"Nel mondo c'è un ordine naturale di farmacie, poiché tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne e colline sono farmacie."
Paracelso
Niente di più vero: le erbe spontanee come quelle aromatiche sono un concentrato di vitamine, sali minerali e soprattutto fitocomposti utili per il nostro benessere e se le utilizziamo nei nostri piatti, oltre a donarci un tocco di gusto e di colore, possono anche arricchirli e farli diventare un concentrato di salute.
Settimane fa ci eravamo già divertiti in cucina con primule e borragine, oggi abbiamo deciso di dedicarci alla piantaggine.
La piantaggine, oltre a essere una preziosa fonte di ferro e calcio, possiede spiccate proprietà antinfiammatorie, astringenti e antiossidanti. Simbolicamente era una pianta di protezione dei bambini; noi la utilizziamo anche in caso di punture di insetti o ortiche: basta staccarne una foglia e strofinarla sulla pelle per trarne immediato beneficio. I suoi utilizzi come pianta officinale sono numerosi: è ottima per le affezioni dell'apparato respiratorio e anche in cucina è ampiamente utilizzata, sia cruda che cotta.
Il bello di queste erbe comuni è che spesso sono ospitate nei nostri prati e nei nostri orti anche urbani: il più delle volte non serve fare scampagnate nei boschi per trovarle. L'importante è non raccogliere erbe sui cigli di strade trafficate (sarebbero cariche di tossine) e soprattutto è bene prediligere zone dove i terreni vengono trattati naturalmente.
Le erbe spontanee spesso vengono definite infestanti e si spreca tanta fatica per eliminarle, ignorando che hanno un ruolo fondamentale nei cicli naturali: sono fertilizzanti e protettori che indicano lo stato di salute del suolo, per questo in agricoltura biologica vengono definite erbe accompagnatrici. Sono inoltre molto preziose anche per l'uomo, perché tante di quelle erbe sviluppano composti notevolmente utili per la salute e il cui utilizzo risale a conoscenze antiche.
La Natura è custode di una sacra saggezza: più denudiamo la terra, più lei si guarirà facendo germogliare erbe e riparando alle proprie ferite. Non c'è niente di più equilibrato ed ecologico di un bel prato spontaneo vivido di "erbacce", che può dare l'impressione di essere disordinato ma che dietro a quel disordine, in realtà, nasconde una sapiente perfezione.
Ma veniamo alla ricetta:
Se avete un prato o un orto non troppo "contenuti", fate un giro di perlustrazione, vi stupirete di tanta ricchezza! Se invece non lo avete, organizzate una piccola gita per i prati, possibilmente lontano dal traffico; la troverete sicuramente. La piantaggine è una pianta perenne: d''estate però tende a seccare.
Ci sono due varietà commestibili: la Plantago lanceolata, dalle foglie strette e allungate , con nervature evidenti sul lato inferiore della foglia, e la Plantago major, dalle foglie ellittiche, larghe e più corte. Entrambe le varietà si possono utilizzare in cucina.
Raccoglietene 2 mazzi, facendo attenzione a cogliere le foglie centrali e solo nella quantità che andrete a utilizzare. Una volta rientrati, sciacquate le foglie e sminuzzatele con un coltello. Nel frattempo mettete a bollire l'acqua.
Unite le foglie sminuzzate, le mandorle, l'olio, il sale e lievito alimentare nel bicchiere del frullatore e frullate fino a quando non avrete ottenuto una consistenza simile a quella del pesto. Più mandorle utilizzerete più il composto diventerà cremoso e meno verde.
Quando l'acqua bolle immergete le fettuccine e, una volta cotte, scolatele conservando un po' di acqua di cottura.
Versate il pesto e mescolate con cura, aggiungendo l'acqua di cottura necessaria ad ottenere la cremosità desiderata.