Sabato, 05 Luglio 2014 02:00

Delizie vegane: il kanten di Vegachef

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Volete un'idea per una ricetta dolce, leggera e vegana? Provate con il kanten, la gelatina giapponese.

Il suo nome vuol dire "cielo freddo" ed é anche salutare perché contiene pochissimi zuccheri.

Mara Di Noia di Vegachef ci spiega come prepararla nel suo ultimo video

 

 

Martedì, 24 Giugno 2014 02:00

Sport? Roba da vegani!

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La seconda puntata de "Il Mondo di Vegachef" è dedicata ai benefici che la cucina naturale e vegana apporta alla nostra salute, anche in ambito sportivo.

La ricetta, un gustosissimo veg-hummus.

Photo credits newwavegurly

Martedì, 17 Giugno 2014 02:00

CUCINAMANCINA SI RACCONTA A RETECONOMY

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Chi sono i mancini alimentari? Che vuol dire mangiare differente?

Come é nata l'idea di creare una piattaforma che aggregasse ricette vegetariane, vegane, adatte ai vari tipi di intolleranza (senza glutine, senza lattosio) o per stili alimentari particolari (con pochi grassi, con pochi zuccheri, con poco sodio), e autori con la voglia di raccontare la propria storia di alimentazione differente.

Come stiamo sviluppando il nostro motore di ricerca per ristoranti, negozi e aziende mancine, presto online?

Questo e molto molto altro nell'intervista a Flavia Giordano e Lorenza Dadduzio di cucinaMancina, a cura di Beppe Grossi di Reteconomy, SkyTV 816.

Buona visione!

 

 

Torna on air il videoblog Vegachef, con una puntata dedicata ad allergia e alimentazione, una nuova location, un nuovo format e un nuovo titolo: Il mondo di Vegachef.

La prima puntata sarà dedicata ai disturbi di stagione, come le allergie.

Il Dottor Calcaterra - Medico Gastroenterologo e Omeopata - condurrà una rubrica di approfondimento medico sull'argomento "Allergia e alimentazione", mentre Mara di Noia cucinerà una ricetta naturale a base di cereali, utile per depurarsi e affrontare con energia e ottimismo i disturbi di stagione.

Buona visione!

 

 

 

Giornalista, scrittore, oleologo (neologismo coniato da lui stesso), direttore di Olioofficina magazine, Luigi Caricato, oltre ad essere il massimo esperto di olio in Italia, é innanzitutto un innamorato dell'olio dei qualità, al quale ha dedicato moltissimi libri: L'incanto dell'olio italiano (Bibliotheca Culinaria, 2001), Oli d'Italia (Mondadori, 2001), Star bene con l'olio di oliva (Tecniche Nuove, 2003), Guida agli oli extra vergine bio (Tecniche Nuove, 2004),  A tavola e in cucina con le olive (Tecniche Nuove, 2007), Friggere bene (con Giuseppe Capano; Tecniche Nuove, 2009), Libero Olio in Libero Stato (Zona Franca, 2013).
Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo a Monopoli, in occasione dell'evento "Olii di famiglia"
e non abbiamo resistito a fargli alcune domande.
D. Quanto é importante un olio di qualità per un'alimentazione sana?

R. E' fondamentale
, perché l'olio, come tutti i grassi, é un prodotto dalla vita breve. Quindi, per dare della caratteristiche sensoriali ai vari ingredienti di una ricetta, é fondamentale che ci sia innanzi tutto un condimento di grande qualità: la stabilità delle sostanze grasse é infatti fondamentale anche sul piano salutistico oltre che sul piano della preparazione finale del prodotto. Molti piatti sono concepiti bene  ma hanno il grosso limite di non avere l'olio giusto, né dal punto di vista dell'abbinamento, né sul fronte della qualità in generale, perché se un olio ha dei difetti sensoriali (é ossidato per esempio), é evidente che tutto il lavoro fatto nella preparazione del piatto viene svilito.  

D.  E' uscito il film "Resistenza naturale", dedicato ai vini biologici e al movimento dei viticoltori italiani che stanno innovando la produzione vinicola soprattutto nel biologico. Hai una storia di "olio differente" da raccontarci?
R.  L'olio da olive é già di per sé "differente"
. Ho cercato di scrivere in tanti miei articoli e in tanti miei libri che l'olio da olive é un prodotto naturale, come l'acqua. Purtroppo per legge non si può inserire la dicitura di "olio naturale"  ma in realtà é naturale in quanto si tratta di estrazione dal frutto, non é un prodotto che si trasforma - come il vino - ma é un prodotto di estrazione. E' l'oliva spremuta. Oggi c'é un'attenzione maggiore alle modalità di la coltivazione. L'agricoltura biologica ha la sua importanza ma l'olivo non é una pianta che necessita di grandi interventi. Se il lavoro viene impostato con gronde sapienza si può addirittura evitare di fare dei trattamenti anti parassitari. Oggi abbiamo oli più sani di grande qualità e questo dipende anche dall'attenzione che gli olivicoltori stanno prestando in questi ultimi anni rispetto al passato.
D. Luigi Caricato é un mancino alimentare? Perché?

R. Io sono sempre un mancino in generale, anche se poi in realtà sono destrorso. Sono un mancino per come intendo la vita, con grande spigliatezza e spontaneità. Mi trovo spesso e volentieri in una visione "diversa" rispetto agli altri e quindi sono un mancino.
Sono una voce contro, non per essere bastian contrario ma non accetto che si dicano inesattezze sull'alimentazione. Credo si debba prestare molta attenzione alla qualità delle informazioni alimentari perché molto spesso la comunicazione in tal senso é viziata da contenuti pubblicitari oppure da superficialità e quindi si ripetono dei luoghi comuni.
Comunichiamo perciò correttamente il cibo, rispettando le differenze, le sensibilità e le altre culture.


 

Photo credits: Plum e Flavia Giordano

Lunedì, 20 Gennaio 2014 01:00

Street food and design: arriva Qcina!

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Sono 4. Tutti architetti e tutti uniti da una comune passione per il design e l'architettura. Sono Francesco Marella, Giandomenico Florio, Emanuele Pagliara e Riccardo Pavone che, nel 2011, fondano, un po' per gioco, un po' per mettersi alla prova, il collettivo Momang. Tra i loro progetti spicca Q-Cina, un dispositivo mobile progettato per lo street-food e per eventi urbani, dal design ispirato ai chioschi ambulanti per la preparazione e somministrazione del cibo di strada.
Andiamo a conoscerli

Flavia - Mòmang, Momàng; g dolce, g gutturale. Come si legge, come si pronuncia? Ma soprattutto che significa? Momang - Assolutamente "g" dolce, con accento sulla prima "o", piccola pausa, e accenso sulla "a".
Non c'è un solo significato.
Letteralmente, nel nostro dialetto, l'espressione mò mang' vuol dire "adesso mangia"
ma se ci spostiamo sul piano metaforico, di risposta ad una domanda di esortazione significa "aspetta e spera, prima poi succederà". Il primo ben si sposa con il progetto cucina. Il secondo si riferisce a come percorrere la strada del design, dedicandoci tempo in attesa di coglierne i frutti pazientemente attesi. C'è anche un non poco evidente riferimento al MoMA di New York. Ovviamente in una chiave ironica in sé beneaugurante. 



F - Come é nata Qcina? E perché avete iniziato a lavorare proprio su di un progetto di street food?
 M - Q cina è nata all'interno di un progetto di partecipazione urbana svolto a Lecce nel 2012. Progetto che ha previsto un percorso di costruzione collettiva e partecipata di una cena di quartiere perchè cenare in strada coi vicini rappresenta una occasione per socializzare e costruire relazioni, sviluppare il senso di comunità e abitare lo spazio pubblico in modo nuovo e creativo. Ci è stata commissionata dall'associazione culturale Xscape allo scopo di poter svolgere, in strada appunto, laboratori di cucina in grado di coinvolgere la comunità multiculturale che anima il quartiere Ferrovia a Lecce. Il potenziale della Q-Cina però è andato oltre l'attività laboratoriale e l'ha trasformata, tramite la condivisione del cibo, in un catalizzatore sociale che durante tutto l'arco della giornata ha attratto gli abitanti del quartiere che incuriositi dalla possibilità di sorseggiare un caffè in strada o assaggiare una frittella calda, si sono avvicinati e hanno parlato con noi e con i membri del progetto di X-Scape raccontando la loro quotidianità di vita. Certo noi siamo tutti architetti quindi progettare in base a ciò di cui la committenza ha bisogno è nostra abitudine, così com'è nostra ambizione poi realizzarlo. Vedere concretizzato questo progetto, osservarlo nella pratica reale in interazione con le persone, constatare che un'idea progettuale funziona non solo sulla carta,  ci ha fatto comprendere che la vera vocazione della Q-Cina non è solo lo street food ma soprattutto la capacità di far emergere il senso comunitario attorno al cibo consumato insieme in un luogo comune come la strada.

F- Prima il Salone del Mobile di Milano e ora l'Indipendent Design Festival di Torino. Momang alla conquista d'Italia? Quali sono i vostri prossimi progetti? M - Il cibo è considerato un potente catalizzatore sociale. Ci incuriosisce capire in che modo il cibo in strada può attivare processi comunitari nelle diverse zone del paese. Nella nostra regione hai la possibilità di cucinare all'aperto tra le strade assolate, in altre all'interno di ambienti più riparati. Spesso ne cambia il luogo ed il contesto al contorno, ma il gesto ed il modo di rapportarsi con i cibo "comunitario" rimane inalterato. In collaborazione con amici food performer stiamo sperimentando l'uso di Qcina in eventi di show cooking per valutarne i limiti e le potenzialità. Una fase di valutazione che ci accompagnerà fino alla produzione a media scala. Ci sono altri progetti in cantiere, sia sulla linea qcina, per l'out door ed il social design che di altro genere. Ma di questo sarete subito informati non appena avremo novità.




F - I Momang sono mancini perché… M - Mancini per condivisione. Siamo in quattro al momento, ed è sempre necessario condividere le mancinità degli altri. In cucina non siamo degli esperti, ma ognuno di noi ha un rapporto personale dettato da gusti, necessità e fisse personali. Da periodi dedicati con estrema cura nel selezionare verdure a chilometro zero, a momenti senza regole dovuto alle nostre non intolleranze. Quando ci troviamo a metterle tutte insieme vi chiameremo. Può diventare un divertente "caso da studiare".

Sabato, 23 Novembre 2013 01:00

DIETA, METABOLISMO, TUMORI: COSA CI DICE BERRINO?

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L'8 novembre si è svolto a presso l'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari un incontro con il professor Berrino, uno dei massimi studiosi del ruolo della dieta nell'insorgenza del tumore, nonchè  oncologo dell'Istituto tumori di Milano. L'argomento dell'incontro era proprio questa: quanto l'alimentazione possa influire sullo stato di salute.

Il professor Berrino insieme con altri gruppi di ricerca sta portando avanti uno studio europeo definito EPIC, attraverso cui si stanno valutando 500.000 persone e il rapporto tra dieta, stile di vita, stato nutrizionale
, fattori ambientale e patologie metaboliche. I risultati sono chiari: la mortalità aumenta con l'aumento della circonferenza addominale, perché è strettamente correlata a più probabilità di diabete, patologie cardiovascolari, ipertensione, cataratta, bronchite e, inaspettatamente, tumori.


Come si fa a tenere nei limiti di sicurezza la nostra circonferenza addominale? Il professor Berrino ce lo dice: scegliendo opportunamente gli alimenti
che devono essere alla base della nostra alimentazione quotidiana ed eliminando o riducendone altri. Patatine, carni rosse, farine raffinate, bevande zuccherate, margarine ci fanno male e ci fanno ingrassare così come anche l'eccesso di proteine animali. Al contrario, cereali integrali e interi, noci, frutta e verdura, legumi ci mantengono in buona salute. In parole povere, la vera dieta mediterranea, quella dei nostri bisnonni, ci preserva da ictus, diabete, Alzheimer, tumori…
Alcune semplici regole che il professor Berrino ci ha lasciato:
-mantenersi snelli e praticare attività fisica
- limitare cibi "estremi": troppo dolce-troppo salato; troppo concentrati, troppo raffinato -non usare lo zucchero -limitare l'alcool e il sale -limitare le carni rosse e conservate

Gli studi e gli approfondimenti continuano ancora, ma è già abbastanza evidente quanto il nostro stile di vita e il nostro modo di mangiare possa influire sullo stato di salute.
 

Fonti:
http://epic.iarc.fr/
http://www.dietandcancerreport.org/
Diabetes Care  2011 Jan;34(1):14-9. doi: 10.2337/dc10-1288. Epub 2010 Oct 7Reduction in the incidence of type 2 diabetes with the Mediterranean diet: results of the PREDIMED-Reus nutrition intervention randomized trial. Salas-Salvadó J, Bulló M, Babio N, Martínez-González MÁ, Ibarrola-Jurado N, Basora J, Estruch R, Covas MI, Corella D, Arós F, Ruiz-Gutiérrez V, Ros E;PREDIMED Study Investigators.

Photo credits: Flavia Giordano
 

Giovedì, 07 Novembre 2013 01:00

STUPEFACENTE CANAPA!

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Sapete che i semi di canapa contengono aminoacidi e acidi grassi essenziali? I semi decorticati possono essere utilizzati tal quali (per esempio in aggiunta alle insalate); ma dai semi di questa pianta si possono ottenere farina, olio, margarine, hamburger e formaggi vegetali, ricchi di proprietà che contribuiscono al nostro benessere.

In particolare l'olio, ottenuto dalla spremitura a freddo, contiene acidi grassi omega 3 e omega 6 nella proporzione ottimale, migliore rispetto a tutti gli altri oli vegetali; buone quantità di antiossidanti come vitamina E. È quindi utilissimo per chi soffre di colesterolo alto, per rinforzare il sistema immunitario e per regolarizzare i cicli ormonali.

Dai semi, poi, si ottiene anche una farina, naturalmente priva di glutine, ma molto ricca di fibre e minerali come ferro, calcio e potassio, che può essere utilizzata in aggiunta alle farine tradizionali per preparare pasta, pane e prodotti da forno. 

Si ottengono prodotti adatti anche a chi soffre di diabete, per chi vuole perdere peso senza rinunciare alla pasta, per gli sportivi, grazie all'apporto di proteine e minerali. Insomma, un alimento…stupefacente!
Per chi vuole saperne di più, anche sulla coltivazione, suggerisco il sito www.assocanapa.it

Photo credits: Fluffymuppet, Edward The Bonobo e Marc Fuyà

Giovedì, 24 Ottobre 2013 02:00

Il kamut: cereale antico?

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Avete mai notato quella piccola "R" sulla denominazione Kamut? Ebbene, sta ad indicare un marchio della Kamut International ltd, una multi nazionale americana che ha acquisito il monopolio per la coltivazione e la vendita della varietà di frumento Khorasan.

Dietro il grano Kamut è stata costruita una leggenda che narra del ritrovamento di questa varietà antica nelle tombe dei faraoni egizi e da qui deriva il fascino e il successo commerciale dei prodotti preparati con il grano Kamut. Forse pochi sanno, però, che la stessa varietà Khorasan o Saragolla è coltivata anche in Basilicata e in Abruzzo: perché non preferire questi prodotti praticamente a km 0 piuttosto che i costosissimi derivati del Kamut? Si tratta sempre di varietà antiche, rustiche e particolarmente adattate all'ambiente, di cui si sta cercando di recuperare traccia così come anche per la varietà Senatore Cappelli, altro grano duro di origine nostrana.

Ma perché tanto interesse nel recupero di queste varietà di grano da tempo dimenticate? I grani antichi hanno un vantaggio: quello di avere un glutine più digeribile e più tollerato rispetto alle altre varietà comuni di grano duro, che sono state nel tempo sottoposte a modificazioni genetiche attraverso incroci e irraggiamento per aumentarne la produttività. Infatti, la maggior parte della pasta e della farina che viene venduta oggi deriva dal grano Creso, una varietà ottenuta proprio per irraggiamento di ceppi più antichi. Dal punto di vista della composizione nutrizionale i grani antichi sono più ricchi di proteine, sali minerali tra cui selenio, magnesio e zinco e vitamine del gruppo B.

 

Photo credits: Lauren Tucker e Mumumìo
 

Martedì, 15 Ottobre 2013 02:00

L INGANNO DEL CIBO SPAZZATURA

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Vi siete mai chiesti perché se mangiate le patatine fritte ne volete ancora, se mangiate il dolce dopo pranzo poi diventa un'abitudine, se utilizzate molto sale poi vorrete aggiungerne ancora?
Bene, molti studi hanno provato che i cibi grassi, zuccherati e ricchi di sale
(ingredienti caratteristici del cosiddetto junk food, cibo spazzatura) creano dipendenza  e assuefazione, proprio come fossero droghe, perché vanno ad agire sui centri di controllo del piacere. Questo meccanismo alla lunga, porta ad obesità, sovrappeso e patologie cardiovascolari. Inoltre, altre ricerche hanno associato l'eccessivo consumo di junk food ad aggressività e irritabilità, specie nei bambini.


Secondo Michael Moss, giornalista del New York Times, le industrie alimentari sfrutterebbero questo meccanismo per indurre il consumatore all'acquisto dei loro prodotti
. L'inchiesta si basa su 300 interviste ad addetti ai lavori delle industrie alimentari, del marketing e scienziati e questa è la sua conclusione:  i grandi colossi dell'industria alimentare fanno in modo da mettere in commercio prodotti con percentuali di zuccheri, grassi e sale tale da innescare proprio quel meccanismo di dipendenza e assuefazione nel consumatore.
Com'è la situazione in Italia?
C'è chi sostiene che nel nostro paese il problema non sia così grave, essendo ancora radicata la cultura della cucina casalinga. Le stesse industrie alimentari nostrane sostengono di aver ridotto le sostanze incriminate nelle ricette, e hanno ideato e messo in commercio linee di prodotti "senza…" oppure " a ridotto apporto di…". Ma siamo davvero convinti che le industrie alimentari tengano così tanto alla nostra salute?

Sta di fatto che anche in Italia obesità e sovrappeso sono in aumento, specie tra gli adolescenti e quello che è certo è che meno alimenti industriali consumiamo e meglio è per la nostra salute e per l'ambiente.

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Fonti:
Michael Moss "Salt, sugar, fat, how the food giants hooked us"
Eur J Clin Nutr. 2009 Apr;63(4):491-8. Epub 2007 Dec 5. 'Junk food' diet and childhood behavioural problems: results from the ALSPAC cohort. Wiles NJ, Northstone K, Emmett P, Lewis G.

Photo credits:
TheCulinaryGeek via photopin cc s2art via photopin cc; Nomadic Lass via photopin cc