all'Hotel Lori  (www.hotellori.com), anche questo a conduzione familiare. Probabilmente la location non é inperdibile ma le due proprietarie  - che stanno ancora pensando a come sia possibile stare in piedi pranzando solo con una ciotola di pomodori belli maturi e delle zucchine alla griglia -  noi le ricordiamo con affetto perché si sono prodigate per trovare qualcosa che andasse bene alle nostre esigenze e la loro disponibilità e curiosità ci ha fatto piacere. Le foto della torre di pomodori, delle quenelle di melanzane e della bruschetta di zucchine sono la nostra "visione" di come potevano essere servite le pietanze che loro ci hanno "semplicemente" offerto in delle belle ciotolone capienti!!! Ci siamo divertite un po' a giocare con il cibo e a sorridere dei loro sguardi stupiti! Attenzione, messaggio a tutti i vampiri: le verdure alla griglia a Senigallia vengono preparate con un intingolo di olio, sale, erbe, e trito di aglio… tanto aglio, è la cosa è davvero impegnativa!


Se volete un posticino carino per un pranzo o una cena nella magica Senigallia
andate alla trattoria La Muta. Noi abbiamo ordinato senza difficoltà (i primi erano tutti, tranne uno, realizzati senza l'utilizzo di derivati animali) il servizio è puntuale e la location molto bella. Il nostro ordine: linguine rucola e noci, pasta fatta in casa. Quindi erbe di campo (il nome un po' pretenzioso, erano delle semplici bietole sbollentate e passate in un filo di olio) e infine un piccolo strappo alla regola: tomino alla piastra servito con frutta fresca, bell'abbinamento nulla di geniale ma almeno diverso dal solito.
Dopo Senigallia abbiamo fatto rotta verso Cagli
un paesino delizioso nell'entroterra marchigiano. Le Marche sono un posto magico, ancora sconosciuto, parlo dell'interno, anche se forse, meglio ce non si sappia troppo in giro quindi per 4 giorni abbiamo girato con un amico (buon gustaio) i dintorni di Cagli e abbiamo pranzato qui: il chiosco dell'Abbazia di San Vincenzo a Furlo, (Via Flaminia - Tel. 0721/796741 , 61043 Acqualagna - Furlo) se siete in zona e chiedete del chiosco non potete sbagliare, lo conoscono tutti. Famosissimi per la loro crescia (che di vegano ha poco… ma che-ve-lo dico-a-fare lo abbiamo scoperto dopo, quando la mamma del nostro amico Simone ci ha insegnato la ricetta usando le uova delle sue galline e il formaggio fattore di fiducia) che ha le sembianze di una piadina ma molto più sostanziosa e spessa. Per la farcitura abbiamo scelto le verdure gratinate che qui preparano sulla griglia impanando gli ortaggi con un misto di pangrattato, peperoncino sale e rosmarino.


Un ristorante molto carino e interessante a Cagli è La Gioconda
. Ci fa piacere segnalarlo perché già dal menù si capisce l'attenzione verso le scelte alimentari differenti, i piatti vegani sono segnalati e in più c'è un menù "vegetariano" nulla di speciale ma è da lodare l'impegno. Noi abbiamo preso: spuma amaretti e melanzane, ravioloni di patate al tartufo e fiori di zucchina entrambi ottimi anche se forse un po' invernali come ricette e, per assaggiare, un discreto spaghetto vegetariano. Vi consigliamo comunque di ordinare dalla carta ufficiale: andate sul sicuro!
Una cosa che non dovete perdere è il gelato del Baricentro in Piazza Enrico Mattei, ad Acqualagna
. Lucrezia fa il gelato senza zucchero, usa solo la stevia, il cioccolato extra fondente è fatto con l'acqua e con la stevia, destinato a tutti i mancini: allergici ai latticini, vegani e persino ai diabetici.

La chicca del nostro soggiorno marchigiano è stata la cena alla Slowcanda di Piobbico. Un posto magico, sarà perché vicino allo stile di vita clandestino, un piccolo borghetto sperduto tra i colli, l'energia utilizzata è rinnovabile, si mangia all'aperto sotto una verandina molto rustica mentre l'interno è arredato con mobili anni '50 di recupero, l'atmosfera è familiare e la cucina gustosa senza pretese. Senza nemmeno domandare troppo alla tavola della Slowcanda ci possono mangiare tutti i mancini che vi vengono in mente oltre che ovviamente agli onnivori.

Il menù è per all'80% vegetariano, tutti gli antipasti sono vegani e non sono le solite verdurine scondite, ottime le pesche con pinoli e riduzione di balsamico. I ravioli di santoreggia sembravano cresciuti nell'orto da quanto erano saporiti e freschi. Poi in menù c'era l'erba di campo, questa volta vera, un misto di erbe amare e gustose, cucinate semplicemente con un filo d'olio e non troppo cotte.


Se Passate da Vasto
fare un salto da Agrifood da Gino  (Loggia Amblingh, 47 -  Vasto) una trattoria alla quale non dareste nemmeno due lire (anche perché ormai sono fuori corso) ma in una posizione splendida e con una cucina da far girare la testa. Il profumo delle pietanze ti rapisce e già dalla piazzetta che precede il ristorante, piena di localini belli, pettinati ma, ahimè, piuttosto vuoti. Invece da Gino c'è la coda, noi stesse che siamo molto pigre abbiamo voluto attendere perché la promessa dei profumi, ne eravamo certe, veniva mantenuta dal gusto, lo abbiamo letto negli occhi dei clienti gia seduti.

L'ordine che abbiamo fatto: di vegano c'erano della fantastiche insalate, crocchette di patate, verdure grigliate e fritte…ma noi quella sera ci siamo sentite molto vegetariane e abbiamo preso: una parmigiana di melanzane a regola d'arte e quindi tanto sugo rosso, una spolverata ma solo spolverata di grana, le melanzane fritte, ma leggere, erano tagliate sottilissime, dolci e gli strati erano almeno 16/17. Ragazzi che bontà. Poi abbiamo assaggiato delle polpette tipiche fatte con pangrattato, uovo e cacio, cotte nel sugo di pomodoro, tenerissime e sfiziose, ed infine una bella insalata verde semplice di quelle che rinfrescano lo stomaco e lo preparano al dolce… che non abbiamo mangiato perché eravamo soddisfatte così.


Leggi la tappa n. 1
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Autori

Destino Vegetariano
chef

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