La mia mamma era proprio negata nel preparare i dolci e spesso, quando mia nonna preparava la sua crostata alla marmellata, io piccolina mi auto-invitavo a casa sua.
Già l'odore della buccia di limone grattugiata era per me una felicità!
La sua sicurezza nel preparare mi affascinava.
Lei faceva tutto a "regula"...usava una tazzina da caffè.
E come se la vedessi ancora oggi: prendeva il "tauliere" (piano di legno) e ci versava prima la farina insieme allo zucchero, poi aggiungeva l'olio, piano piano, fino a quando, diceva lei, stringendo l'impasto nella mano, questo non si sfarinava, rimanendo compatto.
Poi ci aggiungeva l'uovo leggermente sbattuto, la buccia del limone e il lievito.
Trattenendo una parte d'impasto per le strisce, il restante lo stendeva in uno "stanatu" (teglia) di circa 22 cm ricopriva con marmellata e completava con le strisce intrecciate ricavate dall'impasto rimasto.
Il forno di una vecchia cucina a gas misurava circa 190°C e nella mezz'ora o quasi di cottura mi diceva di avvicinarmi e sorridere alla crostata: così sarebbe venuta più bella.
Per colorare la superficie usava un coperchio di rame piatto che metteva sulla teglia e lo ricopriva con della brace ardente.
Ecco, forse...da lì ho capito il mio amore nel preparare cose buone per qualcuno. In particolare, dolci!