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Ricette vegane per cani: biscottini allo zenzero
Scritto da Alex & Ilaria Decorazioni rosse, ghirlande piene di rosse bacche e rosso anche a tavola, Natale é ormai alle porte! Ed è proprio in tema natalizio che vi proponiamo questa facile ricetta per dei biscotti allo zenzero vegani, ottimi per voi e per loro. Inoltre, lo zenzero è anche un ottimo alimento contro il mal d'auto per i nostri amici pelosi. Ecco a voi la ricetta:
Ingredienti: 250 gr di farina 0 Bio
45 gr Olio evo
un cucchiaino di zenzero fresco tritato
1/2 di latte di soia o altro latte vegetale
Preparazione: Setacciate la farina e aggiungete lo zenzero. Aggiungete l'olio e, poco alla volta, il latte.
Impastate fino ad ottenere un composto liscio e compatto.
Se necessario aggiungete ancora latte o farina.
Una volta pronto, avvolgete nella pellicola trasparente da cucina e fate riposare in frigo per mezz'ora.
Trascorso questo tempo, stendete con il matterello una sfoglia spessa circa mezzo cm, aiutandovi con una spolverizzata di farina per evitare che l'impasto si attacchi.
Con degli stampini, date forma ai biscotti.
Adagiateli su una placca da forno foderata e fate cuocere per circa 20 min (forno per riscaldato a 180 gradi) fino a quando non avranno preso un bel colore dorato.
Vi é piaciuta la nostra ricetta?
Tra un paio di settimane uscirà l'ebook di Ricette Vegane per Cani! Vi daremo tantissime idee, consigli nutrizionali e più di 60 ricette inedite, economiche e facili da preparare. Il tutto sarà condito dalle fantastiche foto di Francesco Baiocchi.
Scoprite di più su:
www.ricetteveganepercani.com
facebook/ricetteveganepercani
www.facebook.com/frbaiocchi
Photo credits: Francesco Baiocchi
Cucino anch'io! Un laboratorio sperimentale di cucina inclusiva
Scritto da Flavia Giordano Educare i ragazzi autistici ad una corretta alimentazione e renderli autonomi nella preparazione di pasti veloci ma nutrienti: sono questi gli obiettivi del laboratorio sperimentale "Cucino anch'io", organizzato a Bari tra il mese di ottobre e il mese di novembre dalla Cooperativa Sociale Perla e da Amula Cucina Creativa.
Abbiamo intervistato Marina Iacobone - nostra autrice mancina nonché grandissima conoscitrice di spezie, erbe aromatiche, esperta di cucina creativa e fondatrice del progetto Amula degustaçion - che ha condotto le attività pratiche del laboratorio.
cucinaMancina: Come nasce l'idea di un laboratorio sperimentale di cucina dedicato a soggetti con autismo?
Marina: I ragazzi con autismo e sindromi dello spettro autistico hanno spesso e con le dovute differenze difficoltà rispetto agli aspetti pratici della vita quotidiana.
Proporre a ragazzi in fase adolescente un percorso per l'autonomia in cucina, è sembrato alle responsabili del centro Ilenia Bonadies e Gianna Berlingerio un'utile modo per sollecitare questi ragazzi a prendere in mano la propria vita.
CM: Avete già fatto qualche lezione. Ci racconti come é andata? Quale é stata la reazione dei ragazzi?
M: Intanto i gruppi sono diventati due, per consentire a tutti di seguire ed essere seguiti.
Abbiamo fatto 3 lezioni, una di approccio e di spiegazione di quanto sia importante il cibo crudo e le insalate con la preparazione di una insalatina che abbiamo mangiato. Abbiamo anche cercato per ciascuno di capire le preferenze e le idiosincrasie alimentari. La seconda lezione verteva sul come leggere le etichette alimentari e dunque anche scegliere i prodotti. Siamo andati a fare una gita al supermercato con una lista della spesa. Il terzo giorno abbiamo preparato una crostata di farro frangipane alla crema di nocciole. Un successone!
I ragazzi sono molto incuriositi, socializzano tra loro, mi fanno domande sul cibo e, guardando le videoricette, riconoscono gli alimenti e contribuiscono alle preparazioni.
CM: Voi siete lì per insegnare. Cosa invece state imparando dai ragazzi che seguono il laboratorio con voi?
M: Noi siamo lì per condividere. Il valore del toccarsi le mani e sorridere con tutto il corpo, il valore di un abbraccio. Quanto profondamente può essere percepito un gesto semplice per chi a volte è lasciato indietro o ha meno occasioni di condivisione. Questo abbiamo capito. E' un insegnamento forte. La cosa più bella finora è stata essere inseguita sulla porta da uno dei miei ragazzi, che ha tante difficoltà, ma segue tutto, per avere una carezza guancia contro guancia con un sorriso beato, di saluto e gratitudine. E' stato istruttivo per me.
Per approfondire le attività della Cooperativa Sociale Perla leggi anche qui
Photo credits: Bolandrotor
Banana power: una super colazione crudista!
Scritto da Georgia Petrillo Vuoi un'idea facile e veloce per una colazione super energetica? Prova questa squisita crema fredda con banana e farina di carruba!
Cosa ci metto? Ingredienti per una persona:
una manciata di datteri (5/6)
mezzo bicchiere d'acqua fresca
2 cucchiai di farina di carruba
5 banane mature
Come lo preparo? Fai ammorbidire i datteri in una coppetta con un po' d'acqua tiepida.
Non appena pronti, scolali e mettili nel frullatore insieme alle banane, mezzo bicchiere d'acqua (calda d'inverno, fredda d'estate) e la farina di carruba.
Frulla il tutto per qualche minuto sino ad ottenere una consistenza cremosa.
Buon appetito!
Se vuoi guardare anche il video di questa ricetta clicca qui
Photo credits: Fernando Stankuns e Georgia Petrillo
Sono sempre di più le persone che rinunciano alla carne per motivi etici, salutisti e/o ambientalisti. Secondo l'ultimo censimento (Eurispes 2013) in Italia, infatti, ci sono circa 600.000 vegani e 3.000.000 di vegetariani/e, per un totale che rappresenta il 6% della popolazione. La parte più coerente di questa percentuale ha scelto un alimentazione secondo l'etica cruelty-free non solo per se stessa ma anche per gli altri membri della famiglia, amici pelosi inclusi.
Da un'esigenza di maggiore informazione rispetto all'alimentazione vegana dei nostri amici a quattro zampe, nasce "Ricette vegane per cani". L'obiettivo della nostra pagina è infatti di educare le persone interessate a questo tipo di alimentazione ad un altro modello alimentare per gli amici cani. Un progetto al femminile, gestito da due vegane, animaliste, attiviste, antispeciste da quasi due decadi.
La cucina casalinga, si sa, è la migliore, e non solo per noi. Se equilibrata e preparata rispettando quelle che sono le necessità alimentari e nutritive del cane, tenendo conto anche dei cibi che sono per loro dannosi, la dieta vegana è un tipo di alimentazione estremamente salutare. Insomma, niente di diverso rispetto a quello che applichiamo per noi stessi quando decidiamo di diventare vegani o vegetariani: nessuno vuole farsi o fare male!
Il nostro obiettivo è informare su una corretta dieta vegana canina, partendo dalla nostra personale ventennale esperienza di cani vegani, sani e felici.
Per vegani e vegetariani l'alimentazione è un punto fondamentale della propria vita: scegliamo con cura i prodotti e le marche di modo da non finanziare crudeltà. Siamo attenti a mangiare correttamente e sano. Non vogliamo liquidare in un solo gesto – aprire una scatoletta o versare una ciotola di croccantini - il tema alimentazione del cane, soprattutto se si tratta di finanziare un certo tipo di industria del cibo per animali che produce paté in scatola o croccantini composti da scarti di macello, additivi chimici o, peggio, dietro la quale si nascondono pratiche di vivisezione (a tal proposito é stata lanciata la petizione europea www.stopvivisection.eu).
L'alimentazione è salute e bisogna curarla, quindi, dedicarle tempo. E il tempo che dedichiamo loro è Amore. E sicuramente costa meno che comprare del cibo industriale. E' per questo che nella nostra pagina proponiamo ricette vegane, consigli nutrizionali, rimedi naturali ed educazione vegana e animalista. Tutte le ricette postate sono create da noi e rispecchiano l'idea di equilibrio, gusto e facilità di preparazione. Venitele a scoprire su https://www.facebook.com/ricetteveganepercani
Photo credits: DanR, Anna Muncey, shellorz
Come é stata la vostra estate, mancini?
Che siati andati al mare, in montagna, partiti per un viaggio all'estero o rimasti a casa, vi auguriamo di aver mangiato sempre e comunque differente.
Ecco qui alcuni dei nostri piatti, preparati con amore dai nostri autori mancini quest'estate.
Buon appetito e buon rientro!
Dahal di lenticchie con tortino di riso
Insalata d'orzo con verdure d'estate
Spiedini di patate e carote allo zenzero
Farro ai capperi con emulsione all'arancia
Crema di avocado al lime e carote
Gnocchetti al pesto di finocchiella selvatica
Photo credits: Harsha K R
Carne in provetta: arriva il Franken-burger
Scritto da Flavia Giordano Creato in laboratorio da cellule staminali di bovino, ieri é stato cucinato, mangiato ed esaminato da chef e giornalisti enogastronomici. Parliamo del primo hamburger di carne interamente prodotta in laboratorio - i detrattori l'hanno già chiamato Franken-Burger - per 250 mila dollari e finanziato da Google.
L'hamburger, nelle intenzioni del suo creatore Mark Post, ha un duplice beneficio, ecologico ed "animalista". Secondo le sue previsioni, la carne 'sintetica', varrà prodotta e venduta tra 10-20 anni su larga scala, riducendo così del 99% la terra destinata agli allevamenti, fra l'82% e il 96% l'acqua, e si produrranno fra il 78% e 95% in meno di gas serra. Allo stesso tempo verranno evitate sofferenze agli animali rinchiusi negli allevamenti e destinati alla macellazione.
L'invenzione sarà fondamentale per venire incontro al crescente fabbisogno di carne nel mondo, destinato a raddoppiare entro il 2050.
I giornalisti che l'hanno assaggiata hanno dichiarato: "sembra carne, anche se manca di sale ed é poco succulenta". In ogni caso, 3 italiani su 4 non lo mangerebbero.
Se volete approfondire, ecco il discourse di Mark Post sulla "new meat" al TEDx di Haarlem: http://blog.ted.com/2013/08/06/meet-the-new-meat-a-tedx-talk-to-pair-with-the-first-lab-grown-hamburger/
photo credit: Thomas Hawk via photopin cc Adam Kuban via photopin cc
Foodografia e territorio: il progetto mancino di Daniela
Scritto da Daniela Ardiri Saltellando su un piede "mancino" eccomi arrivare, con gioia, in questa nuova realtà 2.1.
Non posso definirmi una vera e propria food-photographer perchè la mia passione mi spinge ben al di là di una semplice fotografia food, sono una donna curiosa e golosa: di ogni luogo voglio conoscere usanze e tradizioni, soprattutto culinarie, e raccontarle con parole e fotografie.
Poco più di un anno fa, in Puglia, scarabocchiavo idee e propositi su un foglio bianco: Foodography (questo il nome che ho scelto) prendeva forma, una forma ancora in via di definizione. Foodography, ovviamente, unisce la passione per il Cibo e quella per la Fotografia, questo binomio si crea per esplorare, attraverso diverse sezioni del blog, i diversi ambiti di Foodografia.
C'è una sezione dedicata alle ricette delle Zie d'Italia (in collaborazione con Ilaria Petrosillo), per la quale abbiamo scelto come prima protagonista Zia Lucia, la nostra zia monopolitana che da mesi ci guida alla scoperta dei segreti culinari della Puglia; c'è una sezione per "imparare", i mercoledì foodografici, nella quale ogni mercoledì propongo un autore, fotografo e non, che lavora sul cibo o col cibo; c'è una sezione per "assaggiare" i diversi ristoranti della zona, con il simpatico Rupe come guida enogastronomica; c'è infine una sezione dedicata alla scoperta della Puglia, attraverso workshop ed escursioni fotografiche, molte delle quali, oltre a proporre delle lezioni e sessioni fotografiche, propongono delle vere e proprie dimostrazioni di cucina.
Ricapitolando: eccomi qua, sono una foodografa!
Per cucina mancina vorrei proporre le varianti mancine delle ricette di "sempre" e tanta, tanta foodografia.
http://www.foodography.it/en/
La cucina delle cose: un progetto mancino
Scritto da Francesca De Santis Ricette di fantasia eccitano la mente e muovono queste mani.
Una COSA é il solo ingrediente che serve.
Non ci sono legami, restrizioni, nomi.
Un bottone, un nastro, un tappo. Non una scatola, una penna, un cucchiaio. Una COSA. Parola che ha in sé una magia. La possibilità.
Di diventare, servire, sorprendere, cambiare e rinascere.
Non esistono liste, perché null'altro serve se non: un pizzico di sale in zucca, un cucchiaio di creatività, una manciata di curiosità, una spolverata di rispetto, un chilo di immaginazione, un po' di lungimiranza e perspicacia quanto basta. Doti che tra gli scaffali del buon senso comprerò.
La cucina delle COSE é stata realizzata nell'ambito della mostra concorso "Ri-USA, Ri-CREA, Ri-ARTE", inserita nella manifestazione del "RICREA Festival", il festival che parla e si muove al ritmo del riuso creativo, svoltasi nello scorso autunno.
Photo credits: Francesca De Santis
Stop OGM in Italia: vittoria dei consumatori e della biodiversita'
Scritto da Manuela BocconeFinalmente è stato approvato il decreto interministeriale che vieta in Italia le coltivazioni OGM, al fine di tutelare i consumatori e la biodiversità della nostra agricoltura. Di conseguenza i due campi in Friuli seminati con mais trangenico MON810 della Monsanto dovranno essere decontaminati. Il decreto prevede un periodo di coesistenza di 18 mesi entro i quali le Regioni dovranno provvedere ad adeguarsi.
Il decreto è stato sottoscritto all'unanimità dal ministro alle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dal Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando e fortemente voluto da associazioni di coltivatori e consumatori, tra cui Coldiretti, AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e SlowFood.
Anche i singoli consumatori hanno espresso il loro dissenso contro le colture transgeniche attraverso la petizione Stop OGM indetta da Greenpeace che ha raccolto oltre 58.000 firme. In passato alcuni attivisti Greenpeace si erano introdotti nei campi del Friuli coltivati con MON810 per isolare e mettere in sicurezza le piante che stavano producendo polline e che avrebbero contaminato l'area circostante.
Il decreto colma un vuoto legislativo che tutela la nostra specificità salvaguardando l'Italia dall'omologazione. Ma questo è solo il primo atto di un percorso volto a dover preservare la qualità della nostra agricoltura.
Il lavoro da parte delle Autorità di Governo è quindi all'inizio, ora ci si aspetta un quadro legislativo completo in materia OGM anche per dare un segnale alla Comunità Europea e stimolare un confronto con gli altri Stati membri sulla legittimità all'utilizzo di semi transgenici e le relative conseguenze negative che ne derivano.
Sbarrare la strada agli OGM potrebbe anche rappresentare un importante strumento per aiutare il nostro Paese ad affrontare questo momento economico particolarmente difficile, puntando sulla ricchezza di biodiversità e sulla qualità che l'apparato agricolo può offrire purché preservato da norme adeguate.
Si è così avviato un percorso legislativo finalizzato a raggiungere la tutela dell'ambiente, della salute ma anche del settore agricolo che vede un suo riscatto soprattutto grazie all'attività di aziende biologiche, orientate verso un'agricoltura di qualità.
photo credit: FCK MONSANTO via photopin cc e FCK MONSANTO via photopin cc
Piccola guida alla fotografia per cuochi mancini
Scritto da Lorenza Dadduzio Hai fatto una ricetta mancina e vuoi condividerla con noi. Ora però devi anche scattarle una bella foto. Come fare? Ecco qualche suggerimento per rendere la tua foto very mancina:
- cerca sempre di fotografare il piatto vicino ad una fonte di luce naturale come una finestra o un balcone; - ricordati di eliminare dalla scena possibili elementi di disturbo visivo come bottiglie di plastica, confezioni, tovagliolini e tutto ciò che non sia strettamente connesso con il piatto; - usa piatti colorati che contrastano col cibo o che, viceversa, completino la gamma cromatica, ma mai piatti dello stesso colore della pietanza; - scatta con una macchina fotografica digitale se possibile; - se proprio scatti col cellulare, non applicare filtri fotografici di alcun tipo: provvederemo noi a correggere luci e colori, eventualmente; - inviaci le foto in originale, al massimo della risoluzione possibile.
Allora, sei pronto per la tua foto mancina?
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Il crudismo, ce lo insegna la storia: pane degli esseni
Scritto da Destino VegetarianoE' senza lievito, fatto di chicchi "vivi", sano, molto energetico e gli elementi nutrizionali non vengono distrutti dalla cottura.
Con questa ricetta introduciamo un argomento molto interessante che si perde nella notte dei tempi ma allo stesso dtempo di grande attualità: il crudismo.
Ramo dell'alimentazione vegana che, ultimamente, fa spesso capolino dalle pagine di approfondimenti culinari o salutistici ma anche da quelle di cronaca, basti pensare ai crudisti celebri come Nathalie Portman, Demi Moore, Uma Thurman, Carol Alt etc.
Oppure a volti meno celebri ma che ultimamente hanno il loro seguito su internet, persone che hanno abbracciato questo tipo di alimentazione e, in parecchi casi, ne hanno fatto la loro attività, ad esempio l'italianissimo Chef Vito Cortese, oppure Mimi Krirk, autrice di Live Raw con i suoi 33.876 like su facebook o ancora Christine Mayr e il suo Crua Gourmet Cuisine che a Barcellona organizza corsi di cucina, catering, dimostrazioni solo ed esclusivamente crudisti.
Questa è una ricetta molto antica, torniamo ai tempi degli Esseni, comunità ebraiche del II secolo a.C. insediatesi nei pressi del Mar Morto. Gli esseni erano contadini, frutticoltori e profondi conoscitori delle proprietà delle erbe, dei cristalli e dei colori con i quali curavano chi aveva bisogno di aiuto. Celebre il loro pane, fatto con cereali germogliati, frullati ed essicati al sole: il pane degli Esseni è il pane crudista per eccellenza.
Ingredienti: 500 g di chicchi di cereali (grano, farro, segale, grano saraceno…)
Procedimento: 1) Mettere in ammollo i cereali per almeno 12 ore.
2) Farli germogliare per 2 giorni.
3) Tritarli nel robot da cucina tenendo da parte un po' di chicchi interi (facoltativo). Per rendere più semplice l'operazione potrebbe essere più facile aggiungere un po' di acqua se necessario, e comunque, il meno possibile.
4) Otterrete un composto non troppo liquido, a questo punto si può aggiungere, secondo i gusti, olio, tamari, erbe aromatiche e, per una versione più dolce, malto, albicocche secche a pezzettini, uvetta e mandorle tritate.
5) Con un cucchiaio formate delle gallette spesse meno di 1 cm. Mettetele ad essiccare al sole d'estate o nell'essiccatore per 1 giorno circa, girandole ogni di tanto in tanto. Se non avete l'essiccattore, va benissimo il forno in modalità ventilato a 80 gradi con lo sportello aperto, la temperatura effettiva non dovrebbe salire più di 42 gradi in questo modo, per non alterare con la cottura e quindi i principi nutrizionali dei cibi.
Buon appetito!
photo credit: Ibán via photopin cc Stacy Spensley via photopin cc
Voglio raccontarvi un'esperienza che ho vissuto la scorsa estate, sulla quale ero io stessa estremamente scettica: quella di digiunare da qualsiasi forma di cibo (personalmente per per 6 giorni, ma c'è chi lo fa molto più a lungo), bevendo soltanto acqua e tisane non zuccherate. Anzitutto vi starete chiedendo: perché fare una cosa simile?
Tutto è cominciato incappando sul web in un articolo sul digiuno: ricordandone la naturalità (noi mammiferi siamo geneticamente predisposti a digiunare, anche per lunghi periodi, e tutti gli animali tranne l'uomo digiunano spesso durante gli stati di malessere per accelerare la guarigione), l'autore ne lodava i benefici a breve e lungo termine: pulizia della pelle; risoluzione di [non gravi] stati patologici cronici, come infezioni o acne; senso di pulizia e benessere generale.
Quando, proprio in quel periodo, un'amica, assieme al suo gruppo yoga, ha organizzato una settimana di digiunoterapia e ne è uscita in uno stato generale di splendida salute, non potevo più trattenere la mia curiosità e mi sono decisa a provare - seguendo scrupolose indicazioni e sotto controllo medico.
Fase di preparazione Per abituare il corpo alla mancanza di cibo (che non è solo una deprivazione di energia, ma anche un lavoro in meno da fare per l'organismo: avete mai pensato a quanto sia "dispendioso" per il sangue portare il nutrimento in tutto il corpo e ripulire ogni organo dalle scorie, svariate volte al giorno?) ho mangiato meno del solito nei 4 - 5 giorni precedenti, togliendo dalla dieta dolci e zucchero raffinato, carne, latte e uova. La sera prima del digiuno ho mangiato, per cena, solo una mela.
Digiuno vero e proprio Non ho mai provato, nell'arco dei sei giorni, un reale senso di "fame". Debolezza sì, molta, e anche qualche dolore alle gambe e alla testa, assieme a frequente tachicardia; dalla letteratura disponibile, questi sintomi sono attribuibili alla "detossificazione" dell'organismo.
Il digiuno è uno di quei temi su cui medicina occidentale e orientale non sono affatto d'accordo: secondo la prima è addirittura dannoso per il metabolismo, per la seconda è un'importante metodo di purificazione. Per aiutarmi in questa "pulizia" ho effettuato, ogni giorno, un'idroterapia del colon mediante enteroclismi.
Ho inoltre bevuto dai 3 ai 5 litri di liquido al giorno, tra semplice acqua a temperatura ambiente e tisane calde non zuccherate. Ho effettuato dei frequenti bagni tiepidi con sale marino e mi sono lavata solo con prodotti naturali, come il sapone di Aleppo; non ho usato cosmetici per l'intera settimana e ho cercato di dedicarmi ad attività che potessero sostituire i pasti: qualche trattamento shiatsu e agopuntura.
La mia pressione, solitamente molto bassa in estate, è rimasta buona, senza eccezioni, tutta la settimana.
Ritorno al cibo e post-digiuno Ho sperimentato un nuovo rapporto con il cibo: sapori molto più intensi, desiderio di cibi più sani, allontanamento dalla carne, dal caffè e dallo zucchero raffinato per zuccherare tè e tisane (tutti cambiamenti rimasti a tutt'oggi, a 8 mesi trascorsi dal digiuno).
La mia pelle, prima lievemente acneica, ha un aspetto luminoso e completamente pulito e mi sono sentita da allora parecchio più energica. Il beneficio più importante che ho raggiunto, però, è stato un rafforzamento delle difese immunitarie: quest'inverno mi è venuta la febbre una volta sola, a dispetto delle 6 - 7 degli scorsi anni (ero molto cagionevole, uno dei sintomi di un colon affaticato ed infiammato!).
Consiglio a tutti, specie agli scettici come me, di approfondire il tema e - perché no, ma solo se seguiti da un medico e seguendone scrupolosamente i consigli guida - di provare voi stessi a purificarvi mediante la digiunoterapia, per poter poi gradualmente apprezzare e gustare ancora meglio le sane ricette di cucinaMancina!
Alcuni spunti:
http://www.digiuno.it/articolo.php?id=10
http://www.lastampa.it/2013/03/07/cultura/un-giorno-di-digiuno-leva-il-medico-di-torno-uOi4XcuzCZuD7yV49EVbYL/pagina.html
http://www.mednat.org/alimentazione/digiuno_terapeutico.htm
photo credit: slightly everything via photopin cc + DaveFayram via photopin cc
Il concetto di Functional Food (FuFo) nasce in Giappone negli anni '80, quando le autorità sanitarie riconobbero l'importanza del miglioramento della qualità della vita attraverso l'introduzione di specifici alimenti sviluppati per favorire la salute, migliorando le aspettative di vita, o per ridurre i rischi di patologie.
Qualche esempio di Functional Food? Alimenti contenenti vitamine, minerali, fibre, antiossidanti e probiotici, ma non solo. Infatti i FuFo possono essere anche alimenti naturali ai quali si è aggiunto o eliminato un componente, per modificarne la composizione e renderlo utile per la salute.
Per riconoscere i FuFo, a patto che essi vengano consumati nell'ambito di una dieta e di uno stile di vita equilibrato, la Comunità Europea supporta due tipi di diciture sulle etichette: - "Miglioramento di una funzione biologica", riferito a specifiche funzioni fisiologiche o piscologiche (ex. la caffeina può migliorare l'efficienza cognitiva); - "Riduzione di rischio di patologie" (es. l'acido folico nelle donne in gravidanza).
Riuscire a comunicare ai consumatori i benefici dei FuFo sulla salute è di importanza cruciale per sfruttarne al meglio i benefici e per fornire le conoscenze necessarie per una scelta consapevole.
Allergeni ed etichette: un vademecum per riconoscerli
Scritto da Michela e Mario Sono solo 8 gli alimenti che provocano quasi il 90% delle allergie: il latte, le uova, le noccioline, la frutta a guscio, il pesce, i crostacei, la soia ed il grano. Ma come identificarli negli alimenti che compriamo tutti i giorni?
In America, la Food and Drug Administration ha richiesto che si evidenzi nelle etichette alimentari la presenza - anche minima - degli otto allergeni, se presenti come ingredienti.
Cosa succede se questi sono invece presenti come contaminanti dell'alimento che stiamo comprando? In questo caso, i produttori non sono tenuti a specificare se, accidentalmente, alcuni degli allergeni sono introdotti nel prodotto attraverso l'impacchettamento o la produzione.
Tuttavia alcuni produttori includono delle diciture come ad es. "prodotto in stabilimento che processa anche grano" oppure "può contenere soia". Ma questo non è ancora abbastanza e può provocare problemi anche molto gravi.
Allora cosa fare? Il motto è: essere cauti!
1. Controlla l'etichetta per essere sicuro di cosa stai mangiando o bevendo. 2. Ricontrolla sempre l'etichetta anche dei prodotti sicuri, per evitare di incorrere in sorprese dovuti a cambi nella produzione. 3. Nell'incertezza, contatta il produttore per conoscere se l'alimento è contaminato da uno specifico allergene.