CONSIGLI PER VIVERE A LUNGO

La dieta mediterranea aiuta a vivere più a lungo: é infatti associata alla maggiore lunghezza dei telomeri; questi sono sequenze ripetute di DNA che, poste all'estremità dei cromosomi, ne proteggono l'integrità e, quindi, la funzionalità.

I telomeri sembrano essere legati alla longevità e tendono ad accorciarsi gradualmente con il passare degli anni. Alimentarsi secondo i principi della dieta mediterranea aiuta a ridurre il tasso di accorciamento dei telomeri.

Ma quali sono i "segreti" per vivere più a lungo e meglio? La dieta è sicuramente uno dei fattori più importanti, ma ci sono anche altri elementi da considerare quali lo stile di vita e il benessere psicologico, come osservato da Dan Buettner nel suo libro "The Blue Zones".

L'autore ha condotto uno studio sulla qualità della vita in quattro luoghi famosi per la longevità della popolazione: la nostra Sardegna, Okinawa in Giappone, la città di Loma Linda in California e la penisola di Nicoya in Costa Rica.   Buettner ha osservato alcuni elementi comuni agli ottuagenari di queste zone e li ha sintetizzati in nove semplici consigli:

    1.    Essere fisicamente attivi, ossia svolgere attività fisica in maniera regolare e a bassa intensità come componente della routine quotidiana (es. camminare, praticare giardinaggio e yoga).     2.    Mangiare meno, cercando di ridurre di circa il 20% l'introito calorico.     3.    Ridurre il consumo di carne e di cibi processati, preferire quelli freschi e di origine vegetale e aumentare il consumo di legumi.     4.    Bere un po' di vino rosso, ma con moderazione (un bicchiere al giorno).     5.    Essere motivati, avere un obiettivo da realizzare.     6.    Imparare a rilassarsi e a gestire lo stress.     7.    Avere fede e appartenere ad una comunità spirituale.     8.    Coltivare le relazioni familiari.     9.    Avere una vita sociale attiva e spendere del tempo con gli amici.

Lunga vita a tutti!

Letture consigliate:
Mediterranean diet and telomere length in Nurses' Health Study: population based cohort study. Crous-Bou M et al. BMJ. 2014

Photo credits: Moyan Brenn
 

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