Street food and design: arriva Qcina!

Sono 4. Tutti architetti e tutti uniti da una comune passione per il design e l'architettura. Sono Francesco Marella, Giandomenico Florio, Emanuele Pagliara e Riccardo Pavone che, nel 2011, fondano, un po' per gioco, un po' per mettersi alla prova, il collettivo Momang. Tra i loro progetti spicca Q-Cina, un dispositivo mobile progettato per lo street-food e per eventi urbani, dal design ispirato ai chioschi ambulanti per la preparazione e somministrazione del cibo di strada.
Andiamo a conoscerli

Flavia - Mòmang, Momàng; g dolce, g gutturale. Come si legge, come si pronuncia? Ma soprattutto che significa? Momang - Assolutamente "g" dolce, con accento sulla prima "o", piccola pausa, e accenso sulla "a".
Non c'è un solo significato.
Letteralmente, nel nostro dialetto, l'espressione mò mang' vuol dire "adesso mangia"
ma se ci spostiamo sul piano metaforico, di risposta ad una domanda di esortazione significa "aspetta e spera, prima poi succederà". Il primo ben si sposa con il progetto cucina. Il secondo si riferisce a come percorrere la strada del design, dedicandoci tempo in attesa di coglierne i frutti pazientemente attesi. C'è anche un non poco evidente riferimento al MoMA di New York. Ovviamente in una chiave ironica in sé beneaugurante. 



F - Come é nata Qcina? E perché avete iniziato a lavorare proprio su di un progetto di street food?
 M - Q cina è nata all'interno di un progetto di partecipazione urbana svolto a Lecce nel 2012. Progetto che ha previsto un percorso di costruzione collettiva e partecipata di una cena di quartiere perchè cenare in strada coi vicini rappresenta una occasione per socializzare e costruire relazioni, sviluppare il senso di comunità e abitare lo spazio pubblico in modo nuovo e creativo. Ci è stata commissionata dall'associazione culturale Xscape allo scopo di poter svolgere, in strada appunto, laboratori di cucina in grado di coinvolgere la comunità multiculturale che anima il quartiere Ferrovia a Lecce. Il potenziale della Q-Cina però è andato oltre l'attività laboratoriale e l'ha trasformata, tramite la condivisione del cibo, in un catalizzatore sociale che durante tutto l'arco della giornata ha attratto gli abitanti del quartiere che incuriositi dalla possibilità di sorseggiare un caffè in strada o assaggiare una frittella calda, si sono avvicinati e hanno parlato con noi e con i membri del progetto di X-Scape raccontando la loro quotidianità di vita. Certo noi siamo tutti architetti quindi progettare in base a ciò di cui la committenza ha bisogno è nostra abitudine, così com'è nostra ambizione poi realizzarlo. Vedere concretizzato questo progetto, osservarlo nella pratica reale in interazione con le persone, constatare che un'idea progettuale funziona non solo sulla carta,  ci ha fatto comprendere che la vera vocazione della Q-Cina non è solo lo street food ma soprattutto la capacità di far emergere il senso comunitario attorno al cibo consumato insieme in un luogo comune come la strada.

F- Prima il Salone del Mobile di Milano e ora l'Indipendent Design Festival di Torino. Momang alla conquista d'Italia? Quali sono i vostri prossimi progetti? M - Il cibo è considerato un potente catalizzatore sociale. Ci incuriosisce capire in che modo il cibo in strada può attivare processi comunitari nelle diverse zone del paese. Nella nostra regione hai la possibilità di cucinare all'aperto tra le strade assolate, in altre all'interno di ambienti più riparati. Spesso ne cambia il luogo ed il contesto al contorno, ma il gesto ed il modo di rapportarsi con i cibo "comunitario" rimane inalterato. In collaborazione con amici food performer stiamo sperimentando l'uso di Qcina in eventi di show cooking per valutarne i limiti e le potenzialità. Una fase di valutazione che ci accompagnerà fino alla produzione a media scala. Ci sono altri progetti in cantiere, sia sulla linea qcina, per l'out door ed il social design che di altro genere. Ma di questo sarete subito informati non appena avremo novità.




F - I Momang sono mancini perché… M - Mancini per condivisione. Siamo in quattro al momento, ed è sempre necessario condividere le mancinità degli altri. In cucina non siamo degli esperti, ma ognuno di noi ha un rapporto personale dettato da gusti, necessità e fisse personali. Da periodi dedicati con estrema cura nel selezionare verdure a chilometro zero, a momenti senza regole dovuto alle nostre non intolleranze. Quando ci troviamo a metterle tutte insieme vi chiameremo. Può diventare un divertente "caso da studiare".

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Autori

Flavia Giordano
foodblogger

Flavia Giordano

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Sin da piccola mi sono intrufolata nelle cucine di tutto il mondo dove ho iniziato a collezionare odori, sapori e nomi che raccolgo in... [continua a leggere]