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Allergia al nichel: quali cibi ne sono più ricchi?
Quella che viene comunemente chiamata allergia al nichel, si definisce tecnicamente Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS). I sintomi possono essere più o meno accentuati, a seconda della sensibilità al metallo e consistono in dermatite, arrossamenti e prurito cutaneo, afte, senso di stanchezza e di nausea, mal di testa. La diagnosi viene effettuata attraverso il patch test (ovvero l'applicazione di un cerotto contenente nichel per 48-72 ore) e il test di provocazione che riproduce l'esposizione naturale.
Il nichel è un metallo particolarmente diffuso presente nel suolo, nei tessuti animali e vegetali, nell'acqua. Di conseguenza, anche molti alimenti lo contengono, in maniera più o meno importante, per cui le indicazioni dietetiche tendono a considerare piuttosto la possibilità di evitare un sovraccarico. Per esempio, conoscendo quali sono gli alimenti più ricchi di nichel, sarebbe opportuno evitare una loro combinazione nello stesso pasto oppure nella giornata, in modo da limitarne l'assunzione. Tra gli alimenti che contengono più nichel troviamo: farine integrali, grano saraceno, crusca e loro derivati, cacao, formaggi fusi, ostriche, asparagi, pomodori, lenticchie, kiwi, cavoli, broccoli, te verde, margarina; evitare, inoltre tutti i cibi in scatola di latta e utilizzare per la cottura e la conservazione solo stoviglie e pentole certificate prive di nichel.
Tuttavia, le indicazioni alimentari sulla dieta povera di nichel possono essere a volte discordanti, cosi come sembra complesso anche valutare l'apporto giornaliero di nichel con l'alimentazione. Infatti, il contenuto in nichel negli alimenti ritenuti ricchi di questo metallo può variare anche considerevolmente a seconda della stagione, della zona geografica, della piovosità, del terreno in cui è cresciuto l'alimento.
Il consiglio è quello di individuare la soglia di tollerabilità oltre la quale non ci dovrebbe spingere, e di conseguenza gli alimenti e le combinazioni che non provochino l'insorgenza dei sintomi dell'allergia.
Per approfondire:
Pizzutelli S. "Systemic nickel hypersensitivity and diet: myth or reality?", Eur Ann Allergy Clin Immunol, 2011 Feb; 43(1):5-18
Photo credits: Marco40134
La pasta madre è preziosa! Chi è entrato nel "tunnel degli impastatori" ne sa qualcosa. Anche se i suoi ingredienti sono davvero pochissimi ed essenziali: acqua, farina buona, al massimo un pizzico di olio di oliva.
La pasta madre richiede una cura costante che in realtà non porta via molto tempo e una volta che si sono imparati i pochi, semplici gesti da eseguire è davvero bello vederla crescere e maturare e preparare pane, pizze, focacce e brioche con questo tesoro bianco.
Purtroppo, per eseguire il "rinfresco" (che va fatto ogni 5 o 6 giorni) una parte di pasta madre viene "scartata" se non si panifica il giorno stesso...ma noi che non amiamo gli sprechi, cosa facciamo? Con l'eccesso di impasto possiamo produrre delle fragranti frittelle, simili ai pancakes, che consumeremo - per esempio - a colazione con la marmellata oppure a cena al posto del pane. O ancora, farcite come un tramezzino!
Insomma, a seconda di ciò che aggiungiamo per aromatizzarle al momento di cucinarle, possiamo mangiarle in mille modi diversi. E non sprecheremo nemmeno un grammo della nostra preziosa pasta madre!
La rubrica "Il piatto sostenibile" nasce dalla passione per la cucina buona, sana e "green". Nasce dalla volontà di mettere un freno allo spreco alimentare e da una sfida: dimostrare che spesso si butta via, senza saperlo, la parte migliore del cibo.
Sembra impossibile, vero? Come non considerare il fatto che, per esempio, molte delle vitamine e dei principi nutritivi degli alimenti si trovano nella buccia? Oppure che ridurre la cottura di alcuni cibi giova al nostro organismo e all'ambiente? O ancora, che si può sfornare una torta squisita anche per chi soffre di intolleranze alimentari?
Insomma, le nostre abitudini in cucina possono davvero fare la differenza.
Per portare in tavola non il solito piatto, ma un prezioso, creativo e fantasioso "piatto sostenibile".
Ore 19.15. I negozi alimentari sono chiusi, e in zona non ci sono ristoranti o gastronomie. Arrivare a casa vuol dire trovare un fidanzato affamato e smarrito, che, con aria da cucciolo dolcissimo e bisognoso di attenzioni, ti guarda chiedendo "Stasera cosa mangiamo?"
Messaggio in codice: "Ho fame, ma non ho finito il lavoro in tempo per fare la spesa. In frigo non ho niente che possa aiutarci. Ti prego, inventa qualcosa!"
Il frigorifero sembra un villaggio del Far West dopo un combattimento tra bande rivali: pochi superstiti, la maggior parte acciaccati. Scappa un sospiro di sollievo: ad ogni modo, qualcuno c'è. Si dia inizio all'appello!
Acciughe aperte da qualche giorno, talmente sotto sale da poter salare ogni pietanza. Meglio, quello proprio non c'era. Mezzo pacchetto di rucola da finire, prima che si ambientino nuove forme di vita aliene. Un barattolo di carciofini sotto molto olio. Perfetto! Non c'era nemmeno quello! Pomodori ciliegini che combattono strenuamente contro il marcio, dimostrando la verità del film "Epic". Del formaggio di soya e del philadelphia senza lattosio chiusi e integri. Sono i vincitori della sparatoria di poco prima! Infine, rintanate in un angolo, spaventate dal frastuono dei colpi di pistola e terrorizzate... Due basi per la pizza senza glutine e senza lattosio, premiate dalla prudenza, che ora si guardano intorno come gufi nella notte stellata!
E mentre il cuore esulta cantando "Meraviglioso" dei Negramaro, le mani poeticamente cullano gli ingredienti fino al tavolo e accendono il forno, pronte al tripudio culinario che verrà fuori dagli avanzi della furia del West!
Il fidanzato osserva la scena con una lacrimuccia di commozione: si mangerà anche stasera!
Con gesto maestoso, si spalma parte del philadelphia sulla prima base e della crema di soya sulla seconda, dando il via alle nozze tanto attese. I pomodorini, testimoni affettati, abbracciano e accompagnano gli sposi spalmati, mentre i carciofini si preparano a unirli grazie all'olio, con la promessa di non farsi mai scoraggiare dal gusto forte delle suocere acciughe, difficili da digerire eppure tanto amate. Senza, mancherebbe quel sapore che fa di quest' unione una pizza quasi perfetta!
Infine, con chi ballerebbero i pomodorini senza le foglie di rucola, damigelle delle splendide spose e ultime del corteo? Ecco, tutto è pronto per essere infornato. Mezz'ora a 180° gradi...
La cerimonia è conclusa! Si dia inizio alla festa nella pancia del ricevimento!
Non resta che augurare a tutti...Buon appetito!
Photo credits: Gio
Il nostro benessere e la nostra salute passano attraverso i microrganismi che colonizzano le superfici esterne dei nostri organi. Di queste superfici, il tratto intestinale - in particolare il colon - è la zona più densamente popolata. Nell'intestino i microrganismi colonizzanti – scientificamente detti "microbiota", ma collettivamente noti col termine di "microflora" - agiscono come un organo addizionale e svolgono varie funzioni, quali: digestione di composti altrimenti indigeribili (ad esempio le fibre), sintesi di vitamine e di altri nutrienti essenziali per la salute umana, regolazione del sistema immunitario e protezione dai microrganismi patogeni.
La presenza della microflora, tuttavia, non sempre apporta benefici; in alcuni casi, infatti, è ritenuta responsabile dell'insorgenza di numerosi disturbi: da patologie intestinali (allergie alimentari, infiammazioni croniche) a scompensi metabolici (diabete, obesità), fino ad arrivare a malattie autoimmuni, come il morbo di Crohn e l'artrite reumatoide. Queste patologie sono caratterizzate da un'alterata composizione della microflora, condizione nota con il nome di "disbiosi".
Fortunatamente, quello della disbiosi non è uno stato permanente e può essere risolto attraverso l'utilizzo di alcuni "strumenti" nutrizionali. La composizione della microflora, infatti, può essere positivamente modificata attraverso l'ingestione di "batteri buoni", noti con il nome di "probiotici". Questi, anche definiti "fermenti lattici", si trovano in commercio in diverse forme, come i classici integratori venduti in farmacia, ma anche all'interno di alcuni alimenti quali, ad esempio, yoghurt e bevande a base di latte fermentato.
Un altro modo per combattere la disbiosi è aumentare l'ingestione di fibre, in particolare quelle note come "prebiotici". Si tratta di carboidrati indigeribili che, arrivando al colon, favoriscono la crescita delle sole specie benefiche della microflora.
In sintesi, per mantenere - o ripristinare - una corretta composizione della microflora intestinale basta migliorare un po' la dieta, aumentando l'apporto di frutta e verdura - che contengono fibre - e di alimenti fermentati, che contengono batteri probiotici.
Letture consigliate
Walker A.W., Lawley T.D. (2012) Therapeutic manupulation of intestinal dysbiosis. Pharmacological Research. 69(1):75-86.
Photo credits: Veganbaking.net
Si parte dalle basi, si parte sempre dalle basi
Scritto da Giulia Siena "Si parte dalle basi. Si parte sempre dalle basi", mi sono detta mentre pensavo a cosa potesse ingolosire anche il vegano più difficile.
Già, i vegani. Da qualche mese, infatti, sono entrata – dalla porta secondaria, perché continuo a essere abbastanza onnivora - nel mondo veg grazie (o a causa, fate voi) ad un amico che ha scelto di approdare a questo stile di vita. Tutte le mie preoccupazioni iniziali, però, sono state subito debellate quando mi sono messa ai fornelli: dando sfogo alla fantasia e usando gli ingredienti di stagione, ho potuto sperimentare tante ricette sfiziose e sane, anche a prova dei più convinti vegan-scettici!
Per lui, il mio amico veg che abita a chilometri di distanza, spesso durante l'anno il mio salotto si trasforma e diventa il suo habitat, così che lui diventa magicamente il mio "Vegano sul divano".
Qualche settimana fa, proprio per il suo arrivo nel week end, stavo pensando che mi serviva la ricetta di una crema. Una di quelle che vanno bene ovunque: come crema da spalmare, da mangiare distrattamente con qualche biscottino in un pomeriggio uggioso o per farcire i dolci. Già, ora faccio un bel dolce, magari una torta bellissima e insospettabilmente vegana! Così, presa dall'entusiasmo e fiera delle mie grandi idee, ho acceso la radio e mi sono messa ai fornelli.
Mentre Lucio Dalla suonava Futura, io pensavo che fosse proprio la canzone di cui avevo bisogno: "Per mirare al futuro si parte dalle basi, in questo momento dalla crema... - pensavo tra me e me - Il mio caro vegano sul divano questa volta strabuzzerà gli occhi e non penserà mai che ho fatto tutto per lui!...Ops, ma sei già qui? Sì, quella è una crema al cioccolato. Sì, è per te. Sì, è totalmente veg. Ok, ma l'hai mangiata cosi? Allora la prossima volta la preparo, la torta!"
Photo credits: Giulia Siena
Molto spesso si sente parlare di intolleranza al lattosio; ma cos'è esattamente?
Si tratta di un insieme di sintomi dovuti alla mancanza di un enzima, la lattasi, necessaria per la digestione del lattosio, lo zucchero presente nel latte.
In Italia, circa il 40% della popolazione presenta deficit di lattasi, con una distribuzione differente a seconda delle regioni. I sintomi più frequenti sono gonfiori addominali, senso di pesantezza, colite, diarrea.
Quali sono i rimedi? Convivere con l'intolleranza al lattosio è piuttosto semplice: le alternative al latte e derivati sono moltissime e valide dal punto di vista nutrizionale. Latte di origine vegetale (di soia, riso o altri cereali) e preparati caseari privi di lattosio sono ormai molto diffusi sul mercato e anche molti ristoranti e pizzerie offrono la possibilità di sceglierli.
E per il calcio? Si raggiunge la razione consigliata? Il calcio è un minerale molto importante per il nostro organismo. Latte e derivati ne sono ricchissimi, ma è possibile assimilarlo anche da altre fonti come, per esempio, le mandorle, il sesamo, la rucola e le alghe. Alcune bevande vegetali sono anche arricchite di calcio estratto proprio dalle alghe.
Prova queste gustose ricette mancine ricche di calcio e lactose free!
Insalata arcobaleno Taralli alla spirulina
Insalata di rucola, arance e noci
Per approfondire:
Angelo Franzè, Anna Bertelè. Intolleranza al lattosio nella pratica clinica.
Cavalli-Sforza LT, Strata A, Barone A, Cucurachi L, Primary adult lactose malabsorption in Italy: regional differences in prevalence and relationship to lactose intolerance and milk consumption Am. J. Clin. Nutr., vol. 45, nº 4, 1987, pp. 748–54
Photo credits: Dennis Skley
Carissimi mancini, mi chiamo Alessandra, e sono un'autrice mancina come voi.
Sono anche una graphic designer e circa un anno e mezzo fa ho iniziato un piccolo progetto personale di illustrazione, che parla di ricordi personali legati al cibo. Ho chiesto ad amici e conoscenti con la passione della scrittura (e della cucina) di raccontarmi un ricordo legato a un piatto. Io ho poi scritto la ricetta per ognuno e la ho illustrata.
Ho pensato che cucinaMancina potesse essere interessata al mio progetto e l'ho proposto a Lorenza e Flavia, che si sono dimostrate interessate e felici di aiutarmi.
L'idea e' quindi di aprire una nuova rubrica mancina, curata da me, con le ricette dei ricordi e le mie illustrazioni.
E qui entrate in gioco voi, miei cari autori :)
Ho bisogni del vostro aiuto, e in particolare dei vostri ricordi di cibo! Dovrete inviarmi un vostro raccontino (lughezza: circa una cartella), io mi occupero' di elaborarne la ricetta e di illustrarla.
Come fare?
Sei già tra gli autori mancini? Proponi il tuo racconto su cucinaMancina e caricalo nel pannello di controllo alla voce "aggiungi post".
Non sei tra gli autori di cucinaMancina? Iscriviti qui e carica il tuo racconto dal pannello di controllo, così come indicato sopra.
In cambio, oltre al vostro racconto pubblicato sul sito di cucinaMancina, avrete in regalo il libretto delle ricette e ricordi che progettiamo di stampare una volta decollata al rubrica on-line. Conto su di voi!
E' un progetto a cui tengo particolarmente quindi so che non mi deluderete.
Per ogni dubbio, domanda o richiesta, non esitate a contattare me o la redazione all'indirizzo [email protected]
Un abbraccio mancino a tutti voi:)
Ale
ENTRO IN CUCINA PERCHE' HO...UN VEGANO SUL DIVANO!
Scritto da Giulia Siena Pare che cucinaMancina sia un'ottima ascoltatrice. Lei, la stanza per chi cucina (e mangia) differente è un posto accogliente dove ognuno può accomodarsi, raccontarsi, svagarsi e confrontarsi: che voglia cucinare o solamente chiacchierare, qui, da cucinaMancina, può farlo.
Un po' per caso e un po' per curiosità sono entrata anche io in questa stanza, la cucinaMancina, e subito mi sono sentita a mio agio. Qui è tutto in ordine - ma un ordine gioioso - qui è tutto colorato, rassicurante, fashion, goloso, di stagione e poi è per tutti. Sì, infatti per questo sono entrata.
Da una vita cercavo un posto per tutti; uno di quei luoghi dove non ci fosse l'elenco dei divieti: se sei allergico alle uova niente torte, creme e dolcetti; se hai intolleranze dimentica di poter mangiare... e così via. Questi divieti, nonostante non avessi di questi problemi, li ho sempre trovati restrittivi.
Quando poi ho cominciato a cucinare, subito dopo uscita dalla culla, ho riscontrato quanto fosse difficile anche trovare delle ricette "diverse": fin da bambina, infatti, fuori casa e alle feste, dovevo controllare che mia sorella, allergica alle uova, non ingurgitasse dolcetti e pasticci che potessero contenerle. Erano gli anni '90, tutto era possibile, prima dello scoppio delle mode culinarie. Era impossibile, però, riuscire a cucinare "senza" uova, latte, farina e.. altro!
Approdata poi negli anni Duemila, quando il cibo ha invaso gli spazi di interesse di chiunque, un mio amico mi ha rivelato di essere vegano. Sono tornata nel panico: e ora? Cosa cucino? Spenderò un patrimonio in ingredienti strani, lo so! E, invece...ho aperto la porta di cucinaMancina e ci sono finita dentro!
"Ho un un vegano sul divano" nasce per questo mio amico che, diverse volte all'anno - per motivi logistici e spazio-temporali - è ospite del mio salotto. Riflessioni, momenti e cibi differenti: per cucinaMancina, questa sarà una rubrica quindicinale. Qui, per un giovedì ogni due settimane, troverete gli aneddoti, i racconti, i suoni, le immagini, le parole e i sapori di un'amicizia mancina, un'amicizia tra un vegano e la sua amica ai fornelli.
Insieme al racconto anche le ricette.
Photo credits: .Castor
L'uomo è costituito da più del 75% di acqua, ma forse tutti non sanno che ben il 90% del nostro corpo è composto da batteri: più di 1.000 specie batteriche, in particolare nella bocca e lungo tutto il tratto digerente.
Questi microrganismi hanno avuto un ruolo molto importante nella nostra evoluzione: grazie a loro, la nostra specie si è sviluppata e ha acquisito maggior capacità di adattamento all'ambiente, in particolare nei periodi di rapidi cambiamenti ambientali.
E' questo quanto affermato dalla così detta "teoria ologenomica dell'evoluzione", secondo cui animali e piante possono essere considerate dei "superorganismi", ossia organismi che si sono co-evoluti stabilendo rapporti di simbiosi con varie specie microbiche.
Le funzioni apportate dai batteri sono molteplici e sono essenziali per il nostro benessere. Il microbiota (ovvero l'insieme di microorganismi che si trovano nel tubo digerente dell'uomo) è per esempio fondamentale:
• per lo sviluppo anatomico e funzionale di vari organi, in particolare dell'apparato digerente e del sistema immunitario; • per la regolazione del metabolismo energetico, ossia il modo in cui i nutrienti vengono assorbiti e utilizzati; • per la protezione da microrganismi patogeni infettivi.
In definitiva il nostro benessere dipende anche dal nostro microbiota. Alterazioni della sua composizione possono causare varie patologie, quali allergie alimentari, malattie autoimmuni, obesità, diabete, ecc.
Seguire uno stile di vita sano, in particolare curando l'alimentazione, aiuta a mantenere una corretta composizione e funzionamento del nostro microbiota e del nostro corpo.
Letture consigliate
Zilber-Rosenberg I, Rosenberg E. (2008). Role of microorganisms in the evolution of animals and plants: the hologenome theory of evolution. FEMS Microbiol Rev. 32(5):723-735.
O'Hara AM, Shanahan F (2006). The gut flora as a forgotten organ. EMBO reports. 7(7):688-693
Sommer F, Backhed F (2013). The gut micorbiota - masters of host development and physiology. Nature Reviews Microbiology 11, 227-238
Photo credits: NIAID
Altro...
IL FRUTTOSIO E GLI EFFETTI SUL METABOLISMO
Scritto da Elvira GrecoChi non ha mai sentito parlare del fruttosio? Quanti vi hanno detto di averlo sostituito al comune zucchero da cucina?
Ebbene, alcuni studi recenti pubblicati su European Journal of Clinical Nutrition hanno messo in relazione l'eccessivo consumo di fruttosio con un peggioramento dei parametri metabolici. In particolare, risultavano aumentati i livelli di insulina, glicemia, colesterolo e trigliceridi, tutti indicatori del metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Inoltre, c'è da aggiungere che queste alterazioni sono alla base - oltre che di molte patologie metaboliche - anche di sovrappeso, obesità e ipertensione.
Tuttavia, secondo questi studi, gli effetti nocivi del fruttosio potevano essere controbilanciati da una costante e intensa attività fisica.
Il nostro consiglio, comunque, è quello di fare attenzione alle bevande e ai prodotti di pasticceria e da forno con aggiunta di fruttosio e sciroppo di glucosio-fruttosio.
Per leggere l'articolo completo: Effect of increased physical activity on fructose-induced glycemic response in healthy individuals. Bidwell AJ, Fairchild TJ, Wang L, Keslacy S, Kanaley JA.Eur J Clin Nutr. 2014 Sep;68(9):1048-54
Photo credits Paul
Matrimonio a distanza. Diciamocelo: non tutto il male vien per nuocere. 1. Perché la sera, da soli, è un momento perfetto per scrivere. 2. Perché puoi andare a trovare tuo marito all'estero e scoprire ogni volta un angolo di mondo differente.
E' così abbiamo fatto agli inizi di settembre, in esplorazione tra Malmö e Lund, in Scania (Svezia), tra ristoranti e posti mancini.
Ci siamo concentrati nella zona tra la stazione della metro Triangeln e Möllevången, il quartiere multietnico, dove coabitano insieme designers, punk vegani e famiglie mediorientali.
Il primo ristorante che ci ha ospitato è stato il Rebell, un localino minimal chic che propone cucina svedese contemporanea con uno sguardo rivolto al passato e ingredienti di stagione. Muri bianchi, tavoli di legno decapato, cilindri come paralumi che calano dal soffitto. La nostra scelta è caduta su: - il Rebell's "Grabbröra", un crostino di pane di segale con l'immancabile aringa marinata, condita con cipolla rossa, capperi e aneto, sormontata da un uovo sodo; - gallinacci con piselli, uova di quaglia, ravanello, crema acida ed erba brusca; - un cartoccio di fish and chips: morbido baccalà e patate con la buccia.
Da bere un boccale di Mowhak, una lager non filtrata artigianale.
Se per voi la cucina del Rebell è un po' troppo pesante (in effetti qui in Svezia con il burro ci danno dentro), la Raw Food House, un numero civico affianco, vi soddisferà con un menu 100% mancino: biologico, crudista, vegano, anzi, secondo il loro motto "healty, juicy, fresh, strong, green, alive".
Dalla thai salad con alghe, verdurine e frutta secca, al gazpacho di pomodoro con teneri germogli, al vegburger, il pieno di vitamine è assicurato. Complice una calda giornata di sole, abbiamo gustato il nostro pranzo all'aria aperta, sfogliando i libri di cucina green (ahimè tutti in svedese) della loro piccola ma fornita libreria.
Scendendo verso la Mollevangstorget, siamo andati a sbirciare il Mollansost ovvero "il paradiso del formaggio" o, se preferite, la gioielleria del formaggio: Camembert, Roquefort, Samso, Danablu, Havarti, Västerbottenost. E qui, da bravi pugliesi, ci siamo commossi quando abbiamo visto campeggiare nel bancone frigo la burrata.
Ma il negozio mancino per eccellenza è sicuramente Astrid och aporna ovvero Astrid e le scimmie, un supermercato bio nonché un'azienda agroalimentare specializzata in prodotti vegetariani riconoscibili per il loro pack naif e colorato opera dell'illustratrice Maria Borgelöv.
Sbirciando tra gli scaffali abbiamo scoperto la linea della Oatly, un'azienda dichiaratamente vegana che produce yogurt, latte, besciamella, tutto a base di avena. "No milk, no soy, no badness" recitano i cartoni di tetrapack, dove predominano illustrazioni, font grafici e slogan. "Promettiamo di fare i bravi" recita il loro manifesto "e il nostro obiettivo è fornire sempre prodotti che hanno un alto valore nutritivo e il minimo impatto ambientale".
Se volete approfondire il loro credo, leggete qui: http://www.oatly.com/the-oatly-way/
Lo storytelling e la condivisione dei valori aziendali si trova spesso anche nei menu dei ristoranti, come in quello del Bantorget 9 a Lund, qualche km a nord est di Malmö. "Non serviamo altro che gioia allo stato puro. Siamo per il km0 e il biologico e abbiamo a cuore la stagionalità". Questo il credo della nuova cucina svedese, in linea con il New Nordic Cuisine Manifesto.
Il proprietario, Carl Bodin Svensk , è un amabile anfitrione, appassionato di vini, che ci ha condotto con sapienza per mano a scoprire il suo menu ricco di piatti vegetariani e green, dalla terra al piatto. Sbirciate un po' qui.
Ultimi consigli per il viaggio: - i periodi migliori per visitare la Scania sono maggio/giugno e settembre - atterrate a Copenaghen e di lì prendete il treno che collega le due nazioni attraverso lo stretto di Oresund - non é necessario un vocabolario italiano-svedese perché tutti, ma proprio tutti, parlano inglese e sono gentilissimi - non é necessario ritirare contanti perché tanto anche le gomme da masticare le compri con il bancomat.
Photo: Flavia Giordano e Vincenzo Pietrogiovanni
Elisia Menduni e i rossetti gastronomici
Scritto da Flavia Giordano Lo confesso: il rossetto rosso per me è un po' una fissazione. Non riesco ad uscire senza: è un po' come la coperta di Linus o come il naso di Vitangelo Moscarda. Trovare un rossetto che duri 24 h è impossibile ed è per questo che lo devi ripassare di quando in quando, dopo un pranzo, dopo un bacio.
Sabato scorso, mentre aspettavo che iniziasse la cerimonia di premiazione dei Macchia Nera Awards a Rimini, sono andata in bagno per rinfrescarmi un po' e per controllare che lo specchio mi restituisse un'immagine a me familiare: quella di una ragazza bruna con le labbra pittate di rosso.
E così mi sono imbattuta in Elisia Menduni, giornalista gastronomica nonché colonna portante di Gazzetta Gastronomica. Avevo sentito Elisia già la mattina alla Festa della Rete, nel bel panel condotto da Fabrizio Roych sul mestiere del foodwriter e al quale avevano partecipato, tra gli altri, Giulia Scarpaleggia, Gianluca Biscalschin, Sara Porro e Stefania Barzini.
La domanda che non ero riuscita a farle era: "Come si forma la cifra stilistica di uno scrittore e quando senti di essere diventato TU?". Non ho fatto in tempo a finire il pensiero che già glielo stavo chiedendo.
"Sono gli altri a definirti e a riconoscere il tuo stile. Io, di solito, sono nota per il mio essere diretta o, per alcuni, "la stronza".
Sono vera, talvolta dura, ma è grazie a questo mio modo di essere che mi sono costruita una reputazione.
Non amo scendere a compromessi e non ho bisogno di compiacere un'azienda solo per avere un frullatore in più nella mia cucina. La mia autonomia è ben più importante. Ho scritto per una grande azienda di vini siciliani che mi ha scelto proprio per il mio essere franca: hanno amato la mia cifra stilistica e l'hanno accettata (n.d.r. Sicilia. La cucina di casa Planeta).
Cosa vuol dire per me essere giornalista? Condividere il tuo sapere con gli altri. Non sono ricca e probabilmente non lo sarò mai ma credo che la conoscenza non debba essere sponsorizzata".
8 ore di fila ad un festival sono una buona ragione per ripassarsi il rossetto rosso. Se devi salire sul palco a ritirare un premio, il rossetto rosso può essere un ottimo blush di emergenza.
Lo so io e lo sa anche Elisia.
Photo credits e illustazioni: Gianluca Biscalchin; Flavia Giordano
Estate, tempo di purificazione. Ecco qualche consiglio per realizzare una bevanda snellente e dimagrante e, contemporaneamente dalle proprietà antivirali ed antitumorali, grazie alla presenza dei funghi shiitake.
Mara Di Noia di Vegachef ci spiega come prepararla nel suo ultimo video.